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giovedì 26 luglio 2012

Kairos

Ci salviamo dicendo e pensando frasi come: tutto cambia, la vita è una ruota che gira, niente è eterno, ci sono dei cicli...blablablabla.
Quando questi cambiamenti si rendono evidenti, quando un ciclo è veramente finito e parlo di cicli della vita chiariamo subito, allora è come prendere una porta in faccia.
Oltre al dolore c'è la sorpresa, la rabbia, la delusione, la tristezza.
Il silenzio che mi ha avvolto nelle strette vie del paese era pesante, era viscido e lento.
Un silenzio che si trascinava dietro una lunga fila di personaggi muti, vivi solo nella mia memoria.
Nomi, visi, frasi, scherzi, richiami, suoni per sempre assenti.
Aspettavo quei nomi, detti solo a metà per riparmiare un tempo arido, che si rincorrevano come segnali: Mà, Bà, Onè, Iò!
Aspettavo suoni di secchi e di fontane, di attrezzi sbattuti...nemmeno più voci di galli.
È il silenzio, quindi, il segnale del tempo?


1 commento:

  1. è nel silenzio che ci accorgiamo di quel che accade. E ciò che accade, dovrebbe essere sempre conveniente. Ma è vero che talvolta c'è un silenzio che ci rattrista e che possiamo solo riempire con i nostri ricordi e renderlo vivo

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