Mattoncino su mattoncino il ponte verso gli USA si costruisce.
Insomma pare proprio che io debba partire.
Certo che tutto è più concreto per lo Scettico che ormai, da pendolare transoceanico qual è, ha una visione del mondo che assomiglia, vagamente, a quella che ha Luca Parmitano dal suo oblò.
Tutto è vicino, tutto è facile, tutto è fattibile.
Io, che ancora respiro la tersa e rassicurante aria alsaziana, sono in piena fase di negazione.
Tra qualche settimana andrò a cercare una casa in una zona e in un quartiere che farò fatica a pronunciare per un po' e sicuramente questo equivale ad un atterraggio stile Baumgartner nella mia nuova destinazione.
Si apre lo sportellone, io mi affaccio e guardo terrorizzata lo spazio infinito e buio, i dati di bordo rassicurano su tutti gli aspetti tecnici ma l'ansia mi serra la gola e l'unica voglia è quella di rientrare al caldo e al sicuro nella mia capsula.
Poi dalla base ti chiamano e ti chiedono: tutto bene?
Ma certo, base, tutto ok. Prendevo un po' d'aria, adesso mi butto.
So che mi butterò, so che sarà un atterraggio senza grossi problemi, forse qualche rotolone ma niente di grave, so che farò ciao ciao con la manina quando riprenderò fiato, lo so...
Ma per il momento ho aperto lo sportellone e vedo tutto lontano, troppo lontano.