La signora del terzo piano dice che devo uscire, prendere aria. Però nessuno mi guarda, nessuno mi parla.
Ascolto i passi del ragazzo che porta la pizza al quarto piano. Doppio formaggio e peperoni, credo.
Mangiamo una pizza? Chiami tu? Parlano troppo in fretta, non ci riesco e fanno un sacco di domande.
Nel frigo è rimasto il barattolo dei sottaceti che avevi comperato, ma solo il liquido, ed è tutto bianco, le medicine che il dottore ti aveva dato e che andavano in frigo, lo so, ci sono e la marmellata di prugne, quella che ti piace ma non la mangio, ti giuro.
Non posso guardare più la televisione perchè la luce è andata via da tanti giorni.
Te ne sei andata?
Vuoi che ti leggo il giornale? Piano, piano, con calma una parola dietro l'altra. Lo so. Sono bravo, mi sono esercitato, tanto il giornale lo conosco tutto, è quello che aveva portato il dottore l'ultima volta e che aveva scordato sul tavolo.
Avevi promesso che non mi avresti mai lasciato, però.
Hai detto che avrei capito. Ci penso tanto, mi concentro.
No, non ho capito.
Parlano tutti in fretta, non mi guardano negli occhi, non squilla più il telefono.
Dove sei andata?
Non ho ancora capito.
Mi dicevi che c'è un posto molto bello dove vanno le persone quando si fermano e che poi stanno tutte li e aspettano gli altri, quelli che gli volevano bene. Io ti voglio bene. Anche quando mi sgridi che sporco il divano, anche quando apri l'acqua della doccia, ti voglio bene. Anche quando grido forte e tu mi fai gli occhi grandi e dici che arriva la portinaia che parla strano e che è piccola, piccola.
Spero che non arrivi proprio adesso la portinaia, la signora portinaia, scusa, a bussare perchè mi sono infilato un tuo vestito sopra le braghe del pigiama, che profuma tantissimo, il tuo vestito, e mi sono coperto con il tuo scialle, quello della zia Claudine che ti aveva prestato per andare all'ospedale, quella volta dell'operazione. Ricordi?
Sono lunghe le giornate e senza luce anche la notte è lunga.
Credo proprio che vengo anch'io in quel posto, che tanto non mi diverto più, qui, senza di te, mamma.
Per capire meglio il post
ho un nodo in gola
RispondiEliminale lacrime mi annebbiano la vista
accidenti...che mondo crudele con i più deboli...
spero proprio sia così, che ora siano insieme e in un paradiso perfetto...
Lo spero anch'io! Però chissa perchè la notizia non mi ha meravigliato...i parigini sanno bene cosa sia la privacy o meglio sanno bene farsi gli affari loro! Non per niente durante la canicola del 2003 ci furono moltissime persone anziane che morirono soli nei loro appartamenti, soli e senza nessuno che si preoccupasse per loro! Adesso devono fare le pubblicità in estate per dire alla gente di fare attenzione ai loro vicini se anziani o malati...ma c'è bisogno di dire queste cose?? Pare di si! :-(
EliminaChe tuffo al cuore!
RispondiEliminaChe tristezza...
EliminaE' un post che mi ha messo addosso una certa inquietudine. Tutto bene, vero?
RispondiEliminaCiao
Tutto bene...a volte la cronaca mi colpisce in modo particolare e ho voluto immaginare i pensieri di questo pover'uomo, solo, in una Parigi che sa essere molto crudele (Paname è il termine che usano i giovani della periferia per dire Parigi).
RispondiEliminaHai letto il link?
Che bel post Migola, mi sono emozionata
RispondiEliminaGrazie Maude!
EliminaMi era sfuggito il link in fondo al post e mi cospargo il capo di cenere (tanto avendo i capelli pepe e sale, non si nota molto). Cmq grazie per avermi tolto le indebite inquietudini. Che vuoi farci? Scusa, ma dopo una certa età si diventa ansiosi...Ciao
RispondiElimina;-)
EliminaScusarti di cosa?
Un abbraccio!