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giovedì 29 novembre 2012

Profumo di politica

Io avevo uno zio comunista e avevo un papà socialista.
Mi resta uno zio di destra ma destra destra, mica 'sta robetta azzurra.
Erano tre fratelli e le loro discussioni politiche risuonano ancora nei pomeriggi  pasquali della mia memoria.
Uno dei tre sognava la Russia come la terra promessa.
Mio padre parlava di Pertini, Saragat, Nenni. L'altro  citava Almirante.
Noi bambini, finito il lunghissimo pranzo domenicale, chiedevamo il permesso di alzarci da tavola, impazienti di correre dietro ai nostri giochi e ai nostri amici.
 Le donne impilavano rumorosamente piatti e posate, spostavano zuppiere, gridavano raccomandazioni.
Solo allora i tre si sedevano vicini, nell'angolo del tavolo e finivano tutti i fiaschi, versavano il vino in fretta nei bicchieri bassi e robusti 'chè mica si guardava o si annusava il vino, allora, si beveva.
E forse c'erano proverbi alla Bersani, di sicuro c'erano bestemmie come pane, c'erano pugni sul tavolo e risate e poi ancora bestemmie. Le parole che dicevano forse non profumavano di sinistra ma la politica era vissuta e indossata sulla pelle come una tuta blu o una divisa.
Un pomeriggio il tavolo risuonava più del solito sotto il peso di bicchieri appoggiati con decisione  e devo aver chiesto se papà e gli zii litigavano ma una voce femminile rassegnata mi ha risposto:" No, parlano di politica!
Con questa mia storia familiare alle spalle come posso restare sveglia di fronte agli attuali confronti tra politici, secondo voi?

giovedì 22 novembre 2012

Rastrellando

L'albero in fondo al giardino canta la canzone dell'autunno
e fruscia e scricciola  e sibila.
L'albero in fondo al giardino caccia gli uccelli che ha accolto in estate
e si scrolla e si gratta e si libera.
L'albero in fondo al giardino si spoglia per infilarsi nel letto dell'inverno.

mercoledì 21 novembre 2012

Era saggio il mio papà...


Pelosone è tornato dalla pensione.
 Poichè non siamo in periodo di vacanze scolastiche, i cani erano pochi e ci è stato offerto uno degli appartamentini, in genere riservati a cagnolini delicati.
Abbiamo quindi preso il pacchetto extra lusso con salottino e, lo abbiamo scoperto dopo, allegra compagnia di pastora tedesca arrivata all'ultimo momento.

Foto scaricata dal sito della pensioncina alsaziana.

Non aggiungo altro.
Ma mio padre dopo 15 giorni che era arrivato Pelosone in famiglia sentenziò: "Vi siete rimbambiti*con questo cane!"
*Poichè era toscanaccio verace non utilizzò proprio la parola rimbambiti e forse c'era qualche altra colorita definizione.

Era saggio il mio papà.

martedì 20 novembre 2012

Bibidi Bobidi Bou*

Quando ci sono troppi avvenimenti il blog si blocca.
 Un po' come succede quando si vuole vedere un video, più è pesante e in genere interessante, più l'immagine si blocca e la strisciolina verde avanza a fatica...credo esistano termini tecnici per questa situazione.
Questo per dirvi che se ogni tanto passate di qua e non vedete aggiornamenti sappiate che nel mondo Mìgola al contrario c'è fermento, in genere.
È passato di qua il Tecnico in versione malaticcia e preoccupata.
È passato di qua il Cucciolo in versione affaticata e preoccupata.
Ho cercato di tamponare i diversi problemi con rimedi naturali e casalinghi: piatti enormi di pasta, tisane, litri di spremute, crauti, nutella, passati di verdure, acqua calda ed eucalipto. Forse non esattamente in quest'ordine.
Come tutte le pozioni magiche non ha funzionato immediatamente, c'è stato il momento suspance e poi... pof pof... le buone notizie sono arrivate, le vocine si sono trasformate nei vocioni sicuri da "tutto sotto controllo" e la storia ha ripreso il suo corso normale con i personaggi sorridenti.
Ho pulito bene il calderone e l'ho sistemato in ripostiglio per la prossima situazione di crisi.
Si riparte...


*Ognuno ha il suo modo personale di segnalare che, oggi, è la giornata mondiale dell'infanzia!

martedì 13 novembre 2012

Medicina 33

Ma lo sapevate che il nostro intestino, tutto spantacchiato e steso stile moquette, che l'esempio ci casca bene per una questione di villi intestinali, è grande quanto un campo di calcio?
Che la parete intestinale è sottile come la carta per fare le sigarette?
E che abbiamo due chili di flora intestinale?
Che le medicine contro le micosi attaccano il fegato e sono della "merda*"?

