Ieri ho sfidato il tempo.
Navigando, quasi per caso ma attraverso una serie di magiche coincidenze, ho modernamente scavalcato le ormai improbabili serate in famiglia, riuniti attorno ad un tavolo, dove si ricordavano, in uno zibaldone allegro, i vari nonni, bisnonni, zii, cugini lontani.
Devo dire che non ho proprio una famiglia stile Kunta Kinte, almeno da parte materna e le zie interrogate al volo non ricordavano nemmeno i nomi del nonno materno.
Vi adoro ma con voi Radici sarebbe stato un opuscolo poco dettagliato.
Grazie a mamma Provincia, invece, che ha un sito strabiliante dedicato ai migranti, con una mezza giornata di lavoro intenso, ho potuto farmi un albero genealogico da invidia risalendo fino al 1815. Chi storce il naso sulla data, si rivolga ai miei due aedi trentini e poi farà meno lo schifiltoso.
Ho scelto di risalire in linea materna alla ricerca della parte femminile e nonna dopo nonna mi sono avventurata in un piccolo paese sconosciuto che si chiama Prade, nella valle del Vannoi, da dove arrivava la mia trisavola con un nome meraviglioso: Bortolammea.
Bortolammea era nata nel 1863, cento anni prima di me.
Era una donna forte con gli occhi chiari e i capelli color del larice in autunno. Adorava guardare le albe nella sua valle e adorava la neve, fin da bambina. Faceva sogni incredibili che avrebbe voluto raccontare nelle lunghe serate d'inverno. Cecilia, brusca e malinconica, la interrompeva sempre, quasi avesse paura di quei sogni sgangherati e premonitori della sua bambina...
Ieri ho sfidato il tempo, ho scoperto da dove vengo e ho incontrato Bortolammea.
Ciao nonna.
Dovrò farti da guida io, in quella valle :-)
RispondiEliminaMariatn
Con molto piacere, cugina! Ti abbraccio fotissimamente! ;)
EliminaMò speta che te la conto anca mì.
RispondiEliminaIntanto ho scoperto che dal mio Samsung, sia pure nuovo di pacca, non riesco a commentare. Poi volevo salutare nonna Bortollamea e complimentarmi con lei per il suo bel nome e con te per la tua costanza.
Io, senza aver fatto però nessuna ricerca, riesco a risalire ai quattro nonni (anzi 5 perché una nonna s'è sposata due volte), quattro dei quali ricordo molto bene, e ad una bisnonna che ricordo altrettanto bene. Non male no?
Guido era il nonno materno e Amilcare (il mio terzo nome) quello paterno. Vuoi sapere anche il mio secondo nome? Maria, of course!
Ciao Mìgola
Ciao Guido, complimenti! Credo che sia una ricchezza conoscere il proprio passato, una marcia in più. Come uscire da un buio che ti impedisce di sapere chi sei, di sapere che aspetto hai. Continuerò a cercare, mi piace fantasticare su queste nonne che mi hanno permesso di essere qui, adesso e ai miei figli di essere qui, domani! Ti abbraccio.
EliminaMa che bella iniziativa quella della tua Provincia!!
RispondiEliminaPensa che mio marito, che è nato qua in provincia di Como, ma con entrambi i genitori originari della Sicilia, ha tentato inutilmente, tramite un sito di emigranti, di rintracciare le orme di un suo nonno paterno, che se la filò negli States intorno al 1920...
Esiste un sito che riporta tutte le navi e i porti di partenza e il nome dei passeggeri.
Purtroppo non siamo riusciti a risalire a lui. Abbiamo degli sconosciuti "cuggini d'Ammerica"...Peccato! ;-)
Da parte mia, invece, posso risalire solo ad alcuni dei miei bisnonni "carrarini": Giandomenico, Lorenzo, Letizia, Franco e Maria Antonietta. Non mi dispiacerebbe "scavare" ulteriormente...
Tra l'altro mio marito da anni tenta di aggiornare una specie di libriccino tipo "albero genealogico": lui rifiuta categoricamente di affidarsi al computer, che è tanto comodo.. ;-)
Purtroppo ci siamo dimenticati di "interrogare" i vari parenti che ancora avevano memoria, prima che morissero. E così molte informazioni si sono evaporate. Peccato!
Lilas: prova attraverso i siti delle Province...hai visto mai! Magari un bel giro a Carrara! ;)
Eliminavedi mai che l'italia e la sua provincia riesce a diventare protagonista nella vita delle persone? bellissima iniziativa per davvero
RispondiEliminaDevo dire che la Provincia di Trento è proprio attenta ai suoi migranti e di questo ne sono molto fiera.
EliminaPo' speta che te conto. Incipit ricco di aspettative, tipico dei nostri paese. A volte seguito da qualche sordido pettegolezzo. La tua invece è una bella storia, scritta nel tuo stile nattativo che mi piace molto. Non sapevo che eri di origini trentine. Quella del Vanoi una delle valli che amo di più, la presenza delle Pale di S. Martino una potrente attrazione. Ho scritto anche un piccolo racconto sul Cimon della Pala.
RispondiEliminaGrazie Andrea...trentina DOC e super fiera delle mie origini. Dove lo trovo il tuo racconto?
RispondiEliminaParte delle mie radici sono invece nel Trentino occidentale, al confine con il Süd Tirol.
RispondiEliminaPurtroppo non conosco il Trentino sudorientale, la val Vannoi, peraltro non così lontana dalla valle dei Mocheni.
Devono essere posti bellissimi, ancora salvi dal turismo di massa, aspri, selvaggi.
Una volta vidi una bella pellicola di Andrea Segre.
Osservavo la toponomastica della val Vannoi e dintorni.
EliminaLausen, Imer, ...
Sono nomi nordici, non so se baiuvari o cimbri, certamente nordici.