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martedì 11 novembre 2014

Pierino

Che io sia un po' Pierino è un dato di fatto.
Lo sono sempre stata e molto probabilmente lo sarò per sempre.
In genere i problemi me li attiro maggiormente quando parto in quarta, piena di entusiasmo.
L'entusiasmo è un gran bel motore: trascina, rende leggero il lavoro, regala energie ed idee positive ma porta spesso ad inseguire un idea, un progetto che si ha in testa, senza soffermarsi adeguatamente sui dettagli che, a volte, sono quasi più importanti del progetto finale.
L'Io Pierino non riflette a sufficienza ed inoltre sottovaluta determinate problematiche che invece l'Io adulto dovrebbe assolutamente prendere in considerazione.
Inevitabilmente, come a scuola, arriva la romanzina.
Il mio Io Pierino, pur comprendendo l'errore e cercando di rimediare alla o alle marachelle, si avvilisce, si siede in un angolino e si sgonfia come un vecchio palloncino.
Chiaramente non è nemmeno questo un atteggiamento maturo e logico...ma altrimenti che Pierino sarei?




mercoledì 5 novembre 2014

Cosa fanno gli americani

Gli americani hanno una passione spropositata per i cappelli e li tengono addosso anche in macchina, nei ristoranti, sotto il sole, sotto la pioggia, allo stadio, in piscina...
In genere portano cappelli con la visiera ma sono molto gettonati anche quelli stile Qualcuno volò sul nido del cuculo. Nessuna ricerca estetica ma differenti motivazioni pratiche.



Gli americani, mentre vanno in macchina, fanno di tutto: mangiano, bevono, si truccano o si struccano,   leggono,  mandano messaggini, telefonano, rimangiano e bevono ancora.
Però, gli americani, mentre vanno in macchina, non fanno mai una cosa: guardare nelle altre macchine quando sono fermi al semaforo. La privacy prima di tutto.


Gli americani hanno un'altra spropositata passione: il giardinaggio. Chissà quando, un bel giorno hanno giurato guerra all'erba che cresce e alle foglie che cadono. La mia vicina di casa, in questo medesimo stesso momento in cui io pigramente scrivo, sta raccogliendo,  una ad una, le foglie cadute sotto un immenso platano che di foglie addosso ne ha ancora quintali.
Il platano è nella mia parte del giardino ma lei ha decretato e creato una linea immaginaria perfetta e raccoglie meticolosamente tutte le foglie che, malauguratamente, cadono oltre la linea immaginaria. L'effetto cromatico è notevole: verde brillante dalla sua parte, giallo dorato dalla mia. Io ho deciso di aspettare che il platano finisca di spogliarsi ma ad ogni folata di vento mi prendono i sensi di colpa.





Gli americani parlano forte nei ristoranti, ma forte eh. Dopo i sussurri raffinati dei francesi nei ristoranti, dove una volta venni perfino redarguita sul tono di voce dal vicino di tavolo che  lamentò di non potersi adeguatamente rilassare  durante la sua pausa pranzo  proprio a causa della mia voce troppo alta (volevo solo precisare a mia discolpa che eravamo in una creperie e non nel regno di Ducasse), qui sei sempre immerso in un bailamme colorato e ridanciano. Gli americani sanno divertirsi.




Gli americani hanno chiese, templi, moschee, sinagoghe ovunque, sperse nelle praterie o infilate nei centri commerciali. Ci sono pannelli luminosi che pubblicizzano eventi religiosi, riunioni di preghiera o classi di studio della bibbia. Per essere un fedele devi pagare un abbonamento annuo e quindi hai tutto l'interesse a sfruttarne i benefici partecipando a tutte le animazioni. Se lasci un obolo durante le celebrazioni lo lasci in una busta con il tuo nome e cognome e a fine anno ti arriverà una certificazione di quanto hai donato per poter fare una detrazione dalla dichiarazione dei redditi. Organizzatissimi.