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venerdì 27 luglio 2012

Perfetta!



Se non è un fotomontaggio.
Se non è una bufala.
Se è proprio lei, allora è una grande...
Chi è  amante dell'opera conosce l'importanza della comodità, le opere sono lunghe e lo spirito deve poter vagare libero, portato dalla melodia, senza scomodità e dolori.
Perfetto l'abito e perfette scarpe e calzino antiattrito...
10/10 alla signora Merkel!



Foto presa dal sito del Corriere della Sera...merci

giovedì 26 luglio 2012

Kairos

Ci salviamo dicendo e pensando frasi come: tutto cambia, la vita è una ruota che gira, niente è eterno, ci sono dei cicli...blablablabla.
Quando questi cambiamenti si rendono evidenti, quando un ciclo è veramente finito e parlo di cicli della vita chiariamo subito, allora è come prendere una porta in faccia.
Oltre al dolore c'è la sorpresa, la rabbia, la delusione, la tristezza.
Il silenzio che mi ha avvolto nelle strette vie del paese era pesante, era viscido e lento.
Un silenzio che si trascinava dietro una lunga fila di personaggi muti, vivi solo nella mia memoria.
Nomi, visi, frasi, scherzi, richiami, suoni per sempre assenti.
Aspettavo quei nomi, detti solo a metà per riparmiare un tempo arido, che si rincorrevano come segnali: Mà, Bà, Onè, Iò!
Aspettavo suoni di secchi e di fontane, di attrezzi sbattuti...nemmeno più voci di galli.
È il silenzio, quindi, il segnale del tempo?


lunedì 23 luglio 2012

Di cosa hai paura?

Più di duemila chilometri, forse due e cinque, duemilacinquecento chilometri scorazzati nel décolleté d' Italia, con tappe a richiesta, come una corriera di linea ante guerra e con fermate in paesotti che nemmeno immaginavi esistessero più.
Questa Italia che ogni volta mi incanta, da perenne turista ridicola,
 che mi intriga ogni volta,
 anche se parto prevenuta e pronta a sparlarne,
 che solo io posso dirne male e svelarne difetti e peccati ma se poi sento altri offenderla, allora, come una mamma fierissima, la difendo senza mezzi termini, senza pudore, senza vergogna.
Questa Italia, piena di personaggi restati fermi nel tempo, in pausa sul set di in un film di Alberto Sordi,
 piena di uomini sudati e con la camicia mezza fuori dai pantaloni, le mani sporche di olio di motori e gli occhi sorridenti da avventurieri;
 fatta di  donne con la borsa della spesa e il seno grande e lo smalto ammaccato,
questa Italia buffa che la domenica vedi solo uomini al volante.
 Con le immondizie lungo le strade e le scritte sui muri lasciate da sconosciuti filosofi:
"Di cosa hai paura?"
Già, ma di cosa hai paura, Italia?
Incantatrice millenaria, hai solo bisogno di rifarti un po' il trucco, darti una sistemata ai capelli, lisciare il vestito vecchiotto ma dal taglio perfetto e sorridere...sei bellissima!



venerdì 13 luglio 2012

Post con nastrino rosa

Mammografia, di routine.
  Mentre salgo, con un ascensore lurido, in ambulatorio, mi rendo conto che questa sarà diversa dalle altre, sarà una mammografia particolare, simbolica.
 Ho la stessa età che aveva la mia mamma quando le trovarono il tumore al seno ed è estate come lo era allora, in quel disastroso pomeriggio che cambiò la vita sua e di tutti noi.
Coincidenze che non hanno nessun valore ma che girano nella testa come corvi funesti.
Mi siedo in sala d'aspetto ed il silenzio mi avvolge, ci sono tante donne sedute e tutte cercano di avere  un'aria rilassata ma le pagine delle riviste girano in fretta, troppo in fretta, nessuna di noi legge veramente. Ci chiamano a turno ed ogni volta alziamo gli occhi e qualcuna accenna ad un sorriso. Chi non rientra vuol dire che è già partita, è andato tutto bene. Chi rientra deve aspettare la tappa successiva, un ecografia, un'ulteriore lettura dei dati, un agoaspirato.
Una signora rientra in lacrime.
È sola ed io ho voglia di andare da lei e di abbracciarla forte.
 Non lo faccio, nessuna di noi ha il coraggio di farlo, anzi abbassiamo gli occhi per pudore, per non ferirla.
Davanti alla grande macchina schiacciatetterotante faccio un bel respiro. Non mi fai paura, nemmeno quando mi scruti con tutti i tuoi ticchetii e trattengo il fiato solo perchè il tecnico radiologo mi ha chiesto di farlo, cara la mia macchina schiacciatetterotante!
Io passo alla tappa successiva d'ufficio perchè sono figlia d'arte.
 Il mio dossier incute timore, mette in allerta, quindi vengo scortata in sala ecografia.
 Mi sdraio e nell'attesa guardo in soffitto giallino tristino e penso a quanti soffitti ha guardato mamma, in tutti gli anni della malattia. Soffitti d'ospedale carichi di ansia, sempre un po' sporchi, con qualche segno da seguire con gli occhi mentre si aspetta.
L'ecografia è lunga e immagino noiosa per la dottoressa ma lei è meticolosa e non tralascia nemmeno un centimetro. Parliamo della mia età, della coincidenza, della malattia della mia mamma, di esami eventuali e futuri e alla fine, con un sorriso, mi allunga il rotolone dello scottex.
Riparto con la foto delle mie ghiandole, per il momento sane e con un quasi appuntamento per il prossimo anno in un altro centro. Già, salgo di grado e vado nel cortile dei grandi, tra chi non scherza.
Non era una coincidenza, era in giro di boa.
Uscendo, butto l'occhio in sala d'aspetto, alzano gli occhi e mi sorridono.
Guerriere rosa non abbassate mai la guardia.

