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venerdì 21 dicembre 2012

Auguri post Apocalisse...

Un palazzo davanti a me che si sgretola a rallentatore ma soprattutto in silenzio, piano si accartoccia e crolla, il terreno sotto i miei piedi sobbalza. Non ho nessuna voglia di scappare ma un senso di tristezza.
Diciamo che ieri si sono impegnati in parecchi per conciliarmi l'incubo catastrofico di questa notte.
E questa mattina tutto era li, come al solito: i pochi passanti camminavano veloci nelle giacche ben chiuse, mani in tasca e occhi sulla strada ghiacciata, i corvi saltellavano nel giardino spaventando le gazze pettegole, Pelosone visitava i soliti angoli per l'annaffiatura mattutina, la vicina ritirava il giornale del mattino che le arriva alle cinque e quarantacinque puntuale, il tram della linea A scampanellava all'incrocio per abitudine e il gallo cercava di cantare anche se è rinchiuso nel pollaio del vicino per il freddo.
Mi sono alzata quando ho sentito l'acqua della doccia dello Scettico, come sempre e ho dato il biscottino maleodorante ( per gli umani) a Pelosone, come tutte le mattine, colazione, spremuta, medicine vere e presunte. Colazione a tre, elenchino di cose da fare, bacio, secondo bacio, peli sul vestito da ufficio, spazzola appiccicosa, 'chè lo Scettico mica può andare in ufficio in Germania tutto peloso, abbaiatina di saluto, ssssstttttt che svegli i vicini...quali vicini?!
Credo proprio che a questo punto gli auguri di Buon Natale e di Buon Anno si possano fare, come sempre, come vuole la tradizione.
A tutti i miei pochi ma fedelissimi lettori e a tutti quelli che passano di qui per caso voglio augurare giorni sereni, scanditi dalle abitudini e dai soliti rituali che sono poi le cose che ci mancano quando il nostro mondo si distorce. Le abitudini sono i nostri muri portanti, quelli che guardiamo tutti i giorni senza sapere che se non ci fossero tutto ci cadrebbe addosso, sono le piccole cose che ci scaldano il cuore senza farsi notare, sono la quotidianità che apprezziamo solo quando viene interrotta, sono i gesti che nessuno ringrazia, sono i momenti sconosciuti che riempiono gli spazzi enormi lasciati da qualche momento epico...insomma dopo questa sbrodolata pseudofilosofica da scampata fine del mondo: Buon Natale e Buon Anno!

martedì 18 dicembre 2012

Piccolissima vendetta...

Allora, faccio il consueto giro dal parrucchiere pre natalizio, certo ancora lui, quello che  mi aveva chiesto, qualche mese fa, se ero over sessanta. È vero che Mìgola è in versione attacco di nonnite in questi giorni ma è pur sempre una giovanile signora ancora nella  decade della quarantina...
L'ho perdonato, sia chiaro, è giovane, ma lo tengo sotto stretta sorveglianza, il russo, analizzo quello che dice, cerco doppi sensi, lo marco stretto insomma.
Parliamo del Natale, delle tradizioni e, inevitabilmente, si tocca l'argomento cucina e vai che ti faccio venire l'acquolina, mio caro russo, già perchè il parrucchiere poco diplomatico è russo per chi si fosse perso le precedenti puntate.
Si parla, quindi, di piatti tipici italiani, di dolci tipici italiani, di lasagne, di panettoni artigianali, di zamponi, tortellini...il russo si attarda con le forbici in aria, incalzo con la descrizione del pandoro, zelten, mostarda, torrone...
Poi, per lasciarlo deglutire, chiedo: e in Russia quali sono i piatti tipici natalizi?
Sommerso dalla valanga di piatti che svolazzano in stile Disney per il salone, esita: mah, si preparano tante insalate diverse a base di carne o pesce o patate...è vago, troppo vago...
Ci sarà un motivo se ristoranti russi in giro ce ne sono pochini...no?!
Una donna offesa è un nemico per la vita...tovarish!


lunedì 17 dicembre 2012

Corsi e ricorsi storici

Quando ero una bambina sentivo racconti incredibili fatti dai vari nonni:
- sai quando ero una bambina come te non avevo nemmeno un paio di scarpe!
- sai quando ero piccolo come te non c'era la luce elettrica e no non c'era nemmeno il riscaldamento!
- sai quando ero piccola come te ci si faceva il bagnetto una volta alla settimana!
e via così, ancora e ancora...
Le cose erano talmente cambiate nel tempo trascorso tra  loro e me che i nostri due mondi si assomigliavano a malapena.
E tutto era cambiato in positivo, o così si lasciava intendere.
 Loro erano al freddo ed io al calduccio, loro erano senza vestiti adeguati ed io avevo un armadio pieno di abiti per ogni occasione, loro camminavano per chilometri e chilometri ed io venivo scorazzata in giro su autovetture sembre più potenti, loro avevano vissuto la scuola come una grande conquista io la subivo come un lunghissimo castigo appena cominciato, loro gioivano di qualche mandarino sotto l'albero di Natale io mi perdevo nelle pile di pacchetti dorati...
Nella mia fantasia bambina, cioè ieri, mi chiedevo: ma quando avrò sulle mie ginocchia i  già tanto amati nipotini cosa racconterò? Molto probabilmente tutto sarà al contrario...

Sai, Abramo, quando nonna era piccola come te, c'erano moltissime automobili, già, pochi usavano i mezzi pubblici, solo quelli un po' poveri. Ogni famiglia aveva tre o quattro auto, tutte diverse, grandi e a benzina!
 Per andare in vacanza nonna prendeva l'aereo e via si volava in posti lontani senza limiti di bagagli e certi pranzetti in aereo. Cosa è la vacanza? Amore di nonna...quando ero giovane tutti andavano in vacanza, un mese al mare o quindici giorni al mare e quindici giorni in montagna per ossigenarsi. La vacanza sono dei giorni dove non si lavora e tutta la famiglia riposa e fa cose piacevoli. Bello eh? Lo so amore che ti sembra difficile pensarci adesso ma era così allora, altri tempi cucciolo. Chissà quando sarai grande tu, forse ci saranno le vacanze virtuali nella pausa pranzo, forse...cosa la vacanza non è ecosostenibile? Probabile Abramo!
Vuoi la merenda? Pane e Nutella come la faceva il tuo papà da piccolo? Ah, papà ti ha detto che ci sono troppi grassi saturi per porzione e che è meglio la zuppa d'orzo biologico o di farro? Benone, nonna guarda cosa c'è in dispensa!

domenica 16 dicembre 2012

Rain Man senza lieto fine

Io qualcosa su 'sta storia delle armi negli USA vorrei anche dirla ma temo di essere di molto fraintesa, nemmeno con lo Scettico riesco a spiegare bene il mio punto di vista, così mi astengo.
Certo che non si possono guardare quei visini sorridenti senza che lo stomaco non si contragga e le parole di quel padre sono di una verità disarmante: " Mia moglie ed io non sappiamo ancora se potremo vivere senza la nostra bambina..."
Non c'entra molto ma mi è venuto in mente che il ragazzo che ha sparato su tutti quei bimbi aveva lo stesso handicap del personaggio di Rain Man.

mercoledì 12 dicembre 2012

Il giorno della perfezione cosmica

Vi siete mai chiesti come mai le uova si vendono per dozzine, cioè 12?
Perchè l'anno è diviso in 12 mesi?
Lo sapevate che Adamo ed Eva furono espulsi dal Paradiso Terrestre alle 12 in punto?
Alle 12  di oggi il Papa scriverà il suo primo tweet e magari sarà composto da 12 parole o 12 caratteri.
Gli spigoli di un cubo sono proprio 12.
Ci sono 12 segni zodiacali e 12 erano gli dei principali sul monte Olimpo.
Dividiamo la giornata in 12 ore antimeridiane e 12 ore pomeridiane.
Ci sono 12 stelline sulla bandiera europea.
Quando c'era la cara, vecchia Sip si faceva il 12 per chiedere informazioni.
Per non dimenticare le 12 Tavole della Legge, i 12 Apostoli, le 12 Tribù di Israele, i 12 cavalieri di re Artù, le 12 fatiche di Ercole, i 12 gradi della scala Mercalli...

Oggi è il 12-12-2012

Per ora qui tutto normale, molto lontani dalla perfezione.






lunedì 10 dicembre 2012

Un Natale perfetto

Ieri mattina, in uno stato di dormiveglia, sotto il piumone, con lo Scettico già iperattivo alle prese con il lesso domenicale, il pane, la colazione e i biscottini di Pelosone, pensavo al Natale.
 Mi sono tornate in mente, come in un album di foto sfogliato troppo in fretta, delle immagini natalizie di quando ero bambina e il Natale era la magia allo stato puro. Pensavo a tutte le persone che non ci sono più e che erano invece attori principali di questi Natali passati. Mi sono detta: immagina, solo per qualche ora poter rimetterli tutti lì, insieme, nel salotto di casa che adesso sta freddo, buio e abbandonato.Accendere la luce e ricreare il Natale perfetto.
L'albero come lo faceva la mia nonna con le candele vere che se ne stavano  dritte, o quasi, in un piattino argentato che appoggiava con la sua pinza sui rami.Sparsi sui rami c'erano funghi rossi, uccellini colorati con lunghe code piumate e palle di vetro così fino che, se le stringevi troppo, ti si sbricciolavano tra le dita e le schegge si infilavano come brina nei polpastrelli. Era sempre un po' magrolino l'albero della nonna ma se ne stava importante nel soggiorno e, quando nonno decideva che si potevano accendere tutte le candele, allora diventava un gigante altissimo. Io ne accendevo una o due con l'aiuto della nonna mentre le altre le accendeva in fretta il nonno, per non farmi scottare diceva, perchè si divertiva moltissimo lui.
Nella casa della nonna non c'era bisogno di candele profumate perchè il profumo dello zelten riempiva l'aria e l'odore di cibo era un sottofondo caldo e avvolgente.
Nel mio Natale perfetto ci sono stati anche i miei figli per poter conoscere i loro bisnonni. Seduta sul divano, magra e ben vestita, mi sono immaginata nonna che conversa con il Tecnico seduto al suo fianco e i suoi occhi si spostano sorridenti negli occhi allegri di Cucciolo. Nonno avrebbe adorato parlare con lo Scettico e, una volta scoperti i suoi dieci anni di pianoforte, ne avrebbe subito approfittato per accendere  il giradischi con la collezione di arie d'opera.
Mamma sarebbe stata presa dall'organizzazione, anche nel Natale immaginario e papà avrebbe avuto il suo solito tono di voce potente mentre chiacchera con qualche zia e apre bottiglie del suo spumante fatto in casa.
Io sono immobile in un angolo e sogno questa mia famiglia meravigliosa e impossibile, ricreata da me, per un istante, in un Natale magico e immaginario. Ogni tanto aggiungo un personaggio e non c'è nessuna logica di età, perchè alcuni sono giovani come quando ero bambina, altri sono come adesso, ci sono cugini che non hanno potuto conoscere i nonni e che si accalcano sul divano, ci sono mani che si stringono e occhi lucidi e il sorriso di nonna che domina tutto.
E il sogno si popola di suoni e di voci e di risate e...
Il naso umido e prepotente di un cane, che aspetta la colazione, interrompe la magia del Natale impossibile. Tutto si spegne e scompare. E ti senti stupida e infantile. E immensamente triste.
- Andiamo a prendere le crocchelle, dai! Tu, nel mio Natale immaginario, non c'eri, sappilo!

