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mercoledì 24 aprile 2013

Anno Domini Millenovecentoventinove...

La mattinata era già calda e il fazzoletto in testa non riusciva a trattenere il sudore che le colava lungo le tempie. Gli ulivi scintillavano al sole pulito di aprile e il cielo era di un blu intenso e felice. Ogni tanto si alzava, lanciava le erbe che aveva strappato e cercava di innarcare la schiena ma il dolore sordo, che le rosicchiava le reni, non accennava a passare.
 La notte era stata eterna e le lenzuola di lino le avevano ben bene grattato le gambe tanto le aveva mosse su e giù per trovare una posizione che la lasciasse riposare. Suo marito aveva borbottato qualcosa tipo: Augusta, dormi!
 Dormi. I mariti non potevano capire, non avevano colpa, semplicemente non potevano.
Per non svegliarlo ancora si era rannicchiata il più lontano possibile ma il buco delle foglie di mais la richiamava, scricchiolando, senza posa e si ritrovava continuamente vicino alla schiena magra e forte del suo uomo.
Non riusciva a scacciare le immagini del parto dell'anno prima, le sue grida durante e il silenzio crudele alla fine. Era il suo primo parto, certo, ma lo sapeva anche lei che dopo l'immenso dolore dell'espulsione ci doveva essere una sensazione di quasi benessere e si doveva sentire un pianto che avrebbe concluso bene il tutto.
 Ma il silenzio era cresciuto come un'onda e l'aveva investita con una potenza che nessuno poteva comprendere. Anche le altre donne erano restate in silenzio e avevano avvolto in fretta i due corpicini nei teli di lino preparati con tanta cura e riposti nel baule grande. Era riuscita a scorgere solo per un attimo  i due visini imbronciati e offesi, un momento e già aveva nelle orecchie le preghiere delle donne, un momento e già aveva negli occhi le due cassette di legno, un momento e già aveva nelle narici l'odore dell'incenso.
 Dio come odiava l'odore dell'incenso ma quel bischero di parroco non poteva saperlo e ci dava ancora e ancora.
La mattinata non finiva mai e suo marito si arrampicava sui poggi veloce e silenzioso come sempre.
Vado a casa, gli aveva gridato e lui aveva gridato qualcosa da tre poggi sopra. Si era messa sulla testa un po' di erba fresca per i conigli che erano proprio belli quest'anno e si era avviata verso casa lentamente. Questo bambino era proprio forte, lo sentiva muoversi e spintonare giù in basso, troppo in basso. A meno di un chilometro da casa capì che doveva accellerare. Quando si rese conto del liquido caldo che le colava sulle gambe si fermò e buttò la fascina di erba sotto un cespuglio.
Doveva arrivare a casa, doveva arrivare nel suo letto, doveva sentire delle voci intorno.

Quando le diedero quel bimbone tra le braccia si lascìo invadere da una tenerezza che non aveva mai provato. Qualcuno le porse una pezza bagnata e lei si strofinò vigorosamente il seno enorme che profumava di erba nuova per i coniglietti. Il bimbo si attaccò con un vigore che fece ridere le donne intorno. Era il ventiquattro aprile millenovecentoventinove. Benvenuto Livio. Buon compleanno papà.






 Ps:  In questa foto il bimbo seduto a destra è mio nonno, classe 1903. Il papà di Livio.

10 commenti:

  1. Cara Mìgola, che tenero questo post!!! la foto d'epoca è veramente straordinaria, e risveglia molti mie ricordi. Come vedi io ci sono nuovamente il trasloco stressante è passato e ora finalmente posso riprendere la mia vita normale.
    Ciao e buona giornata cara amica.
    Tomaso

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  2. Ciao Tomaso, bentornato! Sono molto affezionata a questa foto che ho in versione gigante e che nella vecchia casa troneggiava sul caminetto! ;) Mi piace inventarmi giornate che avrebbero potuto essere e immaginare giorni di compleanno che furono...è un modo per ricordare i miei genitori. Chissà che fantasticando non arrivi a volte vicino alla verità...
    Buona giornata a te!

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  3. Quando arrivano i giorni del compleanno dei genitori che non ci sono più si pensa a loro molto più intensamente e ci si rammenta di molti momenti della loro vita, come benissimo hai descritto in questo tuo post. Anche se inventati e immaginati.
    Un caro saluto,
    aldo

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    1. Ciao Aldo
      hai ragione, sono giorni particolari e il pensiero corre a loro e con la fatidica frase: oggi avrebbe... partono i nostri pensieri. Scrivere e immaginare mi aiuta e mi piace pensare che il mio papà avrebbe apprezzato lo sforzo di fantasia misto ai suoi racconti! Un caro saluto anche a te!

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    _████████████████ Buon caffe!!

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  5. Buon compleanno Livio!
    Un bacio Migola :)

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  6. Un bacio a te Dup! :)
    Avrebbe 84 anni e sarebbe un vecchietto battagliero...in tutti i sensi, come sai tu!

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  7. Grande Livio . sempre con noi. divinacallas

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  8. Ciao Mìgola,
    guardavo ancora la foto del post precedente: ma te séi to mama spudada!

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