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venerdì 13 luglio 2012

Post con nastrino rosa

Mammografia, di routine.
  Mentre salgo, con un ascensore lurido, in ambulatorio, mi rendo conto che questa sarà diversa dalle altre, sarà una mammografia particolare, simbolica.
 Ho la stessa età che aveva la mia mamma quando le trovarono il tumore al seno ed è estate come lo era allora, in quel disastroso pomeriggio che cambiò la vita sua e di tutti noi.
Coincidenze che non hanno nessun valore ma che girano nella testa come corvi funesti.
Mi siedo in sala d'aspetto ed il silenzio mi avvolge, ci sono tante donne sedute e tutte cercano di avere  un'aria rilassata ma le pagine delle riviste girano in fretta, troppo in fretta, nessuna di noi legge veramente. Ci chiamano a turno ed ogni volta alziamo gli occhi e qualcuna accenna ad un sorriso. Chi non rientra vuol dire che è già partita, è andato tutto bene. Chi rientra deve aspettare la tappa successiva, un ecografia, un'ulteriore lettura dei dati, un agoaspirato.
Una signora rientra in lacrime.
È sola ed io ho voglia di andare da lei e di abbracciarla forte.
 Non lo faccio, nessuna di noi ha il coraggio di farlo, anzi abbassiamo gli occhi per pudore, per non ferirla.
Davanti alla grande macchina schiacciatetterotante faccio un bel respiro. Non mi fai paura, nemmeno quando mi scruti con tutti i tuoi ticchetii e trattengo il fiato solo perchè il tecnico radiologo mi ha chiesto di farlo, cara la mia macchina schiacciatetterotante!
Io passo alla tappa successiva d'ufficio perchè sono figlia d'arte.
 Il mio dossier incute timore, mette in allerta, quindi vengo scortata in sala ecografia.
 Mi sdraio e nell'attesa guardo in soffitto giallino tristino e penso a quanti soffitti ha guardato mamma, in tutti gli anni della malattia. Soffitti d'ospedale carichi di ansia, sempre un po' sporchi, con qualche segno da seguire con gli occhi mentre si aspetta.
L'ecografia è lunga e immagino noiosa per la dottoressa ma lei è meticolosa e non tralascia nemmeno un centimetro. Parliamo della mia età, della coincidenza, della malattia della mia mamma, di esami eventuali e futuri e alla fine, con un sorriso, mi allunga il rotolone dello scottex.
Riparto con la foto delle mie ghiandole, per il momento sane e con un quasi appuntamento per il prossimo anno in un altro centro. Già, salgo di grado e vado nel cortile dei grandi, tra chi non scherza.
Non era una coincidenza, era in giro di boa.
Uscendo, butto l'occhio in sala d'aspetto, alzano gli occhi e mi sorridono.
Guerriere rosa non abbassate mai la guardia.

7 commenti:

  1. Ho letto questo tuo post con molta emozione perché ho ben presente il tuo stato d'animo e i pensieri che ti hanno attraversato la mente. Il 3 di luglio ho fatto l'ultima ecografia all'addome e al rene superstite. A dicembre saranno trascorsi i 5 anni che occorre aspettare dall'operazione e dunque si chiude un capitolo.Questa volta però, a differenza di tutti gli altri controlli in itinere, confesso che ne ho avuto paura. Temevo la beffa del goal in zona recupero, quando ormai ti senti al sicuro e invece ti fregano. Ogni volta che la dottoressa (una donna anche per me)ritornava su un punto e si soffermava me ne domandavo il perché e trattenevo il respiro cercando di capire dalla sua espressione se avesse individuato qualcosa che non doveva esserci, come cinque anni prima. Poi mi ha sorriso e ho capito che era tutto a posto.
    Cara Sabrina,sono felice di sapere che anche per te è andato tutto bene.
    Un abbraccio

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    1. Sono proprio contenta Carlo che sia andato tutto bene!!
      Conosco, da accompagnatrice, quanta ansia c'è in questi appuntamenti...ti abbraccio forte forte!

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  2. Mi vien solo da dirti questo: grazie di esistere!

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  3. Ti capisco perfettamente, anche se nella mia famiglia non c'è familiarità con la malattia ogni anno è lo stesso tormento.

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  4. Ho letto con un pò di ansia questo tuo racconto,
    felice che tutto sia nella ormalità,
    sono paure che assalgono ogni donna che si accinge al controllo
    ma quando vedi il sorriso sulle labbra dell'esaminatore, nel cuore si sente un'immensa gioia e la sensazione di aver vinto qualcosa di speciale.
    Credo che quasi tutte le famiglie debbano fare i conti con questo terribile "male", in qualsiasi parte del corpo.
    Buona domenica
    ciaooooo
    Marj

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  5. sono giovane, ho solo 23 anni e commetto un grosso errore molto spesso: vedo certe cose come se fossero lontane anni luce da me, come se non potessero accadermi mai o al limite in un tempo molto molto lontano...
    ma dici proprio bene tu: non bisogna mai abbassare la guardia!
    specie quando si tratta di salute!
    vivo in una famiglia di medici e di brutte storie ne ho sentite davvero tante, ahimè...
    un saluto, Gaia

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