mercoledì 5 dicembre 2012

Guastafeste sui social

Ho una carissima amica nella vita reale con cui sono anche amica su FB.
In mattinata abbiamo intrecciato una piccola e semplice discussione sulle catene che girano.
Su FB la condivisione è facile e ben vista. Se sei amico mio ti piacerà questa cosa che pubblico e quindi ne discende che la condividerai senza porti troppe domande, anzi nessuna domanda. Questo è il teorema su cui si basa la condivisione. Premetto che adoro guardare le foto degli amici, amo commentarle, apprezzo le frasi umoristiche, comareggio sui fatti condivisi, leggo quello che gli amici scrivono e se sono dei blogger corro a leggere l'ultimo post sponsorizzato sulla loro bacheca...ecc ecc Questo per dire che sono l'utente medio di FB, non ho nessun vezzo intellettuale ma, purtroppo, ho ereditato insieme al suo pessimo carattere anche la capacità critica e l'arte del dubbio di mio padre.
Mi pongo sempre in un atteggiamento critico di fronte ai fatti, voglio avere delle basi su cui posare le mie certezze, non mi accontento di un: dicono, pare, sembra che...
Ancor meno accetto passivamente ogni notizia. Più è sensazionalistica più mi puzza di bufalata. Perfino le foto, grazie alle photoshoppate, devono essere prese con le pinze.
Invece su FB spopolano le cose più incredibili ma l'incredibile è quanta gente ci casca.
Tutto è nato da questo:

Foto
Questo messaggio gira da mesi ed io mi sono chiesta: ma quand'è questa settimana speciale? Perchè più avanti nel messaggio diventa un mese? Perchè è scritto male...forse per solidarietà con i dislessici di tutto il mondo? Mi è bastato andare su Google, prima di fare quello che una brava amica feisbucchiana doveva fare, cioè condividere, e che ti scopro? Bravi, che la settimana tanto pubblicizzata non esiste...Direte voi: embè dov'è il problema? Sarai sensibile ai problemi di cui si parla nel messaggio, no? Certo! Ma questo messaggio falso viaggia a braccetto con altri messaggi falsi e pericolosi come questo ad esempio:

 "ATTENZIONE !!! FATE GIRARE ....

Incredibile quello che si inventano i Cinesi pur di vendere i loro prodotti nel nostro paese, mettendo a rischio la nostra salute. 
Evitiamo di comperare questi elastici x capelli, spesso venduti 3 al prezzo di 2, sono fatti con preservativi usati, e secondo i cinesi lavati e disinfettati, questo però non è sicuro al 100%.

Le donne spesso tengono in bocca l'elastico mentre si pettinano o pettinano le figlie, e questo elastico può essere stato usato da persone malate di HIV/SIDA o altre malattie sessuali.

Un accordo con il governo E.U.A. e Espanha stabilisce il divieto di reciclare preservativi. 

Ricordiamo anche che la Cina ha avuto diversi scandali x problemi sanitari, e molti loro prodotti non sono controllati e contrabbandati nel nostro paese.

PERTANTO ATTENZIONE !!!!!

Condivisioni a più non posso e bacheca che si riempie di inorriditi commenti...indovinate di che tipo? Leggermente razzisti? Bravi!
Chiaramente il tutto è una bufala bella e buona e se qualche contatto con i preservativi esiste è l'allusione a quello che avrebbe dovuto usare il papà del creatore della bufala razzista ma ahimè la sua mamma si stava facendo una coda di cavallo!
Continuo? Certo.
"Da far circolare fra donne e uomini che le informino

Ho da poco ricevuto una mail da un’amica belga che mi racconta di aver recentemente assistito ad una trasmissione televisiva, il dr. Oz show, nella quale quest’ultimo, parlando di un tipo di cancro che si sta diffondendo molto rapidamente tra le donne, il cancro della tiroide, ha affermato che questa crescita così rapida potrebbe essere dovuta alle radiografie dentali e alle mammografie. Ha dimostrato che il grembiule utilizzato nello studio del dentista per le radiografie è munito di un colletto che può essere alzato e posto intorno al collo. La maggior parte dei dentisti non si preoccupa di farlo, io non l’ho nemmeno mai visto. Esiste ugualmente una protezione per la tiroide che può essere utilizzata durante le mammografie. Casualmente la mia amica doveva fare la sua mammografia annuale alcuni giorni dopo. Mi racconta che, pur sentendosi un po’ ridicola, ha ugualmente domandato quanto ci fosse di vero in quello che aveva ascoltato alla televisione e il tecnico che le stava facendo la mammografia, ha estratto una protezione da un cassetto. Ad una sua domanda sul motivo per cui questa protezione non fosse usata d’ufficio, le è stato risposto che è prevista la richiesta da parte del paziente. Ma come si può richiedere una cosa di cui non si è al corrente? Se la mia amica non avesse assistito a quella trasmissione, non l’avrebbe mai saputo. E nemmeno io, e probabilmente nemmeno voi.
Bisogna far circolare questa informazione tra le nostre figlie, nipoti, madri e amiche.
Io lo sto facendo, se credete, fatelo anche voi."


Allora, inutile dirvi che anche questa è una bufalata che ha, inoltre, l'aggravante di essere pericolosa poirchè potrebbe indurre qualche donna a non fare mammografie per un timore infondato.

Condividere a questo punto non è così innocente come potrebbe sembrare ma equivale a diffondere notizie pericolose.
Per tutte queste ignobili catene e altre ancora io mi prendo la briga di allertare gli amici quando vedo che pubblicano "stupidaggini" ma non sempre il mio commento è ben accetto, anzi! Nelle risposte che seguono si nota un certo astio, un fastidio, quello che in genere si riserva ai guastafeste. Ma come ho una notizia succulenta da pubblicare e arriva questa con le sue paranoie da illuminista?! Vuoi fare la saputella?
 Dove posso posto il link che permette di andare ad informarsi veramente...pensate ci vadano? Dubito.
È così divertente la disinformazione quanto è noiosa la cultura e la scienza!

Così vi lascio con un pensierino saggio da meditare questa sera, come una vera prima della classe:

La credulità è propria degli ignoranti, l'incredulità ostinata dei mezzi dotti, il dubbio metodico dei saggi.
Jean-François Marmontel

Ps
Per ulteriori informazioni potete leggere il bellissimo blog Il disinformatico


giovedì 29 novembre 2012

Profumo di politica

Io avevo uno zio comunista e avevo un papà socialista.
Mi resta uno zio di destra ma destra destra, mica 'sta robetta azzurra.
Erano tre fratelli e le loro discussioni politiche risuonano ancora nei pomeriggi  pasquali della mia memoria.
Uno dei tre sognava la Russia come la terra promessa.
Mio padre parlava di Pertini, Saragat, Nenni. L'altro  citava Almirante.
Noi bambini, finito il lunghissimo pranzo domenicale, chiedevamo il permesso di alzarci da tavola, impazienti di correre dietro ai nostri giochi e ai nostri amici.
 Le donne impilavano rumorosamente piatti e posate, spostavano zuppiere, gridavano raccomandazioni.
Solo allora i tre si sedevano vicini, nell'angolo del tavolo e finivano tutti i fiaschi, versavano il vino in fretta nei bicchieri bassi e robusti 'chè mica si guardava o si annusava il vino, allora, si beveva.
E forse c'erano proverbi alla Bersani, di sicuro c'erano bestemmie come pane, c'erano pugni sul tavolo e risate e poi ancora bestemmie. Le parole che dicevano forse non profumavano di sinistra ma la politica era vissuta e indossata sulla pelle come una tuta blu o una divisa.
Un pomeriggio il tavolo risuonava più del solito sotto il peso di bicchieri appoggiati con decisione  e devo aver chiesto se papà e gli zii litigavano ma una voce femminile rassegnata mi ha risposto:" No, parlano di politica!
Con questa mia storia familiare alle spalle come posso restare sveglia di fronte agli attuali confronti tra politici, secondo voi?

giovedì 22 novembre 2012

Rastrellando

L'albero in fondo al giardino canta la canzone dell'autunno
e fruscia e scricciola  e sibila.
L'albero in fondo al giardino caccia gli uccelli che ha accolto in estate
e si scrolla e si gratta e si libera.
L'albero in fondo al giardino si spoglia per infilarsi nel letto dell'inverno.

mercoledì 21 novembre 2012

Era saggio il mio papà...


Pelosone è tornato dalla pensione.
 Poichè non siamo in periodo di vacanze scolastiche, i cani erano pochi e ci è stato offerto uno degli appartamentini, in genere riservati a cagnolini delicati.
Abbiamo quindi preso il pacchetto extra lusso con salottino e, lo abbiamo scoperto dopo, allegra compagnia di pastora tedesca arrivata all'ultimo momento.

