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giovedì 30 aprile 2015

Quando ero giovane credevo in tre cose. Il Marxismo, il potere redentore del cinema e la dinamite. Oggi credo solo nella dinamite. *

Io ero solo una grassoccia e tirolese bimbetta quando uscirono i primi film di Sergio Leone.
 Ho rischiato di perdermeli, come è successo per moltissimi film della fine degli anni cinquanta inizio anni sessanta,  ma Sergio  era un regista geniale e i suoi film si trasformarono immediatamente in intramontabili classici che riempirono la mia infanzia di sogni e  crearono nel mio immaginario un bagaglio culturale talmente sedimentato che sarebbe poi diventato la base sulla quale avrei giudicato tutti i film futuri.
I suoi film furono girati in Spagna, lo so, ma io sognavo invece il West e mentre scorrevano le immagini, sentivo la polvere nel naso e sotto i denti, cercavo di immaginare cosa si potesse provare fisicamente nel cavalcare un enorme cavallo in quegli spazi infiniti, ascoltavo i rumori della natura in modo diverso e volevo tantissimo fermare uno di quei cespugli che rotolavano, rotolavano...
Ecco, finalmente l'ho fatto e vi assicuro che quei cosi sono delle vere e proprie macchine da guerra della natura. Non c'è un millimetro libero da spine e visto che sono secchissimi si spezzano continuamente lasciando centimetri di legno spinoso ovunque.
Mentre uno di quei rotoloni killer cercava di colpirmi io sentivo solo la musica di Morricone nelle orecchie e invece di scansarmi ho assunto la classica posa di Clint Eastwood: piedi divaricati e ben stabili, braccia lungo i fianchi e sguardo perso lontano... ehi, rotolone, quando un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile, quello con la pistola è un uomo morto. 
Poi ho fatto un balzo, all'ultimo momento, anche con urletto finale di cui tu non saresti stato assolutamente fiero, immagino, Sergio.



Pare che fosse un maniaco dei dettagli. Nella  mitica scena del film il Buono, il Brutto e il Cattivo, quando Eli Wallach scava nel cimitero e apre la bara le ossa che ci trova dentro sono vere, era lo scheletro di una anziana attrice  madrileña che desiderava, secondo la nipote, recitare anche dopo morta. 
Nei suoi film le pistole erano vere, i suoni erano lunghi e ripetitivi, il tempo era dilatato. 
Sergio mi ha fatto sognare un mondo che non esisteva più ma che era stato un preciso momento di transizione, un salto indietro nella storia, un ricominciare in un mondo nuovo che però nuovo non era per niente e che si stava portando dietro tutte le magagne del vecchio.
 Una commedia dell'arte con stivali e cappello.
Ma solo adesso capisco quale era l'elemento principale che mi incantava, lo spazio. Lo spazio fisico e lo spazio psicologico. La possibilità di, perché oltre quelle collinette c'era un mondo da scoprire, ancora e ancora, regole nuove da fare e imprevisti dietro ogni roccia. La libertà vera insomma, quella senza confini che in fondo è solo nella nostra mente o in un film di Sergio Leone.












9 commenti:

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    1. Diaol...stessa generazione di appassionati di western, eh??!!

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  2. Sabrina hai il potere di risvegliare memoria e passione!

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    1. Grazie Sandra, mi piace l'idea di trasmettere emozioni a chi passa da queste parti!! Un abbraccio!

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  3. Si. Alcuni film sono stati girati in una zona della Sardegna. Ci sono stata a vedere queste minuscole città disabitate ed impolverate...
    Hai reso la magia di quei film.

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  4. Ho visto i rotoloni killer mentre andavo a Las vegas, ma non credevo fossero di spine.

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  5. Sempre Mamma...spinosissimi!! Fidati, mai stare sulla loro strada! Ecco perché nessuno li ferma!! ;)

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