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martedì 19 novembre 2013

Case



Case, case enormi, case presuntuose, case ordinatissime, case vuote con caminetti accesi, case piene di poltrone e di gatti e un cane in gabbia come un canarino.
Case come fortezze e case come biglietti da visita.
Case sgarruppate, case abbandonate, case bruciate, case svuotate e lasciate alle banche.
Case con passerelle e bandiera che raccontano ritorni di veterani in sedia a rotelle, case con portici pieni di sedie e di tavolini e giocattoli e echi di risate.
Case museo completamente vuote perché il museo è solo la casa.
Case profumate di dolci e di feste in arrivo.
Case distrutte in cinque minuti e sparpagliate in una pianura immensa di disperazione, alberi di natale che hanno riconquistato la foresta vicina volando come nelle fiabe, ma che non faranno sorridere nessun bambino questo Natale.
Case, semplicemente.


lunedì 18 novembre 2013

In collegamento da...

I tornadi ci hanno sfiorato e abbiamo solo sentito il colpo di coda di uno di questi bestioni che, insieme ad altri 79 compagnucci suoi, si é divertito a scorrazzare per le sconfinate pianure di questa parte del continente americano.
Mentre vi tengo aggiornatissimi guardo le immagini della CNN e devo dire che sono abbastanza impressionanti. In certe zone la sensazione é  che sia esplosa una bomba di incredibile potenza. Delle case non c'é più traccia, solo travi e mobili e materassi e vita buttata ovunque, le macchine assomigliano a giocattoli abbandonati da un bambino gigante che si é annoiato del gioco.
 C'é chi, in cinque minuti, ha perso tutto e la gente si é salvata correndo nei basement che sono le enormi cantine onnipresenti nelle case americane.
Chi era per strada si é rifugiato nelle chiese di varie  confessioni sparse lungo le strade insieme ai centri commerciali e ai fastfood. Vi assicuro che non conoscevo l'esistenza di così tante derive cattoliche o protestanti, mi informerò, con calma.
Girano sui detriti raccogliendo quello che si é salvato, abbracciano i vicini, parlano al microfono del giornalista con una dignità e una forza che mi sorge il dubbio che sia solo l'effetto dello choc e che prima o poi crolleranno, magari  subito dietro le spalle del cameramen. O forse hanno veramente una fibra da pionieri che non si é assopita con il passare dei secoli.
Oggi ripartirò alla ricerca della mia casa con altri occhi e altro spirito.
Rivedrò le mie priorità e scenderò  nel basement come prima cosa, fosse solo come forma di rispetto. Mi informerò sui materiali utilizzati per la costruzione anche se, credo, che la forza distruttiva di questi cosi sia capace di trascinare via qualunque casa.
E con questo chiudo il collegamento, la vostra inviata da Detroit, Michigan, Mìgola. Alla prossima.


venerdì 15 novembre 2013

In the restaurant: vocabulary

Ieri sera mi sono ordinata la cena tutta da sola.
Faró finta di ignorare le vostre facce allibite e i sorrisini.
 Per un livello di inglese che una fin troppo generosa prof ha definito survival, non é male.
Anche perché, qui, i camerieri sono chiaccherini e il passaggio dal minimalismo francese alla personale presentazione dettagliata con nome di battesimo e interessamento alla tua vita mi lascia, appunto, senza parole.
I menù sono lunghi e complicati, pieni di parole sconosciute e di ingredienti misteriosi, inoltre il cameriere chiaccherino arriva e ti elenca tutto quello che tu, cliente fortunato, avrai in piú, oggi e solo oggi, di speciale. Io ascolto armata esclusivamente di un sorriso che spero essere il meno stupido possibile e cerco disperatamente di afferrare una parola familiare con cui poter ricostruire, con pazienza da archeologo, una parte del tutto.
Ieri sera in tre lunghissimi minuti di elenco ho isolato, selezionato e tradotto: funghi.
Lo Scettico memorizza, traduce, semplifica e mette i sottotitoli.
Ma, ieri sera, quando Chiaccherino é rispuntato, tutta sola, ho sciorinato il lunghissimo titolo del mio piatto.
Inutile dirvi che poi, per l'infinita lista di domande che sono seguite, ho dovuto passare la mano al primo pilota, cioè sempre allo Scettico che, per fortuna dopo trent'anni di vita comune, conosce perfettamente  i miei gusti su livelli di cottura, verdure amate e non, salse tollerate e non e ha concluso in pochi attimi una manovra che avrebbe potuto protrarsi per tanto, tanto tempo.
Quasi tutti ripartono con la loro scatolina di polistirolo piena di avanzi e Chiaccherino ha cercato di propormela a piú riprese davanti alla mia evidente incapacità di terminare la zampa di brontosauro che mi era stata spacciata come pezzettino di carne con salsa al Marsala.
No, thank you, sir! Niente box, really! Il dog é restato sul vecchio continente...