Foto scaricata dal sito della pensioncina alsaziana.

Non aggiungo altro.
Ma mio padre dopo 15 giorni che era arrivato Pelosone in famiglia sentenziò: "Vi siete rimbambiti*con questo cane!"
*Poichè era toscanaccio verace non utilizzò proprio la parola rimbambiti e forse c'era qualche altra colorita definizione.

Era saggio il mio papà.

martedì 20 novembre 2012

Bibidi Bobidi Bou*

Quando ci sono troppi avvenimenti il blog si blocca.
 Un po' come succede quando si vuole vedere un video, più è pesante e in genere interessante, più l'immagine si blocca e la strisciolina verde avanza a fatica...credo esistano termini tecnici per questa situazione.
Questo per dirvi che se ogni tanto passate di qua e non vedete aggiornamenti sappiate che nel mondo Mìgola al contrario c'è fermento, in genere.
È passato di qua il Tecnico in versione malaticcia e preoccupata.
È passato di qua il Cucciolo in versione affaticata e preoccupata.
Ho cercato di tamponare i diversi problemi con rimedi naturali e casalinghi: piatti enormi di pasta, tisane, litri di spremute, crauti, nutella, passati di verdure, acqua calda ed eucalipto. Forse non esattamente in quest'ordine.
Come tutte le pozioni magiche non ha funzionato immediatamente, c'è stato il momento suspance e poi... pof pof... le buone notizie sono arrivate, le vocine si sono trasformate nei vocioni sicuri da "tutto sotto controllo" e la storia ha ripreso il suo corso normale con i personaggi sorridenti.
Ho pulito bene il calderone e l'ho sistemato in ripostiglio per la prossima situazione di crisi.
Si riparte...


*Ognuno ha il suo modo personale di segnalare che, oggi, è la giornata mondiale dell'infanzia!

martedì 13 novembre 2012

Medicina 33

Ma lo sapevate che il nostro intestino, tutto spantacchiato e steso stile moquette, che l'esempio ci casca bene per una questione di villi intestinali, è grande quanto un campo di calcio?
Che la parete intestinale è sottile come la carta per fare le sigarette?
E che abbiamo due chili di flora intestinale?
Che le medicine contro le micosi attaccano il fegato e sono della "merda*"?

*Il termine che ho utilizzato è assolutamente scientifico perchè lo ha utilizzato il mio medico!

Se lavorate per qualche casa farmaceutica e non apprezzate questo post sarò lieta di organizzare un incontro con il mio medico di base per ulteriori spiegazioni, disegni, letture di riviste mediche e prontuario di circa mille pagine.

Questa volta niente pendolino...non sempre ci possono essere esami invasivi e non è bene pesare troppo sulla securitè sociale!


martedì 6 novembre 2012

"Nicht Knödel mit Spaghetti mischen"!

Ho finito di leggere Eva dorme di Francesca Melandri e come sempre quando mi appassiono ad un libro, poi soffro di profonda nostalgia per i personaggi della storia. Chiudo il libro e mi chiedo: adesso cosa farà Eva? E Gerda come affronterà il rapporto con sua figlia? E Vito cosa avrà pensato...
Questo libro è stato soprattutto un viaggio nel mio passato, i personaggi erano così veri che probabilmente li ho incontrati nella mia infanzia e se non proprio loro qualcuno che gli assomigliava moltissimo.
Eppure mi sono sentita anche profondamente ignorante perchè tante, troppe cose, non le sapevo, perchè tante sfumature non le avevo colte, perchè, nonostante l'amore che provo per questa terra, non mi ero mai presa la briga di scavare un po' più con le mani nel suo profondo e mi sono sempre accontentata di contemplarla, illudendomi di farne parte.
 Il paesino dove ho trascorso i primi anni della mia vita è esattamente come il paese di Gerda e il primo maschio adulto di cui mi sono innamorata, dopo mio padre, portava con eleganza e fierezza il  Bauernschurtz,profumava di bosco e aveva l'andatura legnosa dei nostri contadini.
Ho sempre pensato che mio padre, comandante di una caserma spropositata per la grandezza del paese, se la fosse cavata egregiamente nonostante le pressioni a cui era stato sottoposto, lo si capiva, senza ombra di dubbio, dal rapporto che era riuscito ad instaurare e a mantenere poi negli anni con le persone. Un rapporto di estremo rispetto che partiva dalla consapevolezza di essere "al servizio" della gente, sempre e ovunque.
Se si dice "essere in servizio" vorrà pur dire qualcosa, mi diceva, anni dopo.
I suoi mille aneddoti degli anni altoatesini sarebbero piaciuti, credo, a Francesca Melandri e avrei amato molto che alcune delle sue storie  e certi personaggi rivivessero in questo romanzo splendido.
Ad esempio il contadino mite e taciturno che il fine settimana andava nel bar del paese, poi,  quando finalmente il tasso alcolico gli dava il giusto coraggio, si avviava con passo incerto ma convinto verso la caserma, si piazzava a gambe larghe davanti al cancello e incominciava a gridare insulti in un italiano approssimativo all'indirizzo dell'Arma. Mio padre lo ascoltava seduto alla scrivania, terminava di fare le cose che aveva iniziato poi usciva nel cortile e lo invitava ad andare a casa. A volte riusciva a convincerlo, altre volte, quando si rendeva conto che il vino non gli avrebbe permesso di ritrovare la strada del  maso, lo accompagnava nella cella di sicurezza, annuendo seriamente ai vari insulti, lo metteva a dormire lasciando aperta la porta della quasi prigione e dando ordini al piantone di lasciarlo partire all'alba. Durante la settimana poi parlavano di caprioli, di campagna, di galli cedroni, come vecchi amici.
Eppure le bombe c'erano e la paura di incontrarne una in qualche piazzola era forte e tangibile. Mio padre non ha dormito per decenni, anche dopo il congedo, troppa l'abitudine al pattugliamento notturno, troppa l'ansia di riportare in caserma i suoi ragazzi.
Ogni tanto scattava l'allarme per un'esplosione e papà partiva salutando mamma con un'espressione tra il rassegnato e il divertito:" Hanno fatto saltare ancora il povero Tolomei! Andiamo a raccoglierlo!"
Ed io bambina fantasticavo sulla storia horror del povero Tolomei che ogni tanto si ritrovava scaraventato fuori dalla sua tomba dove, chiaramente, lo immaginavo sempre intatto!
Potrei raccontarvi decine di queste storie ma forse è meglio che leggiate Eva dorme perchè è sicuramente l'occasione di conoscere meglio, se ne avete voglia, la storia di un pezzetto di Italia che non è solo gerani, vigne, e montagne rosate ma un angolo della nostra storia poco illuminato per tanti, troppi anni.

mercoledì 31 ottobre 2012

Allouiiiin


Ho scavato la zucca, otto chili di zucca, ho inciso, con cura, occhi, naso, bocca.
Ho fatto un zigzag intorno al picciolo, che il picciolo di una roba di otto chili è un manico e ne ho ricavato un cappellino che ho rimesso una volta svuotata la zucca.
Candela e via, ecco la mia zucca, sulla porta di casa, che aspetta bambini mascherati. Un tempo tutto questo mi prendeva molto più tempo perchè dovevo combattere con manine curiose che si infilavano continuamente nella zucca alla ricerca dei semi viscidi.

Cucciolo, aspetta ti do un cucchiaio.
Nooo, è bello con le mani!
Ma non puoi prendere un seme alla volta...
Così li contiamo!
Tecnico, aspetta facciamo i segni con il pennarello prima di incidere.
Nooo, inventiamo.
E se sbagli?
Facciamo gli occhi più grandi!
Maaammaa, Cucciolo si spalma di zucca!
Noooo faccio il mostro!

Preparare la sera di Halloween era un gioco e una missione. Inventare il travestimento giusto, nascondere le caramelle, scortare bambini urlanti per il quartiere, controllare la refurtiva e razionare i dolciumi.
La sera nella vasca c'erano faccine da pulire, 'che il trucco da vampiro è tremendo da togliere anche con il latte detergente, c'erano mani appiccicose di caramelle gommose e c'erano storie da ascoltare di padroni di casa oooodiooosi, ti giuro mamma, non ha voluto darci niente perchè diceva che non sapeva cos'era Allouiiiin! Diceva le bugie, vero mamma? No, forse era vero, anch'io da bambina non sapevo cos'era Halloween! Noooo?! Poooovera! La prossima volta ti mascheri anche tu e fai Allouiiiin con noi! La prossima volta, grazie.

Adesso ho tutto pronto.
I semi sono stati tolti rispettando tutte le regole igieniche, la zucca ha un'espessione paurosa giusta, le caramelle aspettano tranquille e ho solo paura che nessuno cercherà di spaventarmi questa sera.
E penso che potrei mascherarmi e fare Allouiiiin da sola ma senza le loro manine nelle mie avrei troppa paura!

lunedì 29 ottobre 2012

"Quando c'è la morte non ci siamo noi, quando ci siamo noi non c'è la morte, quindi la morte non è un male".

Ci sono situazioni che ti prendono in pieno, come un treno ad alta velocità potrebbe investire uno scoiattolo che si è attardato sulle rotaie.
Così, senza rallentare. BAM!
Ci sono situazioni che ti fanno cadere a peso morto.
Poi...
Ci sono voci che ti risucchiano l'anima.
Ci sono parole che ti colpiscono e restano nella testa, come un eco senza fine, risuonano ancora e ancora...

"Ti ho pensato tanto."

E ti rendi conto che forse sei solo uno strumento, che la tua voce, simile ad un'altra voce, è un tramite tra due persone che si sono volute bene e che ti stanno  usando per salutarsi un'ultima volta e sei felice di sapere le risposte.

 "Anch'io, ci vediamo presto!"






sabato 20 ottobre 2012

So' ragazzi!



I miei lettori fedeli e con buona memoria si ricorderanno il video, vero e proprio inno al Bondone, che ho pubblicato qualche mese fa.
Eccoli ancora qui, senza guanti e giacca a vento, per le vie di Trento in versione ecogioco.
Anca mi ciapo el tram...


giovedì 18 ottobre 2012

Parole chiave per la ricerca...

