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mercoledì 8 aprile 2015

Quando il vento cessa di soffiare, si muore.

La lingua Navajo ha suoni lunghi che ti accarezzano  ma spezzati, improvvisamente, da strani fonemi corti che colpiscono come schiocchi.
Il popolo Navajo non guarda verso l'alto perché tutto quello che conta, per loro, è sotto i piedi e nelle rocce.
Hanno una incredibile fantasia visiva e riescono a scovare forme fantastiche in ogni angolo.
 La testa d'aquila, però, l'ho vista pure io.




 Non sorridono spesso e quando li ringrazi ti rispondono con un suono strano, veloce, di gola.
Gli uomini di una certa età hanno visi che ti incantano e occhi sospettosi.


 Le donne hanno capelli pesanti e neri che non amano essere tagliati. Quando sono corti si ribellano in strane forme a pagoda, quando sono lunghi si trasformano in meravigliose trecce che si appoggiano, fiere e immobili, lungo la schiena.




Quando entri in una hogan e pensi di infilarti in un posto buio e claustrofobico, devi fare immediatamente ammenda, perché la luce che penetra dall'alto si diffonde intensa, moltiplicata dal legno chiaro della struttura interna che è un capolavoro di carpenteria. Ti siedi a terra e riesci ad  immaginarla decorata di tappeti e stoffe e fai fatica ad uscirne.







I Navajos abitano  adesso in case container, poco curate esternamente ma che io ho immaginato  colorate e allegre dentro, proprio come una hogan.







Vivono in una dimensione di spazio che per noi europei e inconcepibile, se poi sei italiano, quando visiti la loro terra, ti convinci di essere nato in una scatoletta di fiammiferi minerva.




Ho avuto l'impressione che i Navajo non amino particolarmente i turisti, ma, grazie ad una sconosciuta e bizzarra turista italiana che è passata dalla riserva raccontando storie di terribili maltrattamenti subiti dal popolo italiano ( all'unanimità abbiamo pensato al periodo fascista ma non siamo riusciti a capire veramente, poteva trattarsi anche del periodo delle invasioni barbariche!), la nostra guida indiana, Goyathlay "uno che sbadiglia", Felix per l'uomo bianco, ci ha trattato come compagni di sventura e per un attimo ci siamo immaginati fianco a fianco nella lunga marcia. Ci ha detto che era stata una cosa molto triste quello che avevamo passato.
 Detto da lui suonava strano e terribile.








To be continued...





12 commenti:

  1. bellissimo e magico post, come magici sono i Navajos, che si definiscono "il popolo" a ragione.... In V superiore all'esame di matura feci una tesina su di loro per l'esame d'inglese... fu un successo :D

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    1. Brava Renata...ti vedo molto preparata! Infatti la traduzione esatta è: Noi, il popolo. Il popolo Navajo porta fortuna! ;)

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  2. davvero un bel post che parla di un popolo che potrebbe davvero insegnarci molto

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    1. Moltissimo Ernest ma ormai è un dialogo che si è interrotto migliaia di anni fa...quando noi abbiamo fatto scelte diverse mentre loro continuavano a camminare. Credo ci sia anche un discorso di spazi...

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  3. Molto bello il tuo post Mìgola; molto belle le fotografie e molto bella la tua descrizione.
    Questo strano grande Paese, modello mondiale di civiltà e sviluppo, sempre così ricco di crude contraddizioni, sa conservare ancora (ma per quanto?) angoli incredibili.

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    1. Angoli incredibili Guido!! Panorami da togliere il fiato, spazi che ti fanno sentire un granulino di polvere e voglia di andare, camminare, correre...

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  4. Lieta di averti ritrovata, Migola.
    Non fai molti post, ma in compenso sono sempre interessanti.
    Ciao.
    Cristiana

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  5. Mi hanno sempre incuriosito molti i nativi americani e anche affascinato. Non entro in merito a ciò che è loro successo, no so cosa abbiano raccontato loro, ma non c'è paragone.

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    1. Nemmeno io ho capito cosa gli abbiano raccontato ma davanti alla loro recente storia mi sono vergognata in silenzio...

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  6. Che bello questo post!
    pensa che io mi accorgo di quanto è piccola la dimensione in cui vivo quotidianamente semplicemente andando in alta montagna, li' non so cosa potrei pensare!
    Aspetto il seguito!!!

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    1. Mamma Avvocato...adoreresti questi posti, come ho fatto io. Chi ama la montagna, come noi, davanti a questi panorami dove l'occhio spazia libero e si infila in colori di azzurro straordinario e rocce incantate non può che emozionarsi...

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