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mercoledì 20 febbraio 2013

Ti ricordi?

Mìgola è in trasferta.
 Mìgola è in versione mamma orgogliosa in terra svizzera e le giornate scivolano via leggere proprio come fanno le anatre sul lago che si guardano intorno e non sembrano mai occupate in qualche attività. Alzano il becco verso le montagne, osservano i pochi turisti che passeggiano, si godono il sole e il cielo azzurro.
Sembrano aspettare ma non è così, si lasciano levigare dal tempo per essere pronte alla bella stagione.
Anche i gabbiani sono lenti. Non lo vogliono ammettere ma sono infreddoliti rispetto alle anatre. Animali marini in trasferta, se ne stanno come i malati di tisi nei sanatori tutti in fila al sole, aspettando giorni migliori.
Ho consegnato al futuro anche Cucciolo, che, tremante nel vero senso della parola, si è buttato senza respiro lungo, nel primo giorno del resto della sua vita.
Lunedì mattina era grande, elegantissimo, organizzato come mai io lo sono stata. Cartelletta con tutti i moduli, diplomi, certificati, nessun intoppo solo presentazioni, strette di mano, saluti educati e merci monsieur, oui monsieur.
Ci siamo seduti tutti e tre, Tecnico, Cucciolo ed io ad ascoltare il secondo discorso di inaugurazione, il primo risaliva a tre anni e mezzo fa, abbiamo applaudito, sorriso, ricordato ed io mi sentivo piccola tra i miei due uomini. Avrei voluto dilatarla all'infinito questa giornata perchè ci sono giorni che restano nella memoria e tu lo sai che stai vivendo uno di quei giorni che non potranno mai entrare nel dimenticatoio. Sono giornate di cui si parlerà negli anni tra di noi, buttate li nei ricordi di famiglia: ti ricordi il primo giorno di università? Ti ricordi l'entrata in stanza e la neve che c'era e il sole? Ti ricordi come eri agitato? Ti ricordi come ero emozionata? Ti ricordi?
Ti ricordi quando dal passeggino, come un antico oratore, cercavi di ammaliare il tuo pubblico con lunghissimi discorsi composti da frasi primarie, secondarie, temporali causali ed artifizi retorici che però nessuno capiva, ma proprio nessuno e la gente ti guardava e sorrideva leggermente imbarazzata di non poterti rispondere e poi guardava me e il Tecnico che si teneva saldo alla struttura del passeggino per controllare la situazione?
 Io sorridevo divertita di quel siparietto ormai familiare e il Tecnico si affrettava a rassicurare i malcapitati recitando la formula di rito: " Non ti preoccupare, non lo capisce nessuno, certe volte la mamma!"
Tu guardavi il volto di tuo fratello e sorridevi, consapevole del suo ruolo di mediatore tra te e la realtà.
Vai tranquillo Cucciolo non hai più bisogno di nessun aiuto, però è bello sapervi vicini ancora un po'.


11 commenti:

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    1. Cucciolone veramente...devo trovare uno pseudonimo più adeguato?

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  2. Che dirti? Ti capisco benissimo, in quanto sto vivendo a mia volta in questi anni l'esperienza esaltante e struggente allo stesso tempo di vedere mio figlio imboccare la sua strada di vita e professionale (all'estero) per sancire definitivamente il suo distacco (non affettivo, per fortuna) da noi genitori. Sono trascorsi 23 anni, ma mi sembra ieri quando ho preso per la prima volta tra le braccia quell'esserino di nemmeno tre chili e ho subito capito con sgomento l'impegno immenso che mi attendeva da quel giorno in poi per condurlo ad essere un adulto e per il quale, malgrado titoli di studio e ruoli aziendali ricoperti, mi sentivo del tutto un dilettante allo sbaraglio, con l'unica arma del buon senso a disposizione. (che poi non è che ne abbia tanto). Che a fare decentemente il padre mica te lo insegna nessuno, se non (forse) quello che hai vissuto. Per fortuna nostra e dei nostri pargoli ci sono tante mamme (come te e la mia elfa)che queste cose le sanno per istinto e ti guidano con intelligenza e sensibilità (nel mio caso anche con qualche occhiataccia) tenendoti per mano... :).
    Un affettuoso in bocca al lupo (crepi il lupo) ai tuoi due stupendi giovanotti e un "siete bravissimi" ai genitori.
    Ciao

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    1. Sei sempre molto attento e gentile, caro Carlo!
      Gli anni trascorsi, 23, sono gli stessi del Tecnico e sembra proprio ieri. Non lo so se noi mamme abbiamo un istinto più sviluppato, forse un pochino, ma ti assicuro che il senso di inadeguatezza provata nei primi istanti è la stessa...e adesso aprire le braccia e lasciarli andare non è cosa facile. Ma quanta fierezza nei nostri sguardi e nei nostri racconti, no? Ti abbraccio

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  3. bello. deve essere così emozionante vedere i figli che vanno per la loro strada e un pochino accompagnarli con orgoglio!
    proprio ieri alla mia 14enne dicevo che a volte, certe sue espressioni mi ricordano lei a tre anni.
    quindi, non si finirà mai di ricordarsi di loro piccoli, anche quando in giacca e cravatta saranno uomini o donne pronte allo slancio con la vita...

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    1. I ricordi di loro piccoli ci inseguiranno sempre...che bello e che emozione!

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  4. mi lacrima l'anima...i mie seguono a ruota i tuoi...e la loro vita li sta aspettando...buona vita , ragazzi...buona vita!

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    1. Mi lacrima l'anima anche a me, mia cara, ma sorride anche di vederli grandi e capaci di andare lontano! Baci

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  5. Queste mamme senza ... confini!
    Mi piace molto, molto l'immagine dei gabbiani malati di tisi: chissà che non te la rubi! ... Brava Mìgola: credo possa essere fiera!
    Se ti invidio un po', non ce n'hai a male, vero?

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    1. Mamme senza fissa dimora e ora senza confini...;)
      Ciao caro Guido, ti abbraccio!

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  6. Oddio cara... che emozione! (e anche un po' di malinconia, no?)
    Non si vede l'ora che crescano e poi, se ne vanno lontani...
    Un abbraccio solidale e comprensivo
    Mariatn

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