Adesso dimmi tu, pastore errante del web, mi prendi in giro?
Proprio qui vieni a cercare notizie sulle farine di cereali da svezzamento?
Qui, nel regno della sindrome da nido vuoto?
Qui dove l'età media si è alzata di un botto da quindici giorni?
Circolare, circolare...che non è il momento.

Ps:
ma le" parole chiave per la ricerca" è l'angolo del buonumore dei blog?

lunedì 15 ottobre 2012

Non vi preoccupate...va tutto bene.

Sono  giorni di preparazione all'inverno anche se è appena iniziato l'autunno.
 È il momento di chiudere, pulire, ritirare, coprire, proteggere. Ci si ritira dentro e con noi le piante che non potrebbero sopportare le temperature invernali. (Qui ci starebbe bene una musichetta di sottofondo stile superquark)




Da una settimana il soggiorno sembra una serra ed io ne sono molto felice...le piante invece pare proprio di no. Sono incominciati quelli che io definisco "i capricci di fine estate".
Avete presente i bambini quando sono al mare e la giornata è finita? Ombrelloni chiusi, bagnini che rastrellano e ti guardano malissimo, gabbiani che si riprendono la spiaggia e tu sei sul bagnasciuga con l'asciugamano tra le mani e i pargoli si stanno inventando tutti i più bei giochi della giornata che: "ancoraunattimomammatiprego!"?
Le piante fanno la stessa cosa. Le porti in casa dopo un'estate di vacanza al sole, pioggia, vento, rumori di natura, le sistemi dove pensi sia la posizione migliore e loro si intristiscono...
Buttano giù la foglie facendo moltissimo rumore così  ti dovresti sentire in colpa, secondo loro. Bloccano ogni fiore, escrescenza, foglia per ripicca e chiedono acqua ogni cinque secondi.
Ah già che sei in piedi...mi daresti mica un goccio di concime?
Ma ti ho dato quello bio ieri?
Oddio, c'ho un senso di oppressione sulle radici...
OK! Ma poco eh?!
Già che sei in piedi mi spruzzi un attimo col vaporizzatore?
Ancora?!
Mi prudono tutte le foglie...
Arrivo!
Già che passi di qua...
Adesso basta!


giovedì 11 ottobre 2012

Ottobre rosa.

Rosa.
I fiori sopra la tua bara risplendevano di un rosa vivace, sbarazzino, sembravano voler scacciare, con il colore, i neri pensieri.
 Le rose, tenere, appena dischiuse, sembravano guardarsi intorno vezzose, perfette per te, in accordo di colore e di profumo.
Rosa.
La sciarpa, il pigiama, i piccoli oggetti, tutto in sinfonia cromatica senza mai stonare, senza mai scivolare nel bamboleggiamento ma solo alla ricerca di leggerezza, di tenerezza. Tenerezza che tenevi sprofondata dentro, nascosta come una fodera, mentre fuori mostravi una corazza lucente, un'armatura da cavaliere medioevale che rifletteva bagliori freddi.
Solo alla fine, quando questa armatura incominciava a sgretolarsi e a lasciare trasparire lo strato interno, allora, tocchi di rosa sono apparsi qua e la, come fanno i bucaneve che macchiano il bianco dell'inverno quando questo si arrende alla primavera.
Più tu ti arrendevi più i colori vincevano sull'armatura come un linguaggio misterioso.
Ferma nel letto ti avvolgevi il mattino nei tuoi scialli morbidi e  il guerriero si traformava in una delicata ragazza che poteva lasciarsi vezzeggiare. Ormai la battaglia era finita, le armi deposte, il destriero lasciato libero di pascolare e tu potevi sdraiarti nell'erba profumata, raccogliere i fiori intorno, osservare la vita stando immobile e lasciando che altri, ora, si prendessero cura di te, finalmente.
Rosa.
Questi nastrini rosa, usati come monito, mi fanno sprofondare nei ricordi.
E ho voglia di coprirmi con le tue sciarpe, ho voglia di spruzzarmi il tuo profumo, ho voglia di farmi coccolare ma una voce mi dice: non è ancora ora, a cavallo mia cara e ancora tempo di battaglie!
Non è ancora il momento del rosa.

mercoledì 10 ottobre 2012

Che te lo dico a fare!

Ieri Cucciolo ha affrontato la giornata di selezione per entrare nell'università che desidera.
Test di logica, test per valutare la sua personalità, giochi di ruolo per sondare le sue capacità di affrontare situazioni critiche, colloquio personale con commissione. Una giornata intera messo sotto una lente di ingrandimento.
Ieri sera , grazie a magico skype, lo Scettico ed io abbiamo rivissuto, attraverso le sue parole, i momenti salienti dell'impresa.
Non so se sarà accettato ma una cosa è certa, Cucciolo, in tutte le sue risposte e decisioni, è stato se stesso. Ogni risposta data lo corrispondeva, nessun effetto speciale, nessuna bugia da venditore di fumo.
 Mi è piaciuto tanto.
 Davanti alla tentazione, molto facile, di dare un profilo preconfezionato ha avuto la maturità di essere vero senza ricerca di effetti speciali.




Completo grigio, camicia bianca, cravatta rosa sbarazzina e sorriso disarmante...il mio Cucciolo ieri è entrato nel cortile dei grandi ed io non ho nessun problema a dirvi che ne sono molto fiera, indipendentemente dal risultato ( da qui il titolo del post!).

giovedì 4 ottobre 2012

Metempsicosi

Il basilico è una pianta teatrale. Quando manca d'acqua, anche da poche ore, si butta per terra e sembra morto. Tutto questo per attirare attenzione.
Ho mal di gola e voglia di buttarmi per terra.
Se fossi nata pianta sarei stata basilico.
Il titolo del post è scelto solo per darmi delle arie e attirare la vostra attenzione.

martedì 2 ottobre 2012

Ma quanto possono soffrire gli archi nel lasciare andare la freccia?

E una donna che reggeva un bambino al seno disse:
Parlaci dei Figli.
E lui disse:
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
E benché vivano con voi non vi appartengono.

Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi:
La vita procede e non s'attarda sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell'Arciere;
Poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell'arco

GIBRAN

PS:

 Care frecce,
anche sul "lontane" non occorreva prendere tutto alla lettera!

lunedì 24 settembre 2012

Ventidue anni fa

La sveglia suona alle cinque e non mi muovo, lascio scorrere i soliti rumori di coperte spostate, occhiali recuperati a tastoni, di passi incerti fatti al buio, di porte aperte piano.
 La mente è sveglia anche se il corpo fa finta di essere in uno stato di coma indotto.
 Cerco di ricordare cosa mi aspetta per la giornata, la settimana...poi penso che ventidueanni fa ero mamma da pochissime ore e avevo la sensazione di aver compiuto un atto unico ed eroico.
Mi alzo sbadigliando e raggiungo lo Scettico che è già sotto uno scroscio di acqua che l'ecologia a lui gli fa un baffo, la doccia dello Scettico è infatti una cascata da mille litri al secondo ad una temperatura di circa 40 gradi che produce una massa di vapore misurata in potenza/cavalli. Per dire buongiorno allo Scettico in queste condizioni di rumore bisogna immaginarsi sulle rive delle cascate di Iguazù e alle cinque di mattina devo impegnarmi ben tre volte prima di essere ascoltata. Intravedo parti di Scettico tra il vapore e gli ricordo che ventidueanni fa eravamo genitori da poche ore ed avevamo la sensazione di aver compiuto un atto eroico ed unico, io più di lui.
Vado in cucina scortata dal Pelosone che con gli anni rallenta la falcata mattutina, perfortuna, e per prima cosa adempio ai miei obblighi di proprietaria di cane viziato e apro il sacchetto di biscottini per cani che, come tutte le sante mattine, mi procurano un conatino di vomito e che, come tutte le sacrosante mattine mi inducono a pensare che dentro ci debbano essere tutte le carcasse di tutti gli allevamenti esistenti al mondo e alle cinque e quindici di mattina non è un bel pensare.
Preparo il succo d'arancia, le pastiglie per la pressione, le vitamine, il caffè, il pane tostato. Infilo l'antibiotico di Pelosone in un pezzo di formaggio e mi chiedo perchè la mattina mi devo sempre avvolgere di profumi così poco invitanti. Ho lo stomaco debole, io, alle cinque e venti. Anche ventidueanni fa non ero proprio un fiore, adesso che ci penso, ma anche gli eroi hanno dei momenti difficili.
Mi vesto raccogliendo i vestiti nei vari angoli della stanza, i pantaloni sul bordo della vasca, i calzini sotto il letto a destra, la maglia sul comodino, le scarpe sotto il letto a sinistra. Lo scettico esce dal bagno seguito dalla sua nuvola di vapore, avvolto nell'accappatoio e perfettamente pettinato pronto per la traversata oceanica che lo attende oggi. Già vestita?
Rispondo che avrei potuto fare il pompiere da grande e mi ricordo il latte sul fuoco in cucina. Acc...
Quando lo Scettico si siede a tavola il suo calore corporeo è tornato quasi normale e gli occhiali sono trasparenti. È in versione business casual con sovrapposizioni strategiche che gli permetteranno di affrontare treno, aereo, taxi, riunione, cena senza pause per le prossime 24 ore. Lo guardo con tenerezza pensando alla giornata eterna che lo aspetta e penso che siamo genitori da ventidueanni con la sensazione di aver fatto qualcosa di meraviglioso e di eroico insieme.

Buon compleanno Tecnico, per questa volta ti risparmio il racconto avventuroso della tua nascita in una notte buia e tempestosa, che tu sai comunque già a memoria e vorrei solo dirti che averti è il premio più bello che potevo chiedere per questo atto eroico ed unico che, più io che papà, abbiamo compiuto ventidueanni fa.

giovedì 20 settembre 2012

Aperitivo tra "ragazze"...

