I ricordi che non sono mai stati condivisi non avranno nemmeno la possibilità di essere rivissuti nella mente e nelle parole di qualcuno che li ha fatti suoi e che li racconterà a sua volta.
Molte volte mi rendo conto che racconto ricordi che non sono miei ma dei miei genitori; piccoli avvenimenti che non ho mai vissuto realmente ma che fanno parte del mio archivio della memoria, fatti accaduti prima che io nascessi e che non ho visto con i miei occhi ma che ho visto con il cuore e la mente mentre qualcuno me li tramandava.
Tramandare i ricordi è cercare di andare lontano, è un modo per allungare la propria esistenza oltre i limiti biologici, è vivere nel futuro attraverso la mente di altri.
Ma come si possono, oggi, tramandare i ricordi, gli aneddoti, i piccoli, apparentemente insignificanti, tasselli che compongono la nostra memoria? La vita è veloce, le persone sono lontane, i tempi in cui ci si ritrova brevi e concitati e manca lo spazio dei ricordi. C'è l'urgenza di raccontarsi la quotidianità concreta. Anche lo scritto è veloce come i mezzi che usiamo e tutto viene macinato e dimenticato ancora più in fretta. Il vero ricordo, quello che diventa parte del proprio DNA ha invece bisogno di molto tempo, di ripetizione, di condivisione di pancia, di stupore, di tenerezza, di occhi grandi che seguono la danza delle labbra di parole già sentite almeno venti volte sempre uguali. Allora quelle immagini entrano nella tua mente e diventano parte di te e tu sarai pronto a divenire un aedo, un cantastorie di ricordi che andranno lontano.
Ho ricordi, credo, belli da tramandare ma in che formato? In quale modalità?
E poi ci saranno cantastorie volontari che sentiranno il bisogno di coltivarli questi miei ricordi?
I ricordi di questa meravigliosa donna dove andranno? Quante sfilate del 4 luglio sono mescolate nella sua mente? Che America potrebbe raccontarci? Chi raccoglierà i suoi racconti?
Dal numero di domande che ho scritto è chiaro che questo argomento mi mette qualche ansia e credo che il compleanno appena passato abbia scavato una profonda ruga mentale che mi riporta indietro nel passato con uno sguardo diverso verso il futuro.
Questa settimana sono finita in pronto soccorso per la puntura di una vespa. Una piccola bestiola in ansia per il suo nido che mi ha trasformato in un mostro violaceo e che mi ha costretto a rapportarmi con le mie debolezze, le mie paure più profonde, la mia scarsa autonomia ancora e la sanità americana, efficace, veloce, con le medicine nei barattolini personalizzati e con le pastiglie contate, con le infermiere che ti chiamano "tesoro" e ti fanno un sacco di complimenti su scarpe e maglietta, forse per distrarmi dalla consapevolezza di avere un labbro che sembrava una bistecca penzolante e la bavetta che usciva dall'angolo della bocca.
Spunturata come un cavallo da corsa con steroidi e rimessa in libertà, pronta a fare la lagna qui sul blog.
Abbiate pazienza.
Sono venuta a conoscenza da poco di una sorta di database online della memoria: si tratta di un sito che raccoglie testimonianze da tutto il mondo; si tratta essenzialmente di video nei quali vengono intervistate delle persone con l'intento di tramandare ricordi e preservare il patrimonio culturale dell'umanità. Trovo sia un progetto splendido! E me lo ha fatto venire in mente col tuo racconto...
RispondiEliminaNon lo conosco ma trovo che sia geniale, Sabina! Se ti capita girami un link, mi piacerebbe dargli un'occhiata! Baci
EliminaAugurissimi Mìgola per un compleanno importante.
RispondiEliminaPensa che pozzo di memoria dovrei essere io che ho da poco compiuto una volta e mezza + 1 i tuoi anni!... Mi saprai dire...
Grazie Guido!! E auguri anche a te...un abbraccio grande.
EliminaQuesto post mi ha fatto pensare molto, perchè al di là dell'importanza dei ricordi mi chiedo se è giusto continuare a guardare al passato come strumento per "andare lontano" o sarebbe meglio riuscire a concentrarci sui progetti, speranze, sogni futuri? Trascorrendo molto tempo con la mia augusta mamma ultimamente parliamo molto del passato e ricordiamo i bei tempi andati, ma se per lei che ha 91 anni è un dolce ripercorrere strade più felici per me è come chiudermi in una prigione dorata dove tutto è congelato e non c'è alcun divenire. (Chissà se sono riuscita a rendere l'idea)
RispondiEliminaCerto Margherita...bisogna trovare il giusto equilibrio. La tua mamma è normalmente immersa nei suoi ricordi che non vuole che si perdano e te li tramanda con il metodo di cui parlavo, la ripetizione. Ma poi c'è l'oggi e il domani che devono essere freschi, attivi e vigorosi...altrimenti ci trasformiamo in archivi!! ;) Un caro saluto.
EliminaDopo le 10 ore odierne trascorse con lei mi è difficile ritrovare il mio equilibrio ma domani è un altro giorno, come sempre si va avanti!
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