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mercoledì 28 marzo 2018

Scatole cinesi

Sono tanti anni ormai che scarabocchio pensieri da queste parti. Penso di aver festeggiato gli undici anni di blog e i sei/sette di presenza su Faccialibro. Tanti anni di riflessioni, momenti della mia vita condivisi con persone sconosciute, messaggi in bottiglia, voglia di raccontarmi, paura dell'oblio.
Ogni tanto c'è  qualcuno che mi chiede ancora: perché?
La prima volta che ho letto un blog ne sono rimasta affascinata eppure era semplicissimo, gli argomenti trattati erano lontani da ogni mio interesse. Se non ricordo male parlava di modellismo, raduni di appassionati del settore e ricordi dei tempi del militare. Roba che se avessi visto un saggio sull'argomento in libreria manco avrei allungato la mano.
 Eppure questo signore mi teneva seduta scomoda davanti ad un aggeggio, all'epoca solo un pelino più  misterioso che adesso, per delle ore. Aspettavo con ansia la tappa successiva del montaggio della parte A sul motore della parte B e leggevo i commenti che trovavo precisi, competenti, preziosi. Ricordo ancora che una sera chiesi al Tecnico delucidazioni su questo spazio fantastico che io, me medesima da sola, avevo scoperto in rete: "è un blog, mamma!  Ce ne sono tanti... Ma allora non è un genio solitario!?
No, di geni ce n'erano parecchi sul mercato, alcuni stratosferici, divertenti, colti, frizzanti e pieni di idee. Un mondo parallelo. Quello che mi affascinava era scoprirli, cercarli, aprire il blog ed iniziare a conoscere chi si nascondeva dietro nomi fittizi, alter ego divertenti, descrizioni stringate ma intriganti.
Mi fidavo dei commenti. Quando un commento mi colpiva particolarmente per l'ironia o l'arguzia o il cinismo allora andavo a scoprirne il blog. Devo dire che  in genere i post rispecchiavano il tenore dei commenti e mi si apriva un altro mondo.
 Scatole cinesi infinite, blog che portavano ad altri blog in un gioco infinito di pensieri.
 Non mi ricordo quando ho avuto il coraggio di lasciare il mio primo commento ma ricordo perfettamente a chi e soprattutto ricordo l'ansia, il dubbio: come mi firmo? Mica potevo mettere il mio nome in quel covo di  geniali anonimi. Ma io un soprannome non lo avevo. Il mio primo commento l'ho firmato: trentina all'estero. Fantasia sfrenata...

continua...

martedì 27 marzo 2018

Come i vermi...

Eccomi di ritorno. Ciclica. Come i vermi.
 Lo so non è una bella metafora ma sono stati proprio loro, questa mattina mentre passeggiavo 60ChiliFelici, a farmi venire voglia di tornare da queste parti.
Loro tornano sempre, tutte le primavere, puntuali come un'invasione biblica. Escono da non so dove e   a migliaia si passeggiano sul cemento di marciapiedi e strade. Sospetto un qualche evento riproduttivo ma non ne sono sicura perché sembrano farsi solo i fatti propri. Potrebbe essere un tentativo di suicidio di massa legato a qualche pratica religiosa dei vermi.
Io, che  soltanto da una settimana faccio yoga ma che mi sento già sulla via dell'Illuminazione, saltello tra uno e l'altro cercando di risparmiarmi  qualche reincarnazione. 60ChiliFelici è assolutamente disinteressato e li schiaccia e travolge senza remore, comunque per lui prevedo parecchie reincarnazioni ancora.
Dicevo che sono di ritorno.
Ho bisogno di pensare, ho bisogno di silenzio e di trovare qualcosa che sia più concreto e duraturo.
Sono stanca di questo frastuono di sottofondo che accompagna le nostre vite, di esperienze ed emozioni che durano cinque minuti, di pensieri e teorie usa e getta, di punti esclamativi che valgono niente e che si annullano in pochi istanti, di persone che  sorridono e passano, amicizie effimere, di contenitori vuoti.
E se tutto intorno tutto cambia allora vale la pena di fermarsi e guardarsi dentro o di guardare fuori ma in modo totalmente diverso.
Ma forse sarà solo un momento come per i vermi. Loro fuori in un'orgia di luce e suoni che li ucciderà ed io sottoterra, metaforicamente sia chiaro, in riposo e riflessione.
E questa è la mia tana, silenziosa e poco frequentata, dove scrivere e pensare.
Eccomi di ritorno.