Ci si racconta, è normale, naturale, tra donne ci si racconta, anche quando ci si conosce poco, anche se si è diverse.
Basta poco. Basta sedersi da qualche parte,  un bicchiere davanti, un piatto che gira tra le mani, qualche sorriso e parte la chiacchera.
 Raccontarsi è normale, viene da lontano, da antenate accoccolate intorno ad un fuoco che si raccontano di piante trovate, luoghi magici, cacciatori coraggiosi, da nonne in stalle calde che rammendano e si trasmettono saperi antichi e trucchi per sedurre.
Le storie cambiano ma i racconti restano e in fondo si parla sempre e ancora di sentimenti e di maschi.
Maschi  raccontati in modo tenero, a volte con umorismo,  con rabbia, quasi sempre con amore.
Storie d'amore che fanno brillare gli occhi, storie che fanno soffrire, figli che fanno sempre sorridere, malgrado sentieri contorti, vite complicate.
Questi maschi che ci riempiono il cuore e ci scombussolano l'anima.
Questi maschi semplici da capire, prevedibili e tremendamente scontati.
Sempre d'attualità nelle chiacchere tra femmine perchè attraverso i secoli tra tradimenti, abitudini, ritualità e ripetitività questi maschi sono la materia prima con cui plasmiamo la nostra vita, sono i colori con cui ci sporchiamo le mani per lasciare le impronte del nostro passaggio.
Ed è solo parlando tra donne di altri maschi che torni a casa e guardi il tuo con maggiore tenerezza e capisci che è il cacciatore che avresti scelto in qualche pianura selvaggia, è il contadino con cui avresti condiviso le fatiche immense sotto un sole medioevale, è il cavaliere a cui avresti donato il tuo fazzoletto ricamato ed è ancora il ragazzino, con il costume da bagno inguardabile, che hai preso per mano quasi trent'anni fa ...e non è stata per niente una brutta scelta.

giovedì 13 settembre 2012

A sua Eccellenza...

Ci dimenticano.
 Dimenticati come un calzino spaiato, come quei bottoni che ti riprometti di attaccare e poi butti l'abito e loro restano anni nel cassetto, dimenticati e all'apparenza inutili, perfino imbarazzanti.
Ci abbandonano.
Lo stato italiano ci abbandona in nome di una saggia gestione di fondi.
 Posso sorridere?
Se saggia gestione di fondi significa abbandonare ragazzi sulla porta della maturità mi sembra che di saggio non ci sia proprio niente.
Immaginate che vostro figlio abbia fatto tutto il suo percorso scolastico, che dietro questo percorso scolastico ci siano state scelte famigliari mirate, traslochi, come percorsi ad ostacoli, per permettere a vostro figlio di continuare a parlare la sua, la vostra lingua, ore in più di corso, attività, compiti in più, la sensazione di avere comunque fatto qualcosa che porterà ad un punto, ad un crocevia importante.
Siete finalmente all'ultima casella, lui e voi, siete all'ultima tappa, finalmente. Quante volte è stata pronunciata la parola maturità. Magari ci sono progetti di rientro in Italia, magari c'è finalmente in vista l'università tanto agognata.
Ebbene qualcuno viene a dirti: game over! Sono finiti i soldini, niente prof, finito! Maturità? Cosa? La linea è disturbata, non sento...siamo in un tunnel...
Ci hanno scaricati a bordo strada con la scusa che è finita la benzina.
 Posso ridere?

Ieri, in una sobria e antica aula di liceo, in una antica e sobria città europea, sede di un parlamento europeo, una manciata di genitori allibiti si è riunita per scrivere lettere alle autorità.
 Ci si chiedeva quale fosse la formula giusta di inizio: Eccellenza? Gentilissimo? Egregio?
  Posso sbellicarmi?
Questi scaricano ragazzini come fossero vuoti a perdere e noi facciamo gli educati? Va bene. No, no è giusto, educati.

Gentillissima eccellenza egregia
magnanimità somma

forse Lei non si è resa conto che  per risparmiare una tanica di benzina, dopo che ne ha scaricate di nascosto nel mare interi carghi, ma questa è un'altra storia, abbandona al suo destino ragazzi che in teoria dovrebbero essere le risorse di domani, per dirla in parole povere quelli che domani dovrebbero aiutarla a spingerla la sua carretta. Mette semplicemente alla porta qualche ricercatore, qualche medico, futuri economisti che andranno, forza di cose, a studiare in qualche altro stato visto che Lei ha deciso di chiudere loro la porta in faccia.
 I ragazzi del suddetto liceo chiedono infine a Sua Eccellenza l'invio di 20,25 euro, soldi che andranno a coprire i costi di acquisto di un' accetta. No, che sua Eccellenza non si preoccupi, nessuna voglia di vandalismo. L'accetta servirà ai ragazzi per tagliare in modo netto e definitivo il cordone ombelicale con la madrepatria. Tagliare in fretta la corda. Vede Lei Eccellenza è molto pesante e in arrampicata per salvare i più giovani noi non esitiamo a tagliare il peso sotto. Cosa dice? Lei non c'entra? Cosa? Spending cosa? Spending Review cosa? Peccato.

mercoledì 12 settembre 2012

Mannage!

Oltrepasso il cancello del giardino e già la vocina dentro dice: MMmmm... sicura?
Guardo il grande portone in vetro e ferro battuto e mentro suono la vocina insiste: Io avrei fatto altre scelte!
Quando lei apre la vocina assume un aria trionfante e scoppia in un : Te l'avevo detto!!

Lei:tubino nero di sartoria con inserti vari, sandali arancioni e pedicure perfetta, foulard Hermès in tinta con lo smalto di mani e piedi, bien sûr! Occhiale da sole già inserito e sorriso di rigore.

Io: jeans vissuto, con inserto forse di qualche pelo di Noris ( che non è uno stilista emergente ma è il nome vero di Peloso), camicia a quadretti, scarpe da ginnastica, non quelle proprio più comode, avevo messo quelle da festa, zainetto con spalliere in cuoio stile sudtirol e per finire, tocco glamour, cicogna in peluche, portafortuna, dondolante dallo zaino.

Io 'sta cosa che italiana rimi con moda e con stile la voglio sfatare e ci lavoro con metodo.
Mi sono venute in mente 3598 altre scuse simili a quella appena sfornata sopra, alcune buone.
Io ho sorriso, lei ha smesso.





martedì 11 settembre 2012

Undicesimo undici

Facile dirsi dopo che le cose sono successe: io me lo sentivo, ci avrei giurato, avevo uno strano presentimento.
 Facile.
Io ho adorato New York e me ne sono innamorata senza rendermene conto.
 Quando sono rientrata, all'alba di una mattina di agosto, nel deserto e silenziosissimo paesino della banlieue parigina, ho avuto, probabilmente, quello che posso definire  il mal d'Africa al contrario.
 Mi mancava la verticalità esasperata di quella città, il suo rumore costante come di enormi cascate, la gente ovunque, gli odori intensi e diversi ad ogni angolo.
Al contrario, qui mi appariva tutto piccolo, vecchio, superato.
 Sarei ripartita, subito.
Eppure, durante quella settimana, un senso di ansia profonda mi aveva accompagnato, da subito e costantemente.
La sensazione di dover sopravvivere, di essere in pericolo.
 Uno sfarfallio nello stomaco che cercavo di non ascoltare.
Talmente assurda come sensazione che non avevo il coraggio di raccontarla.
Dopo un mese mi sono chiesta se una tragedia di quelle dimensioni può essere nell'aria prima ancora di accadere, se l'enormità del male che sta per abbattersi è percepibile come un campo magnetico.
I più logici di voi si staranno dicendo che no, che è stata soltanto la mia parte femminile ansiosa che ha fatto 2+2  dopo il disastro...chissà.
Ogni anno, come oggi, io mi faccio delle domande.



lunedì 10 settembre 2012

Raccontami una storia

Ho conosciuto gente simpatica, ho scoperto che questo non è un quartiere fantasma, che dietro queste porte lucide e sempre chiuse si nascondono personaggi niente male con tutte le loro vite che fanno simpatia, con figli, cani, gatti, nonni malati, voglia di raccontarsi...insomma della gente normalmente vera.
Ci siamo scambiati i numeri di cellulare, fatti tante promesse e tanti sorrisi.
Ho conosciuto una coppia straordinaria, lui  ex diplomatico, lei piccola e vispa come una ragazzina, hanno vissuto in tantissimi posti, lui parla almeno cinque lingue e legge Baricco in italiano, amano l'opera e viaggiano ancora moltissimo e lei lo ascolta e sorride delle sue storie che credo conosca già molto bene.
Ci sono tante vite e io amo quando la gente mi racconta la sua, in semplicità.
Il mio spirito blogger ama la vita vera anche quando si tramanda oralmente.
Avrei amato i cantastorie.

giovedì 6 settembre 2012

Paname

La signora del terzo piano dice che devo uscire, prendere aria. Però nessuno mi guarda, nessuno mi parla.
Ascolto i passi del ragazzo che porta la pizza al quarto piano. Doppio formaggio e peperoni, credo.
Mangiamo una pizza? Chiami tu? Parlano troppo in fretta, non ci riesco e fanno un sacco di domande.
Nel frigo è rimasto il barattolo dei sottaceti che avevi comperato, ma solo il liquido, ed è tutto bianco, le medicine che il dottore ti aveva dato e che andavano in frigo, lo so, ci sono e la marmellata di prugne, quella che ti piace ma non la mangio, ti giuro.
Non posso guardare più la televisione perchè la luce è andata via da tanti giorni.
Te ne sei andata?
Vuoi che ti leggo il giornale? Piano, piano, con calma una parola dietro l'altra. Lo so. Sono bravo, mi sono esercitato, tanto il giornale lo conosco tutto, è quello che aveva portato il dottore l'ultima volta e che aveva scordato sul tavolo.
 Avevi promesso che non mi avresti mai lasciato, però.
 Hai detto che avrei capito. Ci penso tanto, mi concentro.
No, non ho capito.
 Parlano tutti in fretta, non mi guardano negli occhi, non squilla più il telefono.
Dove sei andata?
Non ho ancora capito.
Mi dicevi che c'è un posto molto bello dove vanno le persone quando si fermano e che poi stanno tutte li e aspettano gli altri, quelli che gli volevano bene. Io ti voglio bene. Anche quando mi sgridi che sporco il divano, anche quando apri l'acqua della doccia, ti voglio bene. Anche quando grido forte e tu mi fai gli occhi grandi e dici che arriva la portinaia che parla strano e che è piccola, piccola.
Spero che non arrivi proprio adesso la portinaia, la signora portinaia, scusa, a bussare perchè mi sono infilato un tuo vestito sopra le braghe del pigiama, che profuma tantissimo, il tuo vestito, e mi sono coperto con il tuo scialle, quello della zia Claudine che ti aveva prestato per andare all'ospedale, quella volta dell'operazione. Ricordi?
Sono lunghe le giornate e senza luce anche la notte è lunga.
Credo proprio che vengo anch'io in quel posto, che tanto non mi diverto più, qui, senza di te, mamma.

