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venerdì 2 dicembre 2022

Sono pronta, Capitano.

 Cerco di prendermi cura di me in questo momento, faccio tagliandi rimandati da tanto, troppo tempo.

Mi curo facendomi male e nel dolore c'è una specie di catarsi. Sicuramente la scelta dei tempi è sintomatica di quanto ho bisogno di pensare ad altro, focalizzarmi su cose diverse e che mi riempiano la testa e il corpo. 

Ne uscirò migliore, mi dico. Sarò diversa fuori e magari anche dentro, come se cambiare il guscio avesse il potere di cambiare anche il contenuto. Mi illudo. Ma ci provo. 

Lo Scettico supporta come sempre, rassicura, accompagna, cura e cerca di sorridere, sorridere per due. È una montagna lo Scettico, un porto, un bivacco in mezzo alla bufera, un eremo durante una catastrofe.

 Lo Scettico è nel buio, come me,  forse più di me ma accende cerini, uno dopo l'altro e si brucia la punta delle dita senza dire niente per farci luce e trovare una strada nuova che ci permetta di ritrovare la serenità.

Crea sogni lo Scettico, con la stessa costanza e forza di un generale che progetti uno sbarco. Ed io ci credo ai suoi sogni anche se sembravano così difficili. Lo ascolto e mi proietto in un mondo sconosciuto e anche un po' pauroso.

 Sono pronta Capitano, quale sarà la rotta? 

Ovunque andremo ci saranno i suoi occhi, in cui mi rifletto, da quasi quarant'anni, che mi aiuteranno a guardare lontano, perchè da sola riesco solo a guardare la punta dei miei piedi. 

Devo imparare a rialzare la testa.

venerdì 25 novembre 2022

Il est où le bonheur?

 È tutto il giorno che mi gira in testa una canzone che ritornella in francese : il est où le bonheur? 

Dov'è la felicità? 

È qui ma non fa rumore e spesso ci accorgiamo che era vicinissima ma non ci siamo accorti di lei.

Quando ci rendiamo conto di essere felici è già troppo tardi. 

Cercarla è un errore perchè mentre rovisti non ti accorgi che è alle spalle.

Facciamo di tutto per essere felici ma alla fine vediamo solo la tristezza.

Dov'è la felicità? 

Il est où le bonheur?

È una stronza la felicità, perchè non fa rumore e quando ti rendi conto che era qui, se ne è già andata.



venerdì 9 settembre 2022

Se muore anche la Regina.

Non credete a chi dice che il tempo aiuta. 

Il tempo fa crescere erbacce, appende ragnatele, deposita polvere, ingrigisce i capelli, fa cadere i denti e ti fa pisciare in un pannolone nella casa di riposo per non disturbare le infermiere. 

Questo è il tempo, il tempo ristoratore, il subdolo che ti illude di addolcire il dolore e poi lo trasforma in ricordi taglienti e silenziosi come lame.

Non credete a chi dice che il tempo aiuta. 

Intanto in questo anno orrendo è morta anche la Regina. 

Io non lo prendo come un evento nefasto per il futuro, no, no. Voi sì? 


 

mercoledì 24 agosto 2022

Marshall

Leggo in questi giorni un libro sulla comunicazione.
 La comunicazione pare sia un grosso problema nella nostra famiglia di questi tempi.
 Strano, pensavamo fosse il nostro punto di forza, invece era il nostro tallone di Achille. 
 Dicevo che leggo un libro, mezzo interessante e mezzo farlocco, interessante negli spunti di riflessione e farlocco nel modo di presentare le sue tesi. Lo scrittore mi ricorda un venditore di quegli aggeggi che tagliano le verdure al mercato,  quelli con davanti chili di verdure tagliate in tutte le forme e dimensioni e che per vendere devono raccontare un sacco di cose inutili e parlano troppo, il mio Marshall (l'autore del libro) è  proprio così. 
Probabilmente perchè la teoria è splendida ma metterla in pratica è possibile solo se sei un personaggio del mondo Disney, quindi Marhall, per convincerci, te la racconta per duecentonovanta pagine e in fondo ci sono pure gli esercizi da svolgere, per vedere se hai capito.
Insomma, in sintesi, Marshall dice che si deve sempre dire i propri bisogni, in modo chiaro e senza fraintendimenti. Mai pretese solo bisogni!
Bisogni. 
Marshall, a me sembrava di avere dei bisogni talmente semplici e scontati che non serviva nemmeno sottolinearli ma se lo dici tu. Inoltre se devo stare a dirteli i miei bisogni ho l'impressione che ho  già fallito almeno venti e passa anni prima e che siamo qui solo a cercare di rattoppare qualcosa che non funziona.
Nel momento che devo chiedere vuol dire che l'altro è parecchio distratto, nella migliore delle ipotesi, o che fa finta di esserlo perchè i tuoi bisogni gli pesano e allora che chiedo a fare. 
Quando si ama veramente qualcuno quel qualcuno li sa perfettamente  i tuoi bisogni, li capisce, li anticipa e non perchè è un genio, semplicemente perchè sono bisogni condivisi.
Mi manchi come io manco a te, ti penso come tu pensi a me, ci sono e so che ci sei. Non ci sono invasioni di campo perchè è un campo unico su cui giochiamo insieme e so che le regole sono date dalla reciproca stima. Finchè c'è stima reciproca il gioco funziona perfettamente ma se qualcosa si incrina allora bisogna mettere pali, linee e pure un arbitro, se necessario. 
Ma è un momento talmente delicato per me che sono facile preda dei Marshall di qualunque tipo.
Dopo questo, in attesa sul comodino, c'è un libro sui tarocchi.

venerdì 6 maggio 2022

Il museo della vita.