giovedì 12 luglio 2012

Epistemologia

In questa non estate alsaziana gironzolo in giardino cercando conferme.
Mi dico che la Natura lo dovrebbe sapere che è estate, lei non guarda le previsioni meteo, porta avanti, testarda, il suo corso.
 Seduta in mezzo al prato, faccio finta di ignorare il cielo basso e grigio,  guardo la dinamica vita che si svolge nell'immensa foresta di fili d'erba.
 Mastodontici coleotteri avanzano abbattendo le margherite come caterpillar nelle amazzoniche distese.
 Minuscole formiche li evitano correndo, ottusamente, verso il lavoro.
 Moscerini, incoscenti, sfrecciano bassi attraverso gli steli più alti e ogni tanto atterra,  lentamente, un enorme calabrone facendo un baccano assordante.
Io, seduta immobile, ho la sensazione di essere un Dio-insetto con potere di vita e di morte su tutti loro.
 Allungo un dito e faccio cambiare direzione al grande coleottero che sono sicura mi insulta. Attento! Potrei schiacciarti, blasfemo! Ma sono buona nella mia onnipotenza, lo perdono.
Aiuto una formica a passare attraverso un ponte tibetano che si staglia tremolante sopra una crepa enorme del terreno. Non mi ringrazia e corre via. Vai pure, piccola creatura, il Dio-insetto non chiede riconoscenza.
 Il calabrone mi gironzola intorno curioso, mi osserva, unico filosofo di questo piccolo mondo, si dedica allo studio del Dio-insetto.
 Mi studia, osservandomi per piccoli particolari, sorvola la mano, si attarda sul ginocchio. Così non avrai mai un'idea di insieme, mio piccolo studioso, devi innalzarti di più, essere più mistico.
Improvvisamente due candidi e terribili denti lo catturano, con un suono secco lo schiacciano e, leggermente sbavato, viene sputato in mezzo ai fili d'erba.
Peloso è arrivato, come un cataclisma, imprevedibile e crudele, ha ucciso e se ne è andato. Peloso era il Fato.
Io, Dio-insetto, sono rimasta a guardare.
Si sa che il Fato è indipendente dal volere degli dei.




mercoledì 11 luglio 2012

Di uomini e compleanni...

Sdraiata sul lettone in un caldissimo pomeriggio di luglio, pancia enorme, caviglie enormi, vestitone enorme.
Cerco di pisolare sapendo che il Tecnico, allora iperattivo bambino di quattro anni, è nelle sapienti mani della nonna.
 Li sento chiaccherare, sottovoce, al piano di sotto. Che caldo. Le mosche, attirate dalle galline in giardino, sbattono contro i vetri. Piccoli colpi monotoni che si uniscono alle voci rassicuranti di nonna e figlio.
Mi tolgo il vestitone, chi se ne frega, ho caldo.
 Mi allargo sulle lenzuola, cercando centimetri di cotone fresco.
Scivolo nel sonno lentamente pensando ad un rifugio di montagna con l'aria frizzante. Che meraviglia, respiro. Seduta sulla terrazza mi godo il panorama, la roccia che si staglia contro un cielo azzurro...
La pancia sussulta. Mi metto sulla schiena e accarezzo le varie gobbette che rivelano la presenza di Cucciolo dentro di me. Sssssst buono, tranquillo, facciamo nanna...
Mi rigiro, sono ancora al caldo.
Non ha voglia di fare nanna, si muove nervoso, qualcosa lo disturba.
 In un minuto mi ritrovo come una balena spiaggiata, immobile con poca acqua intorno e l'occhio sbarrato. Urca.
Allungo la mano verso il telefono sul comodino, faccio il numero con le dita che tremano leggermente.
- Scettico? Ciao...mi si sono rotte le acque...vieni subito...
- Mmmm...sono in riunione. Puoi aspettare?
- Secondo te?!!