Per capire meglio il post 

mercoledì 5 settembre 2012

Pensieri disorganizzati a colazione!

Ho comperato 50 sfumature di grigio e la quarta di copertina gridava: nooo, perchè? ma dai!
Niente, comperato!
Insieme, nel sacchetto, è finito anche Eva dorme di Francesca Melandri che promette molto ma molto bene.
Ambientato in Alto Adige negli anni sessanta , mi dovrebbe parlare degli anni intensi di papà, della mia infanzia, dei paesaggi che amo...mi aspetto molto da questo libro e spero non mi deluda.
Dalle sfumature, invece, mi aspetto poco o niente.
Meccanismo perverso quello che ti fa comperare un libro solo per dire: l'ho letto!

Sono stata a Ferrara questo fine settimana e la città era addormentata, deserta...in sospensione. I danni del terremoto sono appena percepibili se passeggi da turista distratto ma le ferite sono  profonde e preoccupanti. Musei chiusi, chiese chiuse, mostre sospese, camini smontati, pinnacoli spariti...per una città come questa, che non ha altra strada che quella turistica, è una botta che tramortisce.


C'è una sorta di rassegnazione nelle gente che non mi piace.

Tornando a casa abbiamo fatto il passo del San Gottardo snobbando un tunnel deserto e ammiccante che prometteva tempo. Ma il tempo bisogna saperlo perdere e, salendo tornanti ampi, il premio era un panorama sinuso di valli e laghi, rocce grige e severe.
 Ho scoperto che, partendo dal passo, è possibile percorrere un sentiero di 90 km che tocca quattro sorgenti di grandi fiumi tra cui il Reno ma bisogna avere tempo.
Abbiamo mangiato all'Ospizio, una struttura che ha saputo mantenere una certa sobrietà anche nel menu, cosa che mi piacerebbe ritrovare anche nei nostri rifugi di montagna, ma questo è un altro discorso.

Primo anno, dopo diciannove di onorato servizio, che non ho un primo giorno di scuola...niente liste di materiale, niente zaino nuovo, nessun emploi du temps su cui disquisire ore e ore.




Un certo senso di vuoto mi prende la mattina a colazione.





giovedì 30 agosto 2012

Krav maga alsaziano

I pochissimi affezionati e storici lettori di questo blog sanno, da un vecchio POST ancora splinderiano, che il  vicino di casa pratica il krav maga in giardino.
Da quanto ho potuto appurare un misto di arti marziali con il sigillo di garanzia  del mossad.
Insomma una roba da tosti che si pratica con almeno un altro tosto disposto a prenderle e di tanto in tanto a darle.
 Appena approdati in questa nuova casa, Peloso ed io ci inquietavamo durante le giornate delle kravmagate. Gemiti, colpi, intercalari in un francese che Victor Hugo non avrebbe approvato, lamenti.
Peloso accorreva alla rete divisoria e, con tutta la pazienza che il suo statuto di pastore gli concede, cercava di convincere i duellanti ad una risoluzione pacifica. Io restavo in ascolto cercando di capire se il gemito degenerava...
Adesso, a distanza di due anni, Peloso ed io lasciamo scorrere il sangue...con una certa noia.

Pantegane...

Le pantegane correvano, ubriache di paura, attraversando il giardino nelle sere di fine estate.
 Bestioni grigi, con gli occhietti piccoli, piccoli e gialli ma solo nel mio ricordo, che non seguivano più le normali regole della discrezione scritte nei loro millenari codici genetici.
 Si buttavano nel prato cercando scampo da una distruzione totale.
Una, più terrorizzata delle altre, se possibile, si rifugiò tra i piedi di mio nonno che dovette prendere il Tavor della nonna, in dosi assurde, per calmarsi.
 Era uomo di grande coraggio, diceva nonna.
Facevano piccoli gridi acuti  quando trovavano ostacoli e si lasciavano dietro uno strano odore di polvere ma anche questo credo sia una distorsione dovuta alla mia fervida fantasia infantile.
Le sere magiche delle pantegane, così mi piaceva pensarle, furono per me come partecipare ad un safari in Africa, essere testimone di un esodo biblico, guardare una migrazione ciclica.
Ma da dove vengono?
Ma dove vanno?
La risposta scientifica narrava di una antica villa che stavano abbattendo a pochi metri da noi.
La fuga delle pantegane resta un mistero insoluto nella mia fantasia bambina.

Perchè vi racconto questo?
Seguire un blog comporta anche l'onere di sorbirsi ricordi a caso dell'autore.
 Come sedersi su una panchina nel parco con un vecchietto nostalgico e ascoltare ricordi random. Siate felici che non ho vissuto periodi di guerra ma sappiate che ho ascoltato tanto da ragazzina...ne so tanti di seconda mano.

mercoledì 29 agosto 2012

La montagna...

 La montagna è fatica, fatica che ti devi appoggiare, fatica che ti abbassa lo sguardo, fatica che ti piega e ti stringe il fiato.















Lei ti guarda, ti scruta, ti lascia passare anche quando tu ti senti inadatto e piccolo e indiscreto.




Ti ascolta se vuoi parlarle ma non servono parole perchè parla la lingua dei segni, i segni della natura.





Ti accoglie, ti porta oltre e dietro ogni sasso ti obbliga ad aprire gli occhi.




La montagna è rigore, serietà, doveroso rispetto, saggio timore.




È colore, profumo che ti riempie il naso, solletica il palato. È promessa di gusto.



È verde e azzurro, bianco e grigio e altri colori ancora che il tuo occhio deve cercare e mescolare come una tavolozza divisionista.



È legno che diventa preghiera.




È una strada che si snoda e si biforca, una strada che diventa sentiero, e due e tre sentieri che si incrociano e ti lasciano seguirli.



La montagna è un libro che si legge con i piedi e con le mani, oltre che con la mente...

Senza fretta...

lunedì 27 agosto 2012

In società...


Tanta gente, mani da stringere, visi da ricordare:
Buongiorno! Piacere!
Piacere!
Sono la mamma del Tecnico! Piacere!
Buongiorno!
Sono il papà del Tecnico!
Buongiorno! Piacere!
Piacere mio sono la mamma del Tecnico!
Piacerissimo anche mio, sono il papà del Tecnico!
Piacere, buongiorno, sono la mamma del Tecnico!
Piacere, piacere sono il marito della mamma del Tecnico!
??
Ma ti pare il caso?
Era per cambiare formula...

Cucciolo dall'altra parte della folla:
E io sono adottabile?
Ma no, è che qui conoscono tutti il Tecnico...
Ah!
Piacere, sono il figlio di nessuno ma fratello del Tecnico!
Non fare lo spiritoso che c'è già tuo padre!


giovedì 23 agosto 2012

Corto

Quello che riesco a mettere a fuoco è che tutto è corto. Sarà il caldo ma il Mìgola-pensiero in questi giorni è basico, lento, noiosetto e poco leggibile. Se volete continuare a leggere non dite che non vi avevo avvisato...
Tutto è corto, dicevo, è corto il momento di goduria che va da quando suona la sveglia e ti rendi conto che è il momento più fresco, silenzioso, profumato della giornata, a quando devi mettere fuori i piedi dal letto e convincerli a camminare. Ultimamente ho i piedi tondi la mattina, ma tondi sotto, che ho l'impressione di essere uno di quei pupazzetti che dondolano in tutte le direzioni e sembrano rovesciarsi da un momento all'altro e non succede mai perchè c'è dietro qualche legge fisica che alle sei di mattina non posso spiegarvi.
E quando i piedi tondi toccano il suolo il momento magico è chiaramente finito, perchè è corto.

È corta la mattinata che ti sembrava eterna alle sette e con duemila propositi e cose da fare e poi sei già all'ora di pranzo che ne hai fatte due ed erano quelle in mezzo alla lista e ne rimangono ancora millenovecento e qualche che non sto li a fare conti che la mattinata è corta.

È corto il carrello della spesa che sembra enorme ma poi ci cacci dentro 6 pacchi d'acqua, 2 di birra, i rotoloni di carta enormi che asciugano tutto ma non voglio fargli pubblicità inutile, 1 anguria, 1 baguette, 1 piantina di basilico e sei già pronta per la cassa, quella dove si paga naturalmente e le casse francesi sono forse l'unica cosa luuuuunga della giornata.
 Le cassiere francesi sono campionesse mondiali, senza alcun bisogno di doping, di lentezza acrobatica e alcune praticano anche la specialità lentezza acrobatica sincronizzata con la compagna della cassa a fianco, facendosi segnali segreti per portare avanti il nastro trasportatore in sincrono perfetto cercando di far cadere la bottiglia di latte a sinistra con quella di birra( mia) a destra.
Le cassiere francesi sono multifunzione: mangiano, bevono, si limano le unghie, si specchiano, ribevono da bottigliette strane liquidi rosa(?), non sorridono, fanno domande inutili su prezzi inesistenti: ha visto quanto costa? No! Non c'è il prezzo! Quindi? Non si ricorda quanto costa? No! Più o meno? Più o meno!!?? E quindi poi lei cosa mi schiaccia come tastino? C'è quello del più o meno? No! Tanto lo so che sta cercando di vincere la gara di singolo acrobatico di oggi...
Le cassiere francesi sono finte, sono dei replicanti non programmati per problemi diversi da quelli del passaggio di prodotti con biiip prefissato, per ogni altro problema parte la risposta base: si rivolga all'accueil all'entrata a destra!
Guardi ho involontariamente rotto un vasetto mieloso, appiccicoso...si rivolga all'accueil!
Ho volontariamente fatto franare tutta la piramide di arance...si rivolga...
C'è uno che rantola nel corridoio C, quello dei dadi...ok lo lascio rantolare! Grazie!