giovedì 14 novembre 2013

Marketing in salsa americana

Che lo Scettico sia sempre stato bravo nel marketing é risaputo, ogni volta che ci trasporta a vivere in un angolo di mondo diverso, sa promuovere luoghi, usi e costumi, tradizioni culinarie della destinazione che, dopo qualche giorno, tutta la famiglia é convinta che diventare abitanti della nuova città, regione, nazione é un sogno individuale e coltivato da tempo.
Questa volta si é superato. Volo perfetto con pranzo pensato e creato da uno chef stellato a bordo, mentre io ero restata ai vassoietti con l'insalata plastificata. Sedile che si trasforma praticamente in un letto e che,volendo, ti massaggia pure. Pulsantini  ovunque che ci ho giocato tutto il viaggio e avrei avuto bisogno di due o tre ore ancora per usarli tutti.
In fase di atterraggio le nuvole sotto si sono dissipate  e i laghi, che dominano questa parte di mondo,  hanno iniziato a brillare. Una luce dorata come fosse di tramonto anche se eravamo ad inizio pomeriggio e verdi e gialli a profusione.
Detroit, dal finestrino é un grumetto di grattacieli sbrilluccicanti, anche loro, un grumetto di totem resi ancor più giganti dalle costruzioni basse che si estendono a perdita d'occhio.
Welcome at home! É stata la prima scritta, enorme, che mi ha accolto subito dopo il controllo scrupoloso del passaporto, delle impronte digitali con foto di rito.
Certo non era proprio, proprio pensata per me la scritta ma per i veterani delle varie guerre, comunque l'ho trovata benaugurante.
Il tocco da maestro lo Scettico lo ha tenuto peró per la serata: con un tramonto blu e vermiglio mi ha portata a visitare una subdivision, un domaine lo definirebbero i francesi, dove c'è una casa in vendita, quella vicino al suo ufficio, per capirci con chi avesse letto i post precedenti, una casa enorme da fuori ma che é in perfetta sintonia con le sue vicine, enormi pure loro. Improvvisamente nella luce rosata sono apparse, loro, cinque meravigliose cerve, tranquillamente al pascolo nel giardino di casa, occhi tondi e grandi orecchie con pelo color crema, attente e timorose ma senza panico, mi hanno guardato con interesse poi, elegantemente, con qualche balzo si sono spostate dai vicini.
Lo Scettico mi ha sorriso sornione e poi sottovoce ha finalmente detto: benvenuta in Michigan!

martedì 12 novembre 2013

Allora vado...

Ok vado...vado eh...guardate che vado...ho detto vado.
Ho la valigia pronta, il passaporto vistato, con un visa serio, leggermente ologrammato, ho vestiti pesanti che mi hanno detto che, dall'altra parte, c'è già la neve, sistemato Peloso.
Ok vado.
Voi datemi un'occhiata al blog, please.
See you soon.


martedì 5 novembre 2013

Don Simon

 
 
È restato in quella piazza tutto il giorno.
La vita gli scorreva davanti, i bambini lo sfioravano, per gioco o per dispetto.
Incredibilmente giovane, con mani  troppo morbide per una vita così ruvida.
E le spalle magre, appuntite, spingevano verso l'alto la maglia sporca.
Scapole come abbozzi d'ala, voli restati in sospeso, intrappolati dal sonno.
Avrei voluto svegliarlo ma non avrebbe capito.
Ho cercato, allora, di entrare nel suo sogno.

sabato 2 novembre 2013

Prima di morire...

