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giovedì 31 maggio 2012

Orologio biologico...fermo

Ultimamente sogno bambini. Bambini piccoli, neonati.
La scorsa notte il Tecnico era diventato papà di 100 bimbi, tutto in un botto, con un solo parto.
Sistemavamo i piccoli su un grande letto con una buffa catena di passaggi dalla sala parto. Alla fine della catena c'era il Tecnico che, con un grosso pennarello indelebile, pensava e scriveva di getto il nome sul petto del figlio.
Il primo lo ha chiamato Abramo. Mi ricordo di un Antonio, Angelo, Ascanio...
Non ero per niente preoccupata del numero enorme di nipoti, anzi, godevo del contatto con i loro corpicini caldi e morbidi che stringevo con tenerezza, un attimo, prima di passarli al padre, preso dalla classificazione. Antonio aveva degli stupendi occhi azzurri.

Probabilmente sento che il nido si svuota e avrei una gran voglia di riempirlo ancora 'sto nido.
Avrei voglia di avere  una manina appiccicosa di merenda da stringere per andare al parco, vorrei rispondere a tante domande serie  e buffe, interpretare disegni astratti che raccontano storie complicatissime, sdraiarmi per terra e giocare dentro grotte morbide di coperte e sedie, giocare con le carte Pokemon e fare orrendi robot di lego.

I bambini ci aiutano a vedere il mondo colorato che ci circonda, quando loro non ci sono è un mondo in bianco e nero.
Voglio provare a scrivere una fiaba.
Mi porto avanti.

Invecchio paurosamente.




mercoledì 30 maggio 2012

Emilia

Lo Scettico è emiliano.
Lo Scettico è ottimista, è un gran lavoratore, è coraggioso, è allegro, sempre.
Lo Scettico assomiglia alla sua gente.
Lo Scettico gestisce le situazioni più difficili senza trasmettere ansia, poi, si commuove ascoltando un'aria d'opera.
Lo Scettico adora stare in mezzo alla gente, coccolare gli altri e creare situazioni piacevoli.
Lo Scettico non cerca mai scuse e rimprovera i figli usando l'umorismo.
Questo emiliano mi ha stregato trent'anni fa.
Questo emiliano adesso soffre per la sua gente ed io con lui.



.


Le Alpi, si sa, sono un muro di sasso, una diga confusa, fanno tabula rasa
di noi che qui sotto, lontano, più in basso, abbiamo la casa;
la casa ed i piedi in questa spianata di sole che strozza la gola alle rane,
di nebbia compatta, scabrosa, stirata che sembra di pane
ed una strada antica come l' uomo marcata ai bordi dalla fantasie di un duomo
e fiumi, falsi avventurieri che trasformano i padani in marinai non veri...

Emilia sdraiata fra i campi e sui prati, lagune e piroghe delle terramare,
guerrieri del Nord dai capelli gessati, ne hai visti passare!
Emilia allungata fra l' olmo e il vigneto, voltata a cercare quel mare mancante
e il monte Appennino rivela il segreto e diventa un gigante.
Lungo la strada fra una piazza e un duomo hai messo al mondo questa specie d' uomo:

vero, aperto, finto, strano, chiuso, anarchico, verdiano... brutta razza, l' emiliano!

Emilia sognante fra l' oggi e il domani, di cibo, motori, di lusso e balere,
Emilia di facce, di grida, di mani, sarà un grande piacere
vedere in futuro da un mondo lontano quaggiù sulla terra una macchia di verde
e sentire il mio cuore che batte più piano e là dentro si perde...
passeggia un cane e abbaia al vento un uomo...

Ora ti saluto, è quasi sera, si fa tardi, si va a vivere o a dormire da Las Vegas a Piacenza,
fari per chilometri ti accecano testardi, ma io sento che hai pazienza, dovrai ancora sopportarci....

venerdì 25 maggio 2012

Osc'è che bela...

Cielo azzurro, degno delle mie montagne.
Aria frizzante, che ti viene voglia di prendere lo zaino e andare.
Nostalgia costante, in leggero aumento in fondo al cuore.