È tutto corto. 

Le cassiere francesi sono...
Non sono corte.

Il senso di questo post? Non c'è. Vi avevo avvisato, per le lamentele rivolgetevi all'accueil!



martedì 21 agosto 2012

Invidie


Ecco, diciamo che io sono contentissima di essere nata donna, diciamo che essere madre è il dono più grande che mi è stato fatto, diciamo che di natura non sono invidiosa...
ma tutte le volte che ascolto un coro della montagna vorrei essere un uomo.
I cori della montagna mi danno i brividi, come solo qualche aria d'opera riesce a fare, mi trasportano, mi cullano e al contempo mi mettono allegria.
E poi mi vanto molto del fatto che ero vicina di casa di uno dei fondatori del coro della SAT e andavo con mia nonna a fare merenda a casa sua e, a volte, lui, seduto in giardino canticchiava proprio questa e adesso la canto io, spesso.

Ma faccio la vociona, giuro!

lunedì 20 agosto 2012

Fino in cima...


Si va in montagna per essere liberi
per scuotersi dalle spalle tutte le catene
che la convivenza sociale impone
per non inciampare ogni due passi
in imposizioni e proibizioni
Si va in montagna anche per sbizzarrirsi
una buona volta e
immagazzinare nuove energie

Tita Piaz
il Diavolo delle Dolomiti

mercoledì 1 agosto 2012

Citazioni e sfoggio di cultura...



Ci sono un sacco di riferimenti in questa breve sequenza...
La gioia di ritrovarsi, gli abbracci, la salita, il ruggito dello Scettico davanti al mezzo litro di birra al rifugio...

e per terminare con un'altra citazione colta...Se vedemio!



venerdì 27 luglio 2012

Perfetta!



Se non è un fotomontaggio.
Se non è una bufala.
Se è proprio lei, allora è una grande...
Chi è  amante dell'opera conosce l'importanza della comodità, le opere sono lunghe e lo spirito deve poter vagare libero, portato dalla melodia, senza scomodità e dolori.
Perfetto l'abito e perfette scarpe e calzino antiattrito...
10/10 alla signora Merkel!



Foto presa dal sito del Corriere della Sera...merci

giovedì 26 luglio 2012

Kairos

Ci salviamo dicendo e pensando frasi come: tutto cambia, la vita è una ruota che gira, niente è eterno, ci sono dei cicli...blablablabla.
Quando questi cambiamenti si rendono evidenti, quando un ciclo è veramente finito e parlo di cicli della vita chiariamo subito, allora è come prendere una porta in faccia.
Oltre al dolore c'è la sorpresa, la rabbia, la delusione, la tristezza.
Il silenzio che mi ha avvolto nelle strette vie del paese era pesante, era viscido e lento.
Un silenzio che si trascinava dietro una lunga fila di personaggi muti, vivi solo nella mia memoria.
Nomi, visi, frasi, scherzi, richiami, suoni per sempre assenti.
Aspettavo quei nomi, detti solo a metà per riparmiare un tempo arido, che si rincorrevano come segnali: Mà, Bà, Onè, Iò!
Aspettavo suoni di secchi e di fontane, di attrezzi sbattuti...nemmeno più voci di galli.
È il silenzio, quindi, il segnale del tempo?


lunedì 23 luglio 2012

Di cosa hai paura?

Più di duemila chilometri, forse due e cinque, duemilacinquecento chilometri scorazzati nel décolleté d' Italia, con tappe a richiesta, come una corriera di linea ante guerra e con fermate in paesotti che nemmeno immaginavi esistessero più.
Questa Italia che ogni volta mi incanta, da perenne turista ridicola,
 che mi intriga ogni volta,
 anche se parto prevenuta e pronta a sparlarne,
 che solo io posso dirne male e svelarne difetti e peccati ma se poi sento altri offenderla, allora, come una mamma fierissima, la difendo senza mezzi termini, senza pudore, senza vergogna.
Questa Italia, piena di personaggi restati fermi nel tempo, in pausa sul set di in un film di Alberto Sordi,
 piena di uomini sudati e con la camicia mezza fuori dai pantaloni, le mani sporche di olio di motori e gli occhi sorridenti da avventurieri;
 fatta di  donne con la borsa della spesa e il seno grande e lo smalto ammaccato,
questa Italia buffa che la domenica vedi solo uomini al volante.
 Con le immondizie lungo le strade e le scritte sui muri lasciate da sconosciuti filosofi:
"Di cosa hai paura?"
Già, ma di cosa hai paura, Italia?
Incantatrice millenaria, hai solo bisogno di rifarti un po' il trucco, darti una sistemata ai capelli, lisciare il vestito vecchiotto ma dal taglio perfetto e sorridere...sei bellissima!



venerdì 13 luglio 2012

Post con nastrino rosa

Mammografia, di routine.
  Mentre salgo, con un ascensore lurido, in ambulatorio, mi rendo conto che questa sarà diversa dalle altre, sarà una mammografia particolare, simbolica.
 Ho la stessa età che aveva la mia mamma quando le trovarono il tumore al seno ed è estate come lo era allora, in quel disastroso pomeriggio che cambiò la vita sua e di tutti noi.
Coincidenze che non hanno nessun valore ma che girano nella testa come corvi funesti.
Mi siedo in sala d'aspetto ed il silenzio mi avvolge, ci sono tante donne sedute e tutte cercano di avere  un'aria rilassata ma le pagine delle riviste girano in fretta, troppo in fretta, nessuna di noi legge veramente. Ci chiamano a turno ed ogni volta alziamo gli occhi e qualcuna accenna ad un sorriso. Chi non rientra vuol dire che è già partita, è andato tutto bene. Chi rientra deve aspettare la tappa successiva, un ecografia, un'ulteriore lettura dei dati, un agoaspirato.
Una signora rientra in lacrime.
È sola ed io ho voglia di andare da lei e di abbracciarla forte.
 Non lo faccio, nessuna di noi ha il coraggio di farlo, anzi abbassiamo gli occhi per pudore, per non ferirla.
Davanti alla grande macchina schiacciatetterotante faccio un bel respiro. Non mi fai paura, nemmeno quando mi scruti con tutti i tuoi ticchetii e trattengo il fiato solo perchè il tecnico radiologo mi ha chiesto di farlo, cara la mia macchina schiacciatetterotante!
Io passo alla tappa successiva d'ufficio perchè sono figlia d'arte.
 Il mio dossier incute timore, mette in allerta, quindi vengo scortata in sala ecografia.
 Mi sdraio e nell'attesa guardo in soffitto giallino tristino e penso a quanti soffitti ha guardato mamma, in tutti gli anni della malattia. Soffitti d'ospedale carichi di ansia, sempre un po' sporchi, con qualche segno da seguire con gli occhi mentre si aspetta.
L'ecografia è lunga e immagino noiosa per la dottoressa ma lei è meticolosa e non tralascia nemmeno un centimetro. Parliamo della mia età, della coincidenza, della malattia della mia mamma, di esami eventuali e futuri e alla fine, con un sorriso, mi allunga il rotolone dello scottex.
Riparto con la foto delle mie ghiandole, per il momento sane e con un quasi appuntamento per il prossimo anno in un altro centro. Già, salgo di grado e vado nel cortile dei grandi, tra chi non scherza.
Non era una coincidenza, era in giro di boa.
Uscendo, butto l'occhio in sala d'aspetto, alzano gli occhi e mi sorridono.
Guerriere rosa non abbassate mai la guardia.

giovedì 12 luglio 2012

Epistemologia

In questa non estate alsaziana gironzolo in giardino cercando conferme.
Mi dico che la Natura lo dovrebbe sapere che è estate, lei non guarda le previsioni meteo, porta avanti, testarda, il suo corso.
 Seduta in mezzo al prato, faccio finta di ignorare il cielo basso e grigio,  guardo la dinamica vita che si svolge nell'immensa foresta di fili d'erba.
 Mastodontici coleotteri avanzano abbattendo le margherite come caterpillar nelle amazzoniche distese.
 Minuscole formiche li evitano correndo, ottusamente, verso il lavoro.
 Moscerini, incoscenti, sfrecciano bassi attraverso gli steli più alti e ogni tanto atterra,  lentamente, un enorme calabrone facendo un baccano assordante.
Io, seduta immobile, ho la sensazione di essere un Dio-insetto con potere di vita e di morte su tutti loro.
 Allungo un dito e faccio cambiare direzione al grande coleottero che sono sicura mi insulta. Attento! Potrei schiacciarti, blasfemo! Ma sono buona nella mia onnipotenza, lo perdono.
Aiuto una formica a passare attraverso un ponte tibetano che si staglia tremolante sopra una crepa enorme del terreno. Non mi ringrazia e corre via. Vai pure, piccola creatura, il Dio-insetto non chiede riconoscenza.
 Il calabrone mi gironzola intorno curioso, mi osserva, unico filosofo di questo piccolo mondo, si dedica allo studio del Dio-insetto.
 Mi studia, osservandomi per piccoli particolari, sorvola la mano, si attarda sul ginocchio. Così non avrai mai un'idea di insieme, mio piccolo studioso, devi innalzarti di più, essere più mistico.
Improvvisamente due candidi e terribili denti lo catturano, con un suono secco lo schiacciano e, leggermente sbavato, viene sputato in mezzo ai fili d'erba.
Peloso è arrivato, come un cataclisma, imprevedibile e crudele, ha ucciso e se ne è andato. Peloso era il Fato.
Io, Dio-insetto, sono rimasta a guardare.
Si sa che il Fato è indipendente dal volere degli dei.




mercoledì 11 luglio 2012

Di uomini e compleanni...

