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giovedì 31 luglio 2014

Guida e prega

Le autostrade americane sono luoghi di meditazione.
La velocità moderata aiuta la contemplazione.
Vicino ai grandi cartelloni che ti invitano a mangiare quintali di tutto, ci sono enormi cartelloni che ti invitano a pregare o che ti regalano certezze.
Quando sei morto, incontri Dio.
Niente angeli disegnati, niente colori pastellosi, niente nubi rosate squarciate da una luce celestiale ma il segno duro di un elettrocardiogramma piatto.
Quando sei morto, incontri Dio.
Ma se c'è la certezza, perché devo chiamare il numero verde stampato sotto?
Intanto scorrono le chiese.
Miglia lente e chiese.
In mezzo al nulla appare la chiesa con il tetto blu,  al posto del campanile un mega display che ti invita a fare grandi sogni.
Qui lo Scettico, complice la stanchezza e la monotonia,  ha avuto un attimo di esitazione, ho sentito il motore che rallentava all'altezza dell'uscita segnalata e forse ha pensato che fosse il posto giusto per qualcuno che lo assilla di sogni raccontati da trent'anni.
No Scettico, non credo si riferiscano ai miei sogni notturni.
Mi sorride.
Il motore riprende e le miglia continuano a scorrere verso la prossima chiesa.
Quando sei morto, incontri Dio.
Come prepararti decidi tu.
 Puoi essere metodista, presbiteriano, pentecostale, luterano, mormone, avventista, evangelico, congregazionista...puoi cantare aspettando o leggere la bibbia o ascoltare in silenzio o pregare.
La velocità moderata aiuta la contemplazione e ad ogni uscita c'è un luogo di culto.


lunedì 21 luglio 2014

Italiani a Detroit...

Diciannove anni che vivo lontana dall'Italia.
Siamo partiti, in una calda estate, con un entusiasta e  piccolo Tecnico di cinque anni che pensava di andare a vivere in una "caverna" perché , durante le dettagliate descrizioni della futura casa,  a parenti e amici, avevo avuto la brillante idea di raccontare anche la disposizione  delle cantine, ipotizzando già  una possibile "taverna" dove organizzare future festicciole. Lo sguardo deluso del Tecnico, dato dalla consapevolezza di dover vivere,  ancora, in una  noiosa casa invece che in una  vera caverna, ci fece sentire per qualche giorno dei genitori indegni.
Cucciolo era un paciosissimo bimbo, di  appena un anno, che aveva giusto giusto imparato il lessico fondamentale di tutti i bimbi, fatto di basiche paroline in italiano che venivano ben scandite da tutto il parentado, innamorato dei suoi sorrisi.
La scelta di partire ha cambiato la nostra e la loro vita. Quante volte mi sono chiesta come sarebbe stata la nostra vita familiare se avessimo detto: no, grazie!
Siamo partiti non per necessità ma per il gusto dell'avventura e questo, credo, alleggerisca il viaggio.
In Italia non si respirava certo un clima difficile in quegli anni e le opportunità di lavoro non mancavano ma l'idea di vivere vite diverse ci affascinava.
Diciannove anni di estero.
Eravamo una coppia di trentenni piena di aspettative e di emozioni, con una gran voglia di divertirci e di scoprire un mondo diverso anche se non lontanissimo dal nostro. Ho sommerso di domande tutte le persone che hanno avuto la sventura di incontrarmi nei primi mesi, io ho avuto la fortuna di incontrare gente meravigliosa.
 Ero come un bimbo piccolo anch'io, dovevo imparare di nuovo a parlare, a muovermi e ad essere autonoma. Ed era un gioco bellissimo.
La sera, a cena, con lo Scettico ci raccontavamo le rispettive marachelle fatte nella giornata e devo dire che, a volte, lo Scettico mi batteva pure.
Come la volta in cui fece un colloquio telefonico surreale con una ignara e immagino allibita infermiera francese, che lavorava in un ospedale pediatrico, cercando di convincerla  in tutti i modi a prendere un appuntamento per la sua Alfa Romeo che necessitava del tagliando annuale...diffidate dei numeri all'estero che vengono consigliati sul libretto dalle case costruttrici.

Perché tutto questo amarcord, vi chiedete? Perché sabato abbiamo partecipato ad una piacevolissima giornata organizzata da ragazzi italiani  che sono qui a Detroit per lavoro, un gruppo formatosi sul web per scambiarsi informazioni, idee, consigli. Un gruppo che accoglie senza alcuna formalità i nuovi arrivati e li circonda di messaggi pieni di vita vissuta e quindi pieni di esperienza. Perché quando sbarchi in un posto nuovo anche le domande più sciocche o che ci sembrano tali hanno il loro spazio e hanno diritto ad una risposta e quasi sempre diventano leggere grazie alla capacità di qualcuno di alleggerirle.

Abbiamo avuto un attimo di esitazione se partecipare o no  e per la prima volta, lo devo dire Scettico, ci stavamo per porre, da soli, un limite d'età.
È stato un attimo perché la voglia di conoscere persone nuove, gente diversa, di farci raccontare nuove storie mica ci ha abbandonato in questi anni.
E quindi vai di strette di mano e di sorrisi che sono stati, come era prevedibile, aperti e cordiali, freschi e spontanei. Una giornata di gioco e di battute, di voci con accenti inconfondibili e caldi, di hot dog e di nutella, di racconti, di domande, di risposte e di consigli.
Consigli dati in leggerezza, mescolati, senza logica apparente, dalla ricotta al documento indispensabile, dalle vaccinazioni pesanti alla pizzeria migliore.
Molti sono di passaggio qui negli USA, altri vorrebbero fermarsi, altri ancora cercano il modo per restare. Non c'è lo stesso ambiente di quando siamo partiti noi oltreoceano, il lavoro è poco ma non è solo questo che li frena a tornare, è l'aria un po' malata che si respira in Italia, è la fatica per fare le cose più semplici e il dover battagliare per tutto, anche per le cose ovvie...così mi hanno detto, con una sfumatura leggera di tristezza negli occhi. Ma l'amore per il loro paese è raccontato da tanti dettagli: dalle magliette che proclamano una provenienza, dai loro giochi di parole, dal cibo che viene raccontato, dal nome del gruppo.
Sono stata bene.


Una bella giornata.
Grazie ragazzi, ma vi avverto che il primo che mi chiama ancora "Signora" verrà espulso d'ufficio  e senza possibilità di appello dal gruppo, me lo ha assicurato il capo.

venerdì 11 luglio 2014

Ti distrai un attimo...

E sono venti.
Venti anni passati in un lampo.
Ti sei appena girata per infilare dei guanti e chiudere un cappottino e ti ritrovi davanti un giovane uomo con gli occhi caldi e un sorriso contagioso.
Per i miei occhi e le mie braccia sei un uomo ma per il mio cuore sei ancora il tenero cucciolo che mi correva intorno, che mi faceva sorridere con le imitazioni improbabili, che piangeva lacrimomi enormi per un ginocchio graffiato, che raccontava storie incredibili.
Nel mio cuore sei ancora il bambino mattiniero che si avvicinava piano piano al lettone e sottovoce mi chiedeva: " Facciamo cozione?"
Nel mio cuore sei ancora Zorro,  sei in grembiulino a scacchi, sei ancora in camicia bianca che suoni il violoncello al concerto della scuola, sei in piedi serio che mi ripeti le poesie, sei ancora sul palco a recitare Re Ubu, sei ancora...
Sei nel mio cuore, sei nei miei occhi e nei miei sogni, ogni giorno. Mi sono distratta un attimo e tu ne hai approfittato per diventare un uomo.
Buon Compleanno, Cucciolo.


martedì 8 luglio 2014

Il dopo

È sempre peggio il dopo.

E assurdamente ci si ritrova a pensare che erano meglio quei momenti terribili che, invece, ti auguravi finissero in fretta, scivolassero via al più presto, si cancellassero, all’istante, dalla mente e dal cuore, di chi li stava vivendo e  soffrendo troppo, da troppo tempo. 
E dopo ti ritrovi a pensare che era meglio prima, anche se era meglio solo per te. 
Un meglio egoista e assurdo, irrazionale e inconfessabile.
Perché il dopo è, per te, solo solitudine.
Questo dopo che è una mano invisibile che ti stringe la gola all’improvviso, ti impedisce di deglutire, di respirare e ti lascia la bocca amara e la mente nera.
È sempre peggio il dopo.

Il mentre, invece, è  una trama di voci, di pelle morbida da accudire, di mani bianche da stringere e riscaldare, di occhi da guardare.
 il mentre è un profumo di lavanda. È rosa di sciarpe.
Il mentre è un fazzoletto di carta appallottolato sotto il cuscino. È un pigiama rosa a fiori.
Il mentre sono colazioni da condividere, quasi serene, in una cucina silenziosa con il caffè fatto come a casa perché la casa è lontana anche se è solo a pochi minuti, oltre quella finestra.
Il mentre è una stanza con il nome di un fiore che è come una tana, un rifugio dove entrano angeli silenziosi e compassionevoli.

E pensi che il dopo sarà solo pace per chi è ormai stanco di combattere, che sarà solo un porto tranquillo per chi ha navigato troppo, che è necessario questo dopo,che è  diventato indispensabile.


Invece il dopo è un silenzio che ti viene voglia di gridare, un buco nero che  si mangia tutti i momenti dolci e ti sputa fuori le tue mancanze, le tue assenze, le parole non dette e quelle dette di troppo.




Siamo in tanti a vivere il dopo, ognuno con il suo dolore, ognuno con i suoi ricordi, giorno dopo giorno.

lunedì 7 luglio 2014

Due gocce d'acqua...

Non so se abbiamo già  fatto due chiacchere, qui nel blog, sul tempo in Michigan.
Forse vi ho tediato verso Gennaio, Febbraio o forse anche a Marzo, con le temperature da Antartide che dovevo affrontare.
Forse vi ho accennato, fino ad Aprile, della spolveratina di neve che imbiancava il paesaggio americano.
Ma non vi ho ancora raccontato niente dei temporali estivi del Michigan...
Evito di dilungarmi e vi dico solo che Pelosone non ha paura di niente. I fuochi d'artificio non lo interessano assolutamente, gli spari  e i colpi di cannone ( a salve!) lo incuriosiscono ma non più di tanto. Pelosone non ha paura dell'acqua e si immerge completamente in apnea, non ha paura dell'altezza e lo ha provato sul campo buttandosi da un balcone del primo piano per raggiungere l'amato padrone.
Però questa notte, per la prima volta, ha raspato alla porta della camera e ha voluto dormire vicino al lettone.

Sempre che non fossero i vicini fuori dalla porta in versione burlona...