Io sono una donna. Sono bianca, a parte le macchie di vecchiaia che incominciano a colonizzare mani e viso.
Ho occhi azzurri che mi hanno sicuramente regalato piccole opportunità che forse non avrei avuto con occhi meno appariscenti. Gli occhi azzurri sono assolutamente sopravvalutati, credetemi.
Ho i capelli ricci e quelli invece sono una gran cosa, ti fanno risparmiare lunghe ore di parrucchiere e di spazzole torturatrici, certo bisogna saper convivere con un certo stile bohémien o slandrone come avrebbe detto a questo punto mia madre.
Sono stata una bimba paurosa e una lettrice bulimica, ballerina improvvisata, sciatrice passionale e roccambolesca.
Quando ero adolescente facevo moltissima attenzione a come camminavo, convinta che la gente, per strada osservasse i miei passi ma non amavo comunque prendere l'autobus e quindi facevo chilometri, con autocontrollo della postura, per andare a scuola. Mentre comminavo, per passare il tempo, trasformavo le cose e le persone che vedevo in storie, raccontate in terza persona, come nei romanzi di cui mi ingozzavo la notte, fino alle due o alle tre. Leggevo con la mano sull'interruttore della luce, pronta al minimo rumore, come un pistolero. Se qualcuno si alzava, per andare in bagno, spegnevo accompagnando il pulsantino lentamente, per evitare anche il ridicolo clic, mi infilavo in fretta sotto le coperte, con il libro aperto, per non perdere il segno, attaccato alla pancia. Molte volte mi sono ritrovata così la mattina, con i libri come panciere, come borse dell'acqua calda. Parole tenute al caldo, meditate visceralmente.
Con la matematica ero invece un disastro. I numeri, al contrario delle lettere, mi avevano dichiarato guerra fin dalla prima elementare. Per farmi dispetto si chiudevano in un mutismo antipatico e quando dovevo fare qualche calcolo mentale c'era un silenzio irreale in testa, un vuoto desolato che si trasformava in panico mentre scorrevano i minuti. Le tabelline erano un vero incubo e al maschietto odioso del primo banco, che alzava la mano mentre io cercavo un numero credibile da dire alla maestra, sottovoce profetizzavo: vedrai domani al tema, spia. Tanto il tuo tema non lo legge mai la maestra.
Ho sempre amato ridere, eppure il mio punto debole erano proprio i denti, troppo grandi e con la gengiva che sembrava volersi divertire proprio come me e si mostrava, incontrollabile. Ricordo che mia nonna aveva un rimedio, diceva, bisogna massaggiare il labbro superiore partendo da sotto il naso e scendendo lentamente. Non ho mai capito se questo dovesse servire per allungare il labbro e renderlo quindi più pesante e quindi più difficilmente rialzabile o se servisse alle terminazioni nervose, che so, per renderle più consapevolie quindi più facilmente controllabili, per un sorriso più contenuto. Insieme facevamo la ginnastica per il labbro per lunghissimi minuti e lei mi raccomandava di farla anche la sera, prima di dormire. Io non l'ho mai fatto perché avevo paura che il labbro superiore diventasse come quello di un cammello che avevo visto al circo e sinceramente preferivo tenermi la mia gengiva sfacciata che avere un labbrone pesante. E intanto continuavo a ridere.
Io sono una donna. Adesso leggo molto meno perché lo Scettico sboffonchia, si gira teatralmente, urta involontariamente il libro con il braccio, si scusa e dice: no, no, leggi pure.
Vorrei ogni tanto mettermi ancora il libro sulla pancia ma si sa che invecchiando il sonno diventa più leggero e mi ritroverei con gli angoli della copertina nelle costole senza riuscire a meditare visceralmente o peggio ancora, potrei ritrovare il libro sotto lo Scettico, come uno spessore, come quelli per gli armadi per tenerli dritti e far scorrere le ante. Allora metto via gli odiati occhiali da lettura, chiudo il libro con il segnalibro che mi ha regalato il Tecnico, con la capra in giada che spenzola e che, immancabilmente, urta il vetro del comodino facendo un rumore esagerato nel silenzio della notte e spengo la luce, facendo comunque attenzione al clic dell'interruttore.