Prima di morire...
vorrei scalare una montagna ma un cosa seria, un ottomila, qualcosa come l'Annapurna o il Nanga Parbat; vedere il Gange, il Nilo e il Rio delle Amazzoni; salire su una duna del deserto; fare la maratona di New York in compagnia e il cammino di Santiago; lavorare in un kibbutz e imparare l'ebraico antico; vivere qualche mese in una stazione di ricerca in Antartide; buttarmi con il paracadute e volare con un aliante; attraversare la Mongolia a cavallo e camminare sulla grande Muraglia; incontrare la mia sosia, che si dice esista per ognuno di noi; vorrei conoscere Josè Mujica e avrei adorato incontrare Tiziano Terzani ma questo non sarà possibile...
e voi?

http://www.repubblica.it/tecnologia/2013/11/02/foto/prima_di_morire_voglio_il_giro_del_mondo_della_lavagna_dei_desideri-70086081/1/?ref=fbpr#2

venerdì 1 novembre 2013

NO8DO

Ho preso treni svizzeri pulitissimi, dentro e fuori, poichè da quelle parti pare abbiano inventato un materiale anti graffiti autopulente, altrimenti non si spiega.
Ho aspettato aerei rumorosissimi, pieni di gente allegra e bambini dittatori.
Ho conquistato taxi stranamente silenziosi nonostante fossero guidati da omoni ispanici.
Ho camminato per strade sconosciute che mi hanno incantato ad ogni passo.
Tutto questo per conoscere il nuovo mondo.
No, non equivocate, non sono ancora andata dallo Scettico oltreoceano ma da Cucciolo, nella caliente terra di Spagna.
Avevo un gran bisogno di conoscere il nuovo mondo di Cucciolo, di condividere per qualche giorno i suoi riti quotidiani, di respirare l'aria calda di cui si era tanto lamentato e soprattutto sentirmi meno lontana.
Atterrare a Siviglia è come cambiare, in un attimo, tutti i propri codice colore.
 Dimenticati subito i grigetti, l'azzurro pallido, il bianco topo perchè qui i gialli ocra ti colpiscono a tradimento e in pochi minuti ti sembra di non poterne più fare a meno, l'azzurro si carica vicino ai bianchi e al verde, al punto che ti sembra faccia un alone intorno alle cose.
 Anche nella  più scontata periferia, le brutture architettoniche, che uniscono tristemente tutte le grandi città europee, sono stemperate da eleganti palme cariche di datteri gialli e pettegolissimi pappagallini verdi squillanti.
Dopo aver fotografato quintali di scarpe, ventagli e vestiti da flamenco ti viene voglia di battere il tacco nelle viuzze strette e deserte e ti scappa un lamento che inevitabilmente finisce con corazon.
Mi direte che vi sto facendo una descrizione scontata e da cartolina di Siviglia, probabile, ma nel cuore di questa città va in scena proprio la Spagna da manuale durante tutta la settimana e poi, il fine settimana, arrivano "gli spagnoli" e va in scena "la Spagna".
 Quella che ti schiaccia, senza darti scelta, in una processione, che ti riempie le narici di incenso che non lo hanno nemmeno in Vaticano così intenso e potente, che ti trascina in cattedrale e ti ritrovi davanti all'immagine enorme della Vergine  con mantello e corona e candele e argenti, portata a spalla da uomini sudati e con strani turbanti.
 Le donne sono vestite di nero, gli uomini importanti sono vestiti di nero e tu, con il tuo jeans e la tua macchina fotografica, dai un po' fastidio, turista. Avevi tutta la settimana per guardare la Spagna! Va a guardare la tomba di Colombo, dai! Va sulla Giralda, dai! Qui si prega e poi, adesso, ci sono le Confraternite, poi ci sono i ragazzi che si preparano per le comunioni, poi ci sono le Vedove della Addolorata  e ...vai!
Io mi sono goduta tutto: lo spettacolo fatto per me turista e la Spagna vera.
A differenza di Cucciolo mi sono pure goduta la fila, condivisa con tanti sudamericani e qualche asiatico, per ubbidire alla burocrazia spagnola e conquistare un numerino che ti permette di restare e lavorare e pagare qualche tassa che:" Caballero, se no te gusta..."
Gli impiegati della grande macchina burocratica sono tutti uguali, in Spagna, in Francia, in Italia ma questo Cucciolo non lo sapeva ancora ed è stato bello essere con lui in una piccola tappa della sua vita.

Pappagallo di periferia