Ho trovato, in fondo ad un armadio, una audiocassetta (sembra preistoria) che mi è stata regalata negli anni '80 da don Giuseppe Grosselli.
Questa mattina le voci maschili del coro risuonavano in tutta la casa.
Queste voci sono parte di me, vengono da lontano, mi chiamano, mi lascio trasportare, chiudo gli occhi e sono in mezzo alle montagne, respiro...e canto.

martedì 22 maggio 2012

Le parole chez nous

Sono importanti, sono divertenti, sono musicali, intercambiabili,  buffe, taglienti, offensive, ridicole, golose, sciocche, inutili.
Nella nostra cucina, ad ora di cena, si celebra il Festival della parola e, senza pudore, facciamo a pezzi l'Accademia della Crusca e pure gli Accademici.
Tra menzione a minzione, da  lattuga a lettiga, Cucciolo si avvicina alla maturità, Bac in francese, con un vocabolario che, sicuramente, lascerebbe allibiti i suoi colleghi maturandi italiani.
 Lo Scettico, con scopo pedagogico-linguistico, si diverte a lanciare sciarade per sondare le profondità del lessico filiale e, di parola in parola, ci infiliamo in meandri difficili.
Urca, ma si dice questa parola?
Me la sono inventata o esiste?
Promenarsi per passeggiare, redemarrare per riaccendere, ordinatore per computer, comandare per riservare sono solo alcune delle perle linguistiche che ultimamente produco in tutta libertà.
Solo quando interagisco con persone che parlano un italiano ancora corretto mi rendo conto, dalle loro espressioni allibite, che uso termini che non esistono.
- Non si dice eh?
-Non l'ho mai sentita!
-È carina però, no?!
La lingua evolve. A casa nostra fa le evoluzioni come un bimbo al parco giochi, e si diverte un sacco.



Quindi, Cucciolo, per concludere, spero proprio che avrai una menzione al Bac e non una minzione e che quella povera crista di Lucia Mondello continui ad usare la lettiga per arrivare al castello dell'Innominato e poi, al limite, si faccia un bel piatto di lattuga, per non aver problemi con la prova costume.


lunedì 21 maggio 2012

Ancora macerie...

I bambini e i vecchi hanno gli stessi sguardi saggi e coraggiosi quando ci sono le catastrofi.
I primi guardano increduli, i secondi sono rassegnati e stanno seduti, composti in un angolo, per non disturbare chi, tutto intorno, si agita e reagisce per non pensare alla paura.
I bambini e i vecchi si abbracciano e stanno vicini aspettando che ritorni il sole.


giovedì 17 maggio 2012

Riciclo di post con dubbio finale


Si era finalmente sistemata. La giornata era stata più faticosa del solito.
Proprio tutto sembrava complottare contro di lei. La neve aveva imbiancato le strade,la mattina, cadendo a faldoni enormi, esagerati. In dieci minuti tutto era zuccherato, infarinato e lei aveva dovuto imballare in fretta tutta la casa nella plastica. Le coperte si erano bagnate già durante la notte quando i due gendarmi, scortesi, si erano fermati per farla traslocare. Mentre arrotolava, piegava, infilava nel carrello loro parlavano, parlavano, chiedevano, ordinavano. Pensavano che lei non capisse la loro lingua piena di esse e di effe, piena di madame ma tagliente come la carta dorata dei finti pacchi che decoravano la piazza.
Vado! Vado! Quando finalmente si era ricreata la sua camera da letto nella viuzza parallela, che però era più umida e fredda, la vocina nuova, quella che sentiva da due o tre giorni soltanto, le aveva detto che adesso poteva fare la pipì, tranquillamente, che nessuno se ne sarebbe accorto. In effetti nessuno se ne era accorto ma la mattina il freddo umido le aveva gelato le gambe e camminare era stato veramente sgradevole. Vocina impertinente.
La mattina era stata fredda, rumorosa, sgarbata, come tutta quella gente indaffarata. La pioggia del pomeriggio aveva trasformato le strade in un pantano vischioso e il carrello si incastrava in ogni buco, orma, dislivello.
Aveva mangiato una minestra nel solito ritrovo di brave signore mielose, che sorridevano e parlavano sottovoce ma che non la sfioravano mai, oggi poi, dopo lo scherzo della vocina notturna, nessuno le si avvicinava molto. Le avevano distribuito tanti sorrisi e cioccolatini e  mandarini perchè era la vigilia di Natale. Natale... Capisce? Natale!

Certo che capiva ma non aveva nessuna voglia di rispondere e le piaceva restare immobile, con gli occhi negli occhi del suo interlocutore ad aspettare le reazioni che questo provocava. Buon Natale! Capisce? Tanti auguri!
Adesso le strade erano vuote e silenziose. La camera era pronta, i cioccolatini sul comodino. Se alzava un po' la testa, poteva anche intravedere il grande albero della piazza con le luci dorate e le piccole navi blu che traghettavano elfi e bambini verso la felicità.
La vocina impertinente continuava a dirle di dormire. Aspetta mangio un ultimo cioccolatino.

