Se ero te mi sarei guardata strana
perchè c'era solo vento nei miei occhi.
Se ero te mi sarei parlata urlandoperchè c'era il rimbombo delle slavine intorno.
Se ero te forse mi sarei girata le spalle.
Che sorpresa, invece, ritrovarti ancora lì.
Pensieri sparsi di una donna senza fissa dimora
Se ero te mi sarei guardata strana
perchè c'era solo vento nei miei occhi.
Se ero te mi sarei parlata urlandoLe persone scompaiono così, all'improvviso. In silenzio se ne vanno e tutto resta uguale a prima.
Per alcuni si fanno sproloqui di eterna memoria, per altri nessuno ha niente da dire.
Eppure è proprio la memoria il famoso al di là, solo che per alcuni è brevissimo.
Una vita oltre la morte che dura solo qualche anno, il tempo che si spengano i ricordi nella mente degli altri.
Ben lo sapevano gli antichi che cercavano di allungarsela, questa vita, lanciando il corpo e il suo involucro come navette spaziali verso il futuro.
E noi, che invece viviamo nella brevità e nella velocità, ci facciamo spargere nell'aria per accorciarla ancora di più questa memoria.
Spero solo che mi respiri un lichene.
Ed eccoci nel nuovo anno con quello vecchio già messo nella differenziata: i momenti fragili nel vetro, i progetti finiti ma riciclabili nella plastica, i giorni marci nell'umido e tutto quello da dimenticare nell'indifferenziata per bruciarlo senza rimpianti.
È stato un anno difficile, in salita ma con momenti di bellezza estrema che resteranno nella memoria per sempre. Un anno di cambiamenti fisici e mentali e che ha portato progetti tutti nuovi ed inaspettati.
A volte, quando si tocca il fondo, è proprio quello il momento in cui si riesce a darsi la spinta per risalire e per scoprire, poi, che si riesce pure a nuotare, magari.
Chissà se i nostri sogni si realizzeranno, Scettico?
Comunque è già meraviglioso sussurrarceli la sera a luce spenta e chiudere gli occhi vedendo delfini e mostri marini che ci vengono a trovare e chiederti : ma in mezzo al mare ci sono gli uccelli? Ma che rumore fa il mare di notte? Ma...
Buon anno a tutti quelli che passano da qui. E attenti ai mostri marini.
Cerco di prendermi cura di me in questo momento, faccio tagliandi rimandati da tanto, troppo tempo.
Mi curo facendomi male e nel dolore c'è una specie di catarsi. Sicuramente la scelta dei tempi è sintomatica di quanto ho bisogno di pensare ad altro, focalizzarmi su cose diverse e che mi riempiano la testa e il corpo.
Ne uscirò migliore, mi dico. Sarò diversa fuori e magari anche dentro, come se cambiare il guscio avesse il potere di cambiare anche il contenuto. Mi illudo. Ma ci provo.
Lo Scettico supporta come sempre, rassicura, accompagna, cura e cerca di sorridere, sorridere per due. È una montagna lo Scettico, un porto, un bivacco in mezzo alla bufera, un eremo durante una catastrofe.
Lo Scettico è nel buio, come me, forse più di me ma accende cerini, uno dopo l'altro e si brucia la punta delle dita senza dire niente per farci luce e trovare una strada nuova che ci permetta di ritrovare la serenità.
Crea sogni lo Scettico, con la stessa costanza e forza di un generale che progetti uno sbarco. Ed io ci credo ai suoi sogni anche se sembravano così difficili. Lo ascolto e mi proietto in un mondo sconosciuto e anche un po' pauroso.
Sono pronta Capitano, quale sarà la rotta?
Ovunque andremo ci saranno i suoi occhi, in cui mi rifletto, da quasi quarant'anni, che mi aiuteranno a guardare lontano, perchè da sola riesco solo a guardare la punta dei miei piedi.
Devo imparare a rialzare la testa.
È tutto il giorno che mi gira in testa una canzone che ritornella in francese : il est où le bonheur?
Dov'è la felicità?
È qui ma non fa rumore e spesso ci accorgiamo che era vicinissima ma non ci siamo accorti di lei.
Quando ci rendiamo conto di essere felici è già troppo tardi.
Cercarla è un errore perchè mentre rovisti non ti accorgi che è alle spalle.
Facciamo di tutto per essere felici ma alla fine vediamo solo la tristezza.
Dov'è la felicità?
Il est où le bonheur?
È una stronza la felicità, perchè non fa rumore e quando ti rendi conto che era qui, se ne è già andata.
Non credete a chi dice che il tempo aiuta.
Il tempo fa crescere erbacce, appende ragnatele, deposita polvere, ingrigisce i capelli, fa cadere i denti e ti fa pisciare in un pannolone nella casa di riposo per non disturbare le infermiere.
Questo è il tempo, il tempo ristoratore, il subdolo che ti illude di addolcire il dolore e poi lo trasforma in ricordi taglienti e silenziosi come lame.
Non credete a chi dice che il tempo aiuta.
Intanto in questo anno orrendo è morta anche la Regina.
Io non lo prendo come un evento nefasto per il futuro, no, no. Voi sì?
Lo so, lo so è un posto triste questo, da qualche mese.
Ma è la vita fatta così, è un mosaico di sensazioni. Attimi splendidi e momenti merdosi, tutti mescolati, che mi direte voi: viene fuori un color cacchina inguardabile. Eh no, invece, da vicino forse, ma se ti allontani c'è l'effetto impressionista e una macchia diventa un fiore, una virgola la faccina di un bimbo in un campo di papaveri e via così. E la distanza giusta per guardarla, questa vita, si calcola in base al: tempo necessario fratto pazienza al quadrato tutto dentro parentesi e grande radice quadrata di diplomazia alla decima. Più o meno.
Solo che io, adesso, ho la faccia attaccata al quadro e vedo solo il color cacchina in pennellate spesse, anzi in spatolato. E sottovoce dico al mio vicino, quello che guarda il quadro con me, quello con cui ho fatto l'abbonamento di entrata in questo strano museo, trentanove anni fa: ma chi l'ha fatta 'sta boiata?!
Il mio vicino, che è uomo saggio, dice che, appunto, dobbiamo allontanarci e guardarlo da lontano, il tutto, secondo l'equazione di cui sopra.
Okei.
Allora ci riposizioniamo rispetto alla schifezza color cacchina e attualmente, lui è nella sala ottocentesca, quindi da lontano intravede le opere impressioniste e dice che gli pare di capire di cosa tratta la boiata, io sono nella sala degli assiro babilonesi e ne avrò per qualche tempo prima di avvicinarmi alla comprensione della cosa.
Stay tuned.
Sono una brutta persona.
Volevo dirvelo perchè mi è stato detto e perchè, da allora, credo di esserlo.
Lo specchio sono gli occhi degli altri e in quello specchio, naturalmente, tendiamo a vedere solo le cose belle e quelle che ci fanno piacere ma se lo specchio ti rimanda l'immagine di una vecchia strega, che fai?
Giri lo sguardo e sorridi. Ma chi? Io?
Lo racconti agli amici. Ma sai che?
Ma il sortilegio è fatto e il tarlo è nella tua testa, non attraverso le immagini ma con le parole che ti rigirano in testa e vanno a colpire i tuoi punti deboli.
Forse, chissà, ma vuoi vedere che?
E se fossi un brutta persona, di quelle della peggior specie, per giunta, quelle che pensano di essere nella media, una personcina dabbene ma che in realtà è un sepolcro imbiancato?
Ma che brutto periodo.