Sdraiata sul lettone in un caldissimo pomeriggio di luglio, pancia enorme, caviglie enormi, vestitone enorme.
Cerco di pisolare sapendo che il Tecnico, allora iperattivo bambino di quattro anni, è nelle sapienti mani della nonna.
 Li sento chiaccherare, sottovoce, al piano di sotto. Che caldo. Le mosche, attirate dalle galline in giardino, sbattono contro i vetri. Piccoli colpi monotoni che si uniscono alle voci rassicuranti di nonna e figlio.
Mi tolgo il vestitone, chi se ne frega, ho caldo.
 Mi allargo sulle lenzuola, cercando centimetri di cotone fresco.
Scivolo nel sonno lentamente pensando ad un rifugio di montagna con l'aria frizzante. Che meraviglia, respiro. Seduta sulla terrazza mi godo il panorama, la roccia che si staglia contro un cielo azzurro...
La pancia sussulta. Mi metto sulla schiena e accarezzo le varie gobbette che rivelano la presenza di Cucciolo dentro di me. Sssssst buono, tranquillo, facciamo nanna...
Mi rigiro, sono ancora al caldo.
Non ha voglia di fare nanna, si muove nervoso, qualcosa lo disturba.
 In un minuto mi ritrovo come una balena spiaggiata, immobile con poca acqua intorno e l'occhio sbarrato. Urca.
Allungo la mano verso il telefono sul comodino, faccio il numero con le dita che tremano leggermente.
- Scettico? Ciao...mi si sono rotte le acque...vieni subito...
- Mmmm...sono in riunione. Puoi aspettare?
- Secondo te?!!

Auguri Cucciolo e grazie per aver avuto la pazienza di aspettare la fine di una riunione importantissima, ridimensionata causa parto imminente e di non essere nato sulla Milano-Venezia.


martedì 10 luglio 2012

Ci vorrebbe un'amica

Camminare con un'amica al fianco, farle visitare la tua città, parlare in continuazione di tutto, fermarsi in tutti i negozi di antiquariato, mangiare in posticini pieni di gente e raccontarsi e sorridere e commemorare e consigliarsi e... è il modo più sicuro per fare il pieno di felicità.
Perchè l'amicizia è una cosa straordinaria e si capisce ancora meglio quando non c'è, quando gli amici sono tutti, ma proprio tutti lontani, quando ti senti sola solissima, quando pensi di avere qualcosa che non funziona, allora, avere un'amica che arriva con la sua valigiotta è come essere ammalati di domenica e veder arrivare la guardia medica e, magari, il medico è anche un gran pezzo di giovanotto e pure sorridente.
Ecco l'amicizia è così.
E io adesso sto bene, ho fatto il pieno, ho il cuore carico di sorrisi e la testa riempita di parole.
Posso ripartire.

venerdì 6 luglio 2012

Va tutto bene...

Bene, va bene così.
 Mi sono chiusa il portone alle spalle e il suono cupo del legno che ritrovava i battenti, con rumoroso sollievo, ha dato la parola fine ad una avventura iniziata nel 1996.
Lascio fuori, con qualche dubbio, da questo percorso la scuola materna, anche se, i nostri cugini francesi considerano la maternelle una fase importantissima di preparazione alla maturità, incominciando già a tre anni a fare graduatorie, bilanci, valutazione di competenze.
È stata una bella camminata attraverso aule abitate da bambini e ragazzi di svariate nazionalità. Abbiamo avuto compagni di banco svedesi, americani, tedeschi, marocchini, spagnoli, danesi...
Ho distribuito merende a faccini colorati e sfiorato capelli di tutte le sfumature, ho ringraziato più volte la dieta mediterranea che accontentava tutte le esigenze gastroeticoreligiose.
Ho ricevuto pacche sulle spalle da energumeni dal fisico di rugbisti, ho preparato colazioni per una orchestra intera, ho sostenuto squadre di calcio e tremato a gare di judo.
Pitturato farfalle e fiori su guance morbide, soffiato nasini, allacciato centinaia di scarpe, ricoperto libri con plastiche colorate che Christo ci fa un baffo!
Ho incontrato insegnanti straordinari e gente che aspettava la fine del mese e le vacanze scolastiche. Ho studiato il programma di storia almeno due volte, letto Montale un un milione di volte.
Ho atteso fuori dal cancello i visi dei miei figli come se arrivassero sempre per la prima volta e nei loro occhi vedevo riflessa la giornata trascorsa.
 Piccoli guerrieri sporchi di fango e di sugo, con ginocchia sbucciate e nasi rotti, con incredibili avventure da raccontare prese in prestito da pescatori esagerati, racconti di risse degne di film epici, compagni cattivissimi e bambine in pericolo su scivoli altissimi.
 Li ho accolti tra le mie braccia quando queste erano richieste, ho camminato accanto con aria seria quando erano cose da uomini, ho taciuto quando erano momenti troppo difficili e ho riso quando tutto si era ridimensionato davanti alla merenda.
Sono stata compagna di giochi, insegnante severissima, guardiana, complice, mamma.
Adesso è e sarà diverso perchè quel portone ha chiuso una fase in cui le mamme  sono ancora ammesse, accettate, tollerate. Le porte dell'università sono vietate, al limite sono tollerate visite guidate, genitori come turisti curiosi e avidi di notizie che avrebbero quasi voglia di allungare una mano e portarsi via qualche souvenir. Piaciuto? Bene! Ciao mamma, ciao papà!
E va bene, molto bene così!

mercoledì 4 luglio 2012

Prego, si accomodi...


Cucciolo riceve ufficialmente il diploma.
E dopo un bacio accademico entra, elegantemente, nel mondo dei grandi.


giovedì 28 giugno 2012

Un giro su Dumbo

In attesa. In sospeso. In pausa. In apnea.
Siamo così.
Tra cielo e terra. Sul ciglio della strada. In sala d'aspetto.
Ci sentiamo così.
Come in una stazione alle quattro di mattina. in una discoteca alle sette di sera.
Ci guardiamo intorno così.
In fila alle casse di un enorme supermercato. In coda per la giostrina di Dumbo ad Eurodisney.
Anche allora così. Tenendoti la manina sudata e cercando di distoglierti dal pensiero urgente di salire sul Dumbo volante, che ancora non era il nostro turno.
Tra sorrisi e rimproveri, senza un attimo di riposo, su e giù dal muretto, su e giù dalle mie braccia, senza cappellino, con il cappellino, senza una scarpa, con il naso sporco, con il biscotto, senza biscotto.
Perchè Cucciolo era così. Senza pausa, pieno di urgenze, infilato tra dieci cose e dentro a nessuna.
Cucciolo era come una falena in un luna park incapace di posarsi e goloso di tutto.
Poi, improvvisamente, crollava, e ogni luogo diventava una culla e il sonno un dogma.
Cucciolo è sulla porta d'entrata adesso, guarda fuori e intravede tutta la strada.
Forza Cucciolo, tocca a te adesso!
Sarà brevissimo questo giro di giostra ma ti farà ridere come quello su Dumbo, ti arrosserà gli occhi, farai ciao ciao, piangerai quando sarà l'ora di scendere ma...
Quanto ci siamo divertiti, eh mamma?
Si, Cucciolo.


martedì 26 giugno 2012

Coincidenze...

Fin da bimba sono stata molto fiera della mia scelta.
Giorno luminoso, alle porte dell'estate, quando la scuola è appena finita e tutto è possibile, giorno che, improvvisamente, diventa sempre  domenica.
Pranzo con tutta la famiglia, torta di rigore.
E la sera, sempre, ma proprio sempre, c'erano i fuochi di artificio.
Di quella festa, che coinvolgeva tutta una città, io ero la indiscussa proprietaria e destinataria.
Perchè era il MIO compleanno!
Sono tanti anni che manco dalla mia città ma loro continuano a fare i fuochi  e festeggiano questa giornata...che carini!
Sappiate che apprezzo molto.
Come? È la festa del patrono? Chi? S. Vigilio?
Che coincidenza.

martedì 19 giugno 2012

Vuole un biscotto?

Mi fa ridere questa cosa del biscotto. A parte che ci ho messo un po' a capire di cosa parlavano, in questi giorni, articoli e amici fanatici di calcio che, improvvisamente, sembravano diventati tutti sezioni distaccate della prova del cuoco; poi mi sono dovutamente informata e ho letto che è un termine preso in prestito dal mondo dell'ippica. Qui, qualche amante dei cavalli, ogni tanto preparava un bel biscottino zeppo di calmanti da propinare al bestione favorito di turno. Ed ecco il modo di dire "fare il biscotto". Voilà!
Ce ne vuole di fantasia per sopravvivere a 'sti europei di calcio.
Che noi, qui, manco le vediamo commentate in una lingua capibile le partite, le vediamo con i commenti in lingua ariana e, chissà com'è, mi sembra sempre contento il commentatore quando ci succede qualcosa di brutto.
E aspettando le partite abbiamo pure scoperto che su ZDF, teutonico canale, fanno i film di Bollywood... veder parlare le pastellose donne in sari, in tedesco, è surreale.
 I film indiani sono inguardabili, in qualunque lingua, ma in tedesco hanno un lato comico anche quando  tutti piangono.
 E vi assicuro che piangono spesso, anche i maschietti, tranne i cattivi che sono cattivissimi e sembrano Sandokan quando gli hanno ammazzato la Perla di Labuan e se tu non avessi ben capito che sono arrabbiatissimi sotto ci sono i suoni del tuono, come dei fumettoni insomma.
Poi ballano sempre forse per non pensare a tutte le tristezze che devono affrontare ed è tutto un movimento di colori, di panze, di occhi, di capelli, di denti bianchissimi...
Quando, finalmente, inizia la telecronaca è un mondo triste che ci si presenta sotto gli occhi, di insicurezza, perchè non capiamo un granchè, e di gente sofferente che viene, continuamente, colpita a tradimento e si rotola e grida dal dolore...
 Forza, coraggio, si tiri su, signore, vuole un biscotto?