Auguri Cucciolo e grazie per aver avuto la pazienza di aspettare la fine di una riunione importantissima, ridimensionata causa parto imminente e di non essere nato sulla Milano-Venezia.


martedì 10 luglio 2012

Ci vorrebbe un'amica

Camminare con un'amica al fianco, farle visitare la tua città, parlare in continuazione di tutto, fermarsi in tutti i negozi di antiquariato, mangiare in posticini pieni di gente e raccontarsi e sorridere e commemorare e consigliarsi e... è il modo più sicuro per fare il pieno di felicità.
Perchè l'amicizia è una cosa straordinaria e si capisce ancora meglio quando non c'è, quando gli amici sono tutti, ma proprio tutti lontani, quando ti senti sola solissima, quando pensi di avere qualcosa che non funziona, allora, avere un'amica che arriva con la sua valigiotta è come essere ammalati di domenica e veder arrivare la guardia medica e, magari, il medico è anche un gran pezzo di giovanotto e pure sorridente.
Ecco l'amicizia è così.
E io adesso sto bene, ho fatto il pieno, ho il cuore carico di sorrisi e la testa riempita di parole.
Posso ripartire.

venerdì 6 luglio 2012

Va tutto bene...

Bene, va bene così.
 Mi sono chiusa il portone alle spalle e il suono cupo del legno che ritrovava i battenti, con rumoroso sollievo, ha dato la parola fine ad una avventura iniziata nel 1996.
Lascio fuori, con qualche dubbio, da questo percorso la scuola materna, anche se, i nostri cugini francesi considerano la maternelle una fase importantissima di preparazione alla maturità, incominciando già a tre anni a fare graduatorie, bilanci, valutazione di competenze.
È stata una bella camminata attraverso aule abitate da bambini e ragazzi di svariate nazionalità. Abbiamo avuto compagni di banco svedesi, americani, tedeschi, marocchini, spagnoli, danesi...
Ho distribuito merende a faccini colorati e sfiorato capelli di tutte le sfumature, ho ringraziato più volte la dieta mediterranea che accontentava tutte le esigenze gastroeticoreligiose.
Ho ricevuto pacche sulle spalle da energumeni dal fisico di rugbisti, ho preparato colazioni per una orchestra intera, ho sostenuto squadre di calcio e tremato a gare di judo.
Pitturato farfalle e fiori su guance morbide, soffiato nasini, allacciato centinaia di scarpe, ricoperto libri con plastiche colorate che Christo ci fa un baffo!
Ho incontrato insegnanti straordinari e gente che aspettava la fine del mese e le vacanze scolastiche. Ho studiato il programma di storia almeno due volte, letto Montale un un milione di volte.
Ho atteso fuori dal cancello i visi dei miei figli come se arrivassero sempre per la prima volta e nei loro occhi vedevo riflessa la giornata trascorsa.
 Piccoli guerrieri sporchi di fango e di sugo, con ginocchia sbucciate e nasi rotti, con incredibili avventure da raccontare prese in prestito da pescatori esagerati, racconti di risse degne di film epici, compagni cattivissimi e bambine in pericolo su scivoli altissimi.
 Li ho accolti tra le mie braccia quando queste erano richieste, ho camminato accanto con aria seria quando erano cose da uomini, ho taciuto quando erano momenti troppo difficili e ho riso quando tutto si era ridimensionato davanti alla merenda.
Sono stata compagna di giochi, insegnante severissima, guardiana, complice, mamma.
Adesso è e sarà diverso perchè quel portone ha chiuso una fase in cui le mamme  sono ancora ammesse, accettate, tollerate. Le porte dell'università sono vietate, al limite sono tollerate visite guidate, genitori come turisti curiosi e avidi di notizie che avrebbero quasi voglia di allungare una mano e portarsi via qualche souvenir. Piaciuto? Bene! Ciao mamma, ciao papà!
E va bene, molto bene così!

mercoledì 4 luglio 2012

Prego, si accomodi...


Cucciolo riceve ufficialmente il diploma.
E dopo un bacio accademico entra, elegantemente, nel mondo dei grandi.