*Il termine che ho utilizzato è assolutamente scientifico perchè lo ha utilizzato il mio medico!

Se lavorate per qualche casa farmaceutica e non apprezzate questo post sarò lieta di organizzare un incontro con il mio medico di base per ulteriori spiegazioni, disegni, letture di riviste mediche e prontuario di circa mille pagine.

Questa volta niente pendolino...non sempre ci possono essere esami invasivi e non è bene pesare troppo sulla securitè sociale!


martedì 6 novembre 2012

"Nicht Knödel mit Spaghetti mischen"!

Ho finito di leggere Eva dorme di Francesca Melandri e come sempre quando mi appassiono ad un libro, poi soffro di profonda nostalgia per i personaggi della storia. Chiudo il libro e mi chiedo: adesso cosa farà Eva? E Gerda come affronterà il rapporto con sua figlia? E Vito cosa avrà pensato...
Questo libro è stato soprattutto un viaggio nel mio passato, i personaggi erano così veri che probabilmente li ho incontrati nella mia infanzia e se non proprio loro qualcuno che gli assomigliava moltissimo.
Eppure mi sono sentita anche profondamente ignorante perchè tante, troppe cose, non le sapevo, perchè tante sfumature non le avevo colte, perchè, nonostante l'amore che provo per questa terra, non mi ero mai presa la briga di scavare un po' più con le mani nel suo profondo e mi sono sempre accontentata di contemplarla, illudendomi di farne parte.
 Il paesino dove ho trascorso i primi anni della mia vita è esattamente come il paese di Gerda e il primo maschio adulto di cui mi sono innamorata, dopo mio padre, portava con eleganza e fierezza il  Bauernschurtz,profumava di bosco e aveva l'andatura legnosa dei nostri contadini.
Ho sempre pensato che mio padre, comandante di una caserma spropositata per la grandezza del paese, se la fosse cavata egregiamente nonostante le pressioni a cui era stato sottoposto, lo si capiva, senza ombra di dubbio, dal rapporto che era riuscito ad instaurare e a mantenere poi negli anni con le persone. Un rapporto di estremo rispetto che partiva dalla consapevolezza di essere "al servizio" della gente, sempre e ovunque.
Se si dice "essere in servizio" vorrà pur dire qualcosa, mi diceva, anni dopo.
I suoi mille aneddoti degli anni altoatesini sarebbero piaciuti, credo, a Francesca Melandri e avrei amato molto che alcune delle sue storie  e certi personaggi rivivessero in questo romanzo splendido.
Ad esempio il contadino mite e taciturno che il fine settimana andava nel bar del paese, poi,  quando finalmente il tasso alcolico gli dava il giusto coraggio, si avviava con passo incerto ma convinto verso la caserma, si piazzava a gambe larghe davanti al cancello e incominciava a gridare insulti in un italiano approssimativo all'indirizzo dell'Arma. Mio padre lo ascoltava seduto alla scrivania, terminava di fare le cose che aveva iniziato poi usciva nel cortile e lo invitava ad andare a casa. A volte riusciva a convincerlo, altre volte, quando si rendeva conto che il vino non gli avrebbe permesso di ritrovare la strada del  maso, lo accompagnava nella cella di sicurezza, annuendo seriamente ai vari insulti, lo metteva a dormire lasciando aperta la porta della quasi prigione e dando ordini al piantone di lasciarlo partire all'alba. Durante la settimana poi parlavano di caprioli, di campagna, di galli cedroni, come vecchi amici.
Eppure le bombe c'erano e la paura di incontrarne una in qualche piazzola era forte e tangibile. Mio padre non ha dormito per decenni, anche dopo il congedo, troppa l'abitudine al pattugliamento notturno, troppa l'ansia di riportare in caserma i suoi ragazzi.
Ogni tanto scattava l'allarme per un'esplosione e papà partiva salutando mamma con un'espressione tra il rassegnato e il divertito:" Hanno fatto saltare ancora il povero Tolomei! Andiamo a raccoglierlo!"
Ed io bambina fantasticavo sulla storia horror del povero Tolomei che ogni tanto si ritrovava scaraventato fuori dalla sua tomba dove, chiaramente, lo immaginavo sempre intatto!
Potrei raccontarvi decine di queste storie ma forse è meglio che leggiate Eva dorme perchè è sicuramente l'occasione di conoscere meglio, se ne avete voglia, la storia di un pezzetto di Italia che non è solo gerani, vigne, e montagne rosate ma un angolo della nostra storia poco illuminato per tanti, troppi anni.