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martedì 11 settembre 2012

Undicesimo undici

Facile dirsi dopo che le cose sono successe: io me lo sentivo, ci avrei giurato, avevo uno strano presentimento.
 Facile.
Io ho adorato New York e me ne sono innamorata senza rendermene conto.
 Quando sono rientrata, all'alba di una mattina di agosto, nel deserto e silenziosissimo paesino della banlieue parigina, ho avuto, probabilmente, quello che posso definire  il mal d'Africa al contrario.
 Mi mancava la verticalità esasperata di quella città, il suo rumore costante come di enormi cascate, la gente ovunque, gli odori intensi e diversi ad ogni angolo.
Al contrario, qui mi appariva tutto piccolo, vecchio, superato.
 Sarei ripartita, subito.
Eppure, durante quella settimana, un senso di ansia profonda mi aveva accompagnato, da subito e costantemente.
La sensazione di dover sopravvivere, di essere in pericolo.
 Uno sfarfallio nello stomaco che cercavo di non ascoltare.
Talmente assurda come sensazione che non avevo il coraggio di raccontarla.
Dopo un mese mi sono chiesta se una tragedia di quelle dimensioni può essere nell'aria prima ancora di accadere, se l'enormità del male che sta per abbattersi è percepibile come un campo magnetico.
I più logici di voi si staranno dicendo che no, che è stata soltanto la mia parte femminile ansiosa che ha fatto 2+2  dopo il disastro...chissà.
Ogni anno, come oggi, io mi faccio delle domande.



12 commenti:

  1. Sono in procinto di partire proprio per New York, la sua immensità un pò mi spaventa, ma mi affascina, la curiosità è alle stelle.
    I presentimenti sono parte di noi, alle volte troppo difficili da decifrare, ma sono reali eccome!

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    1. Buon viaggio Margherita! Vedrai che tornerai affascinata,frastornata e piena di post tutti per noi! ;-) Un abbraccio

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  2. I presentimenti e le inquietudini, essendo tendenzialmente un ansioso, sono il mio pane quotidiano e comprendo perfettamente il tuo stato d'animo. E' capitato anche a me di presentire "qualcosa" (non necessariamente di negativo, magari anche solo l'incontro con una persona che non vedevi da anni) e di vedere che poi succedeva. Dunque ai presentimenti presto molta attenzione e cerco d'interpretarli, un po' come con i déjà vu e talvolta resto turbato se poi le situazioni che avevo immaginato accadono davvero senza che riesca a darmi una spiegazione razionale del perché lo avevo avvertito in anticipo. So bene, comunque, che tendo ad avvalorare la mia capacità predittiva solo perché, come facciamo tutti, tengo conto solo delle profezie che poi si avverano e rimuovo le altre. Ciao

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    1. Hai ragione, facciamo presto ad accantonare mille sensazioni a cui non fa seguito nulla mentre esaltiamo quella, magari unica, che pareva una predizione! Che esista la sindrome del "maghetto" o della "streghetta"? Ciao

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  3. Il Destino credo vada sempre ascoltato. I presentimenti vanno ascoltati. Io ho visto New York nel 2008 e vedere il cantiere della nuova torre e il monumento in ricordo della strage è stato un miscuglio di emozioni e di sensazioni diverse.

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    1. In generale credo che dobbiamo imparare ad ascoltarci ma senza darci troppo credito...altrimenti rischiamo di vivere troppo IN e poco OFF ...carina questa eh???!
      Un baciotto

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  4. io ebbi una sensazione simile a Santorini. Incubo notturno e la certezza che lì ci fosse la porta per l'inferno. Sì, credo che lo sentiamo e che sia difficile spiegarlo.
    Quell'undici settembre vagavo nel paesello con i miei pargoli e pregavo mio marito di tornare a casa con il terrore di un immane tragedia pandemica.La follia dell'uomo, la malata crudeltà intrinseca in noi tutti, è allucinante e terrificante...e in fondo basterebbe solo un pò di buona volontà e di rispetto e comprensione e tutto sarebbe bellissimo per ognuno....utopie...peccato...ma non smettiamo di sperare, cara Mìgola!

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    1. No che non smettiamo...
      L'11 settembre ero immobile davanti alla tv, in piedi, e non riuscivo a muovermi...ho ancora negli occhi le immagini degli "uomini volanti" come li definì Cucciolo!
      Ti abbraccio forte!

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  5. Anch'io adoro New York e come dici bene per quanto ti riguarda, anche a me è venuto il mal di questa città, che non si può chiamare città o metropoli, sarebbe un'eresia, è un qualcosa di spettacolare, li si vive un'altra vita, non so se meglio o peggio di quella che viviamo noi, comunque un'altra vita, un'esperienza che andrebbe vissuta molto più a lungo dei soliti 8-10 giorni turistici! Tu sai, ci sono stata meno di un anno fa e, se avessi potuto farlo, sarei rimasta li per sempre e, penso, senza nostalgia per la madre Patria, pur essendo l'Italia un Paese meraviglioso ed al quale non manca nulla, dalle montagne, alla pianura, al mare ... forse sono vissuta abbastanza qui, la prossima vita (se esiste) la vorrei vivere altrove! Se potessi esprimere un desiderio, però, in un Paese ricco e possibilmente da benestante .... non certo in India ..... o in qualche Paese del Terzo Mondo!!!! Scherzi a parte, New York è New York, splendida,luminosa, viva, cosmopolita .... e l'11 settembre sarebbe dovuto assere, al massimo, la trama di un film catastrofico!
    Ciao Sabri ^____^
    Marta

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    1. Verissimo...anch'io ogni volta che vedo le immagini del crollo penso che avrebbe dovuto essere solo lo scenario di un film...Non sarebbe male qualche annetto a NY...se lo Scettico collabora!! ;-)
      Ciaooooooooo
      Attacca Skype ogni tanto!

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  6. Io credo in queste cose, a me è capitato con mio papà, sentivo che non sarebbe tornato e così è stato.
    Probabilmente sei molto sensibile e aperta e capti le energie che non si vedono ma ci sono.

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    1. Ciao Maude
      che bello ritrovarti nei miei lettori!!
      Sensibile dici...chissà...qualcuno potrebbe dire "piena di paturnie"! ;-))
      Baci

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