 Dormi vecchietta.
 Aspetta guardo ancora una volta l'albero.
Dormi nonnina.
 Adesso dormo.
 Buon Natale.

Avevo incominciato ad affezionarmi alla mia clochard. La incontravo in punti fissi della città, agli stessi orari, intenta ai medesimi riti. Avevo pensato a lei mentre mi inventavo questo post natalizio sul blog splinderiano...è circa un mese che non c'è più. Ho pensato di chiedere notizie...ma a chi?

mercoledì 16 maggio 2012

Les copains d'abord...


Chissà perchè, anche ad alti livelli, se si deve organizzare la scampagnata, non si allarga mai troppo il giro di inviti.
Possibile che la parola capacità rimi sempre con prossimità?
Mai abbastanza sicuri da aprire del tutto la porta, sempre spiragli.

Su TF1 ci hanno comunque rassicurato che Carlà ha lasciato la ricetta del tiramisù alla cucina dell'Eliseo. Son cose...

martedì 15 maggio 2012

Ansel, dove sei?



Mìgola cammina tra le margheritine.
Mìgola non ha cinque anni, nemmeno dieci, ma queste ciabattine gialle la fanno sentire leggera e un po' spensierata.
La commessa ha sorriso con tenerezza mentre impacchettava, con cura, i jibbitz colorati.
 Mìgola si fotografa nel prato e il tipo di inquadratura  le ha fatto improvvisamente ricordare questo blog.
 Ansel è stato, per me, fonte di ispirazione nei primissimi mesi di vita del blog, quando tutto era nuovissimo, i blog erano mondi magici, c'era Splinder, Faccialibro era solo per gli adolescenti e i blogger erano allegri e pieni di idee. 
I primi commenti, timidi, sul blog di un vero professionista, li ho fatti firmandomi "Trentina all'estero".
 Quando non ero Mìgola, quando non scrivevo pensieri sparsi in maniera sfacciata.
Ansel, dove sei?

venerdì 11 maggio 2012

Le streghe di Natale


Devo confessare che io ho due vite parallele, già, forse anche tre.
 A volte, direi spesso, dimentico di far comunicare questi mondi e credo di aver detto delle cose da una parte e non dall'altra e viceversa, un po' come le nonne che rischiano di raccontare le loro piccole avventure allo stesso sventurato nipote.
Comunque... ho  raccontato, al mio piccolo mondo di FB, della gustosissima lettura di questo romanzo giallo pieno di umorismo. Avrei dovuto dare, invece, la precedenza al mio prezioso spazio blog, in quanto è QUI  che, casualmente come si conviene a tutte le belle scoperte, ho conosciuto l'autore di Le streghe di Natale.
 Lui, prima, mi ha stregato con i suoi racconti di una Venezia nascosta  e poi mi ha teso l'amo con questa deliziosa serie di romanzi.
Ho scelto, sull'onda del campanilismo, di leggere questo per primo (l'autore mi ha bonariamente sgridato!) che non è affatto il PRIMO romanzo della serie rischiando di non capire certe dinamiche.
Invece, sono subito entrata, senza fatica, nel mondo di Milla e mi sono immediatamente sentita a mio agio negli intrighi gialli-casalinghi. Devo però ammettere che è il narratore che mi intriga, è lui che colora, presenta, nasconde, sorride e manovra la storia standosene comodamente e abilmente seduto nelle varie cucine e trattorie. L'iperattivismo della "moglie in giallo" è perfettamente controbilanciato dalla calma terapeutica di un Carlo che è di volta in volta : spalla, compagno, compare, complice...
Un romanzo gustoso e fresco che si legge tutto d'un fiato e che mi ha fatto, più volte, ridere ad alta voce.
Un romanzo che mi ha fatto viaggiare nella mia terra ma questo è stato un regalo solo per me...
Da leggere senza moderazione!



giovedì 10 maggio 2012

Eroismo

Nel mio, solo apparentemente, tranquillo quartiere un ragazzo di vent'anni ha affrontato un tizio armato che aveva già sparato al rivale in amore e che stava massacrando, con il calcio del fucile, l'amata ormai a terra in fin di vita.
 Il ragazzo passava in auto, era mattina presto, andava al lavoro, ha fermato l'auto, è scivolato alle spalle del folle, lo ha riempito di pugni e bloccato finchè non è arrivata la polizia. I gendarmi lo hanno definito un atto coraggioso ma pericolosissimo.
 Lui ha minimizzato. Non potevo non farlo. Aveva capito che, se non fosse intervenuto, la donna sarebbe sicuramente morta.
Io credo che i suoi vent'anni lo hanno aiutato.
 A vent'anni c'è la forza dell'impulsività, il coraggio dell'incoscienza, la spavalderia dell'energia.
 A vent'anni pensi dopo e, anche dopo, sottovaluti.
C'è chi gira gli occhi e fa finta di niente anche quando dei ragazzini brufolosi fanno i bulli in tram e c'è chi non ha paura di un pazzo armato di fucile.
Il coraggio è fatto di paura. Il coraggio é la forza di non ascoltarla questa paura, è pensare che, se c'è uno motivo giusto , tutto andrà bene.


Vi giuro che, sulla foto, il nostro eroe assomiglia un po' a Leonida.
Speriamo non si rovini con l'età, per il coraggio dico.

mercoledì 9 maggio 2012

Indovina chi viene a cena?

Parlare di filosofia, di matematica intuitiva, di Heidegger, di Husserl.
 Chiedersi quale sia il profondo legame tra filosofia e matematica e cercare, nei cassettini della memoria, le idee sui numeri di Platone e di Aristotele.
 Non meravigliarsi poi tanto che un informatico sia laureato in filosofia.
Sentirsi ancora un essere pensante dopo una giornata di casalingaggine è proprio una bella sensazione.
Avere ospiti con un cervello funzionante a cena è un regalo che, ultimamente, mi faccio raramente, peccato!




Ho voglia, anzi, ho bisogno urgente di socializzazione intelligente...

lunedì 7 maggio 2012

Monsieur le Président...

Le destre mi inquietano
ma questa sinistra mi lascia perplessa.
I toni della destra mi fanno sorridere
ma le promesse della sinistra mi preoccupano.
Temo delusioni molto prossime e un'austerità travestita da misure ineluttabili.
Però la sinistra è allegra, è giovane, è colorata e ama la musica buona,
la sinistra ama la festa di piazza,
i fiori rossi,
i cortei di moto,
e canta Bella Ciao.
Impossibile, per me, non avere un po' di speranza per questa sinistra "promettente".





Auguri Monsieur le Président!

giovedì 3 maggio 2012

Faccia a faccia

Sarà perchè nessuno chiederà mai il mio parere, sarà perchè ho salito un milione di scale, sarà perchè sono ambedue noiosi, ma al terzo: C'est un mensonge! mi è calata inesorabilmente la palpebra.
Un ipnotico match da fondo campo, schemi classici destra-sinistra: io assumo, tu licenzi ma tu come fai ad assumere? vedi tu che io torno ai 60 anni per la pensione, voglio proprio vedere come fai, tu hai fatto i regalini ai tuoi amichetti ricchi, tu sei un fellone bugiardo...
E così, da una posizione seduta, che denotava la giusta predisposizione all'ascolto, sono lentamente scivolata in posizione più comoda, poi ho messo su le gambe, poi ho sistemato il cuscinone, poi mi sono messa sul fianco, che è meglio per la schiena e infine ho pensato che era strano che parlassero di limoncello durante il confronto politico, forse Carlà lo conosce il limoncello, che poi volevo chiederle mi scusi signor Hollandè vado bene da questa parte? 'Che mi hanno detto che se continuo verso sinistra finisco ad Amalfi e se vado a destra c'è Fessenheim che, se un giorno cede, va tutto a schifio e ci troviamo anche noi fosforescenti...
Poi il signor Hollandè ha fatto uno dei suoi sorrisini maliziosi e si è avvicinato al banco dove sedeva il piccolo Nicolas , con la bacchetta che sibilava sinistramente,  allora Nicolas ha detto: non siete voi che date i voti qui!

Io non so come andrà a finire, ma spero tanto che i francesi siano restati seduti composti, ieri sera, davanti alla tv.

mercoledì 2 maggio 2012

Perversioni stagionali

Per quale strano meccanismo mentale quando  torno da una vacanza  cerco, in tutti i modi, di annullare immediatamente tutto il benessere accumulato?
Oggi, dopo due giorni magici, di riposo in un posto incantato, ho pensato bene di fare il fatidico "cambio armadi"!
 Formuletta malefica che indica l'atto di spostare vestiti, la maggior parte mai indossati nella stagione scorsa, in anfratti alti e nascosti degli armadi, per sostituirli con vestiti che, per la maggior parte, non verrano indossati nella stagione a venire.
Questa perversione stagionale ha messo a dura prova la mia schiena ma non è riuscita a cancellare i colori e i profumi che mi hanno accompagnato lungo tutta la giornata. Profumo di limoni, di mare...profumo di costiera amalfitana che sale fino a Ravello e ti avvolge.


No, maledetto armadio,io ero e sono ancora in vacanza...con la mente!