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giovedì 10 aprile 2014

Good Friday

Questa notte mi chiamavi. Ti ricordi? Come il giorno che ho fatto l'appendicite, avevo dieci anni e non riuscivo a svegliarmi dall'anestesia. Cercavo di aprire gli occhi ma le palpebre erano troppo pesanti e tu mi chiamavi seduto vicino al letto. Più passavano i minuti più la tua voce era forte e decisa. Pensavo fossi arrabbiato con me, invece eri spaventato.
E questa notte mi chiamavi e la tua voce era così reale che ho aperto gli occhi, subito, pronta.
Eccomi, ti ho detto.
Sono giorni difficili, giorni del ricordo. Ogni minima cosa mi riporta a quei momenti. E tu vieni a chiamarmi, ogni anno.
Strano mese questo Aprile dove la casualità, il destino ha mescolato giorni felici e giorni tristissimi, tutto in una manciata di pochi numeri.
Qui il 18 sarà il Good Friday, il buon venerdì. Strano modo di chiamare il giorno della Passione.
La sola e importante cosa buona di venerdì 18 sarà che ci ritroveremo tutti insieme, noi quattro, da angoli diversi del mondo e parleremo di voi e sorrideremo con i soliti aneddoti e fioriremo questa giornata con tutto l'amore che abbiamo e sarà come portarvi rose rosa e rami di pino.
Tranquillo, papà, sono sveglia.

mercoledì 2 aprile 2014

Fondamentalmente aspetto...

Passeggio tra case con imperterrite decorazioni di Natale, anche se Pasqua, dicono, è alle porte. Ma sento la Primavera.
Le bandiere strisciostellate, sbattendo allegre, sotto l'impulso di questo vento stranamente tiepido e che sembra voler scacciare via tutti i residui tristi di un inverno veramente interminabile, mi aiutano ad alzare il viso ed annusarla questa Primavera.
Oggi ho spalato (spalare è un verbo forte visto che ho utilizzato una paletta per raccogliere la polvere) l'ultima neve che invadeva ancora la terrazza ma che incominciava ad innervosirmi.
Aspetto, con ansia crescente, le mie cose che sono in viaggio da quasi tre mesi ormai e che, secondo le ultime notizie, dovrebbero essere su un lunghissimo treno merci da qualche parte tra qui e New York. Si avvicinano, lentamente, ma si avvicinano.
Intanto studio il codice stradale del Michigan, i segnali in parte diversi dai nostri,  le velocità in miglia, come girare a sinistra senza sfiorare una strage e grazie allo Scettico ho anche già provato il brivido di essere fermata dalla Police e ho appreso, con metodo montessoriano, tutta la procedura codificata di cosa fare e cosa assolutamente non fare quando un poliziotto si affaccia al tuo finestrino con la mano sulla pistola. Riassumendo: mani ben in vista e sul volante ( nessun smanettamento all'italiana, please!) gran utilizzo di Sir, aria umile,  immediata ammissione di colpa, patente straniera e gran entusiasmo di essere sul continente americano. Vi assicuro che per lo Scettico ha funzionato.
Osservo, senza stancarmi, il passaggio delle "mie" quattro cerve che, ogni giorno, passeggiano davanti alla cucina facendomi sorridere e pensare immediatamente al mio papà.
Me lo sono immaginato, più volte ormai, qui al tavolo a cena con me, guardare le cerve passare e scuotere la testa incredulo e sorridere sornione pensando alle sue levatacce mattutine e alle lunghe marce silenziose per scorgere, con il binocolo, lontano, un timido capriolo.
Intanto aspetto il treno.