 Lo so, lo so è un posto triste questo, da qualche mese.

 Ma è la vita fatta così,  è un mosaico di sensazioni. Attimi splendidi e momenti merdosi, tutti mescolati, che mi direte voi: viene fuori un color cacchina inguardabile. Eh no, invece, da vicino forse, ma se ti allontani c'è l'effetto impressionista e una macchia diventa un fiore, una virgola la faccina di un bimbo in un campo di papaveri e via così. E la distanza giusta per guardarla, questa vita, si calcola in base al: tempo necessario fratto pazienza al quadrato tutto dentro parentesi e grande radice quadrata di diplomazia alla decima. Più o meno.

Solo che io, adesso, ho la faccia attaccata al quadro e vedo solo il color cacchina in pennellate spesse, anzi in spatolato. E sottovoce dico al mio vicino, quello che guarda il quadro con me, quello con cui ho fatto l'abbonamento di entrata in questo strano museo, trentanove anni fa: ma chi l'ha fatta 'sta boiata?!

Il mio vicino, che è uomo saggio, dice che, appunto, dobbiamo allontanarci e guardarlo da lontano, il tutto, secondo l'equazione di cui sopra. 

Okei.

Allora ci riposizioniamo rispetto alla schifezza color cacchina e attualmente, lui è nella sala ottocentesca, quindi da lontano intravede le opere impressioniste e dice che gli pare di capire di cosa tratta la boiata, io sono nella sala degli assiro babilonesi e ne avrò per qualche tempo prima di avvicinarmi alla comprensione della cosa.

Stay tuned. 


giovedì 14 aprile 2022

Sepolcri imbiancati

 Sono una brutta persona. 

Volevo dirvelo perchè mi è stato detto e perchè, da allora, credo di esserlo.

Lo specchio sono gli occhi degli altri e in quello specchio, naturalmente, tendiamo a vedere solo le cose belle e quelle che ci fanno piacere ma se lo specchio ti rimanda l'immagine di una vecchia strega, che fai?

Giri lo sguardo e sorridi. Ma chi? Io? 

Lo racconti agli amici. Ma sai che?

Ma il sortilegio è fatto e il tarlo è nella tua testa, non attraverso le immagini ma con le parole che ti rigirano in testa e vanno a colpire i tuoi punti deboli.

Forse, chissà, ma vuoi vedere che?

E se fossi un brutta persona, di quelle della peggior specie, per giunta, quelle che pensano di essere nella media, una personcina dabbene ma che in realtà è un sepolcro imbiancato?

Ma che brutto periodo. 


venerdì 8 aprile 2022

Tempo. Dicono che serve tempo.

 Son tempi strani. Fuori e dentro la porta di casa, caos fuori e immagini tristi dentro. 

Ma quando qualcosa si rompe dentro si ripara? 

Guardo case sventrate e finestre sospese sul nulla e penso che le macerie interne non viene a riprenderle nessuno. Non ci sono reporter per le guerre del cuore.

Nessuno viene con l'espressione seria e ti chiede: come sta? Cosa faceva mentre esplodeva la bomba che si è portata via la sua famiglia? 

Cosa facevo? Aspetti, non ricordo bene. Stavo salutando il piccolo, gli ho sussurrato: ci vediamo domani. Non c'è mai stato quel domani. 

Nessuno può fare un primo piano al cratere che è rimasto nel mio cuore e senza immagini il dolore non esiste. Non esiste e non importa a nessuno. 

E adesso, sotto tiro, devi pensare alla diplomazia. Dicono che è la scelta giusta.  

Potrebbe essere che vedremo i risultati della diplomazia tra qualche anno ma il cratere dentro impedirà ai miei sogni di crescere e darmi cibo, intanto. 

Chi ripara i crateri? Chi riempie i vuoti? Chi restituisce il sonno?

 Rispondono: il tempo. Lo dicono sempre quelli che ne hanno tanto o quelli che vivono in territori neutrali. 

 Il tempo fa crescere erbacce, appende ragnatele, deposita polvere, ingrigisce i capelli, fa cadere i denti e ti fa pisciare in un pannolone nella casa di riposo per non disturbare le infermiere. Questo è il tempo.

E tutto questo non ha niente a che fare con la guerra della televisione, se non lo aveste capito.

venerdì 28 gennaio 2022

Errori

 Ogni errore che commettiamo trascina conseguenze che nemmeno immaginavamo.

Ogni errore, anche minimo, ci fa cambiare strada.

Se l'errore è grande porta verso strade che nemmeno pensavi di poter percorrere. 

E la tristezza di quello che avrebbe potuto essere ti cammina accanto costantemente, come monito.

 


venerdì 21 gennaio 2022

Le ruspe sono il tempo.

 Quante volte ci si ritrova a pensare: dove ho sbagliato? Quali tasselli sono stati messi storti? Che passaggio ho saltato? Sono giorni che mi rigiro nel letto e nella mente.

A volte bastano pochi secondi per cambiare il corso di un destino, pochi secondi per vanificare anni di lavoro. Capita sempre agli altri ma invece capita anche a te. 

A te che guardavi le situazioni degli altri e dicevi: povero, peccato, che tristezza, mi dispiace tanto, eh ma ci saranno state delle cose che non sappiamo, eh ma chissà cosa hanno fatto prima. Vedi, a noi non può succedere, noi siamo più comunicativi, noi siamo più tolleranti, noi.

Noi. Come tutti, come gli altri