Io sono una donna.
Ho letto questopost proprio oggi pomeriggio che ho due orette libere dopo settimane di fuoco e sai che faccio? Mi metto subito a leggere! Anche io leggevo di nascosto, con la lucetta sotto le coperte! Chissà se c'è qualche bimbo che ancora lo fa,
RispondiEliminaCome va la lettura Cecilia? :)
EliminaForse i bimbi di adesso giocano con il cellulare sotto le coperte e non hanno nemmeno bisogno di tenere accesa la luce. Le cose cambiano!
Che bel post!
RispondiEliminaGrazie Annalisa...
EliminaSei una bella persona
RispondiEliminaCinas...grazie...
Eliminauna donna... meravigliosa! complimenti i tuoi post sono sempre vividi e pieni di anima! buon week-end! Renata
RispondiEliminaGrazie Renata...proprio meravigliosa no ma graziosa dentro e fuori, spero! Un abbraccio.
EliminaSei una donna molto piacevole, merito anche della lettura, penso.
RispondiEliminaCristiana
Lo penso anch'io Cristiana...la lettura regala colore alle persone. Chi non legge resta un po' sbiadito! ;) Grazie.
EliminaCome mi somigli! Intendo negli approcci matematico/letterari
RispondiEliminaProblemi con le tabelline? ;)
EliminaOnorata di avere dei punti in comune con te!
Un abbraccione.
Per il post precedente, avendola conosciuta, faccio fatica a pensare ad un maresciallo, come è nel mio immaginario, piccolo e minuto come era lei.
RispondiEliminaSei donna. Davvero?
Hai la fortuna, fra le altre, che non dimenticherai, che non ti passerà per la mente di farti siliconare le labbra.
Sei una bella ragazza e gli occhiali per leggere ti abbelliscono ulteriormente.
Credi a me.
Grazie Guido...il complimento sugli occhiali da lettura è moltissimo apprezzato!!
EliminaTu hai conosciuto mamma proprio alla fine ma ti assicuro che se tu l'avessi vista qualche anno prima i gradi dati da papà non ti avrebbero sorpreso. Una generalessa che ti faceva dimenticare la sua altezza in pochi attimi e occhi azzurri che comandavano senza bisogno di parole. Occhi da Pompeo! ( il nome del suo papà...un nome un programma!) ;)
Mi hai fatta emozionare.... non so, per come hai raccontato quando da bambina leggevi di nascosto, per come ti sei descritta ora...
RispondiEliminaGrazie Lory...è bello trasmettere emozioni, forse è proprio lo scopo del blog, in fondo. Torna a trovarmi...io provo ad emozionarti! ;)
EliminaBuongiorno. Fai male ad abbandonare le abitudini adolescenziali, sono quelle che ti hanno cresciuta così come ti descrivi. Scrivi più che decentemente e ciò dipende dalla lettura protratta, quindi usali i libri ancora come conforto all'esistenza e al buio notturno.
RispondiEliminaHai l'invito al commento più civile e interessante che io abbia incontrato in anni di rete.
Grazie Nessuno...
Eliminaleggo, leggo magari meno la sera per questione di età, di occhiali e di posizione, di Scettico insofferente...ma le occasioni non mancano.
Anche io leggevo fino a tardi addormentandomi spesso con la luce accesa e ho sempre avuto un grosso problema con numeri e tabelline!
RispondiEliminasei una donna che scrive molto bene!
Grazie Mamma...magari le lettere non vanno d'accordo con i numeri e da bambini bisogna scegliere, chissà! Chi legge non ha tempo per la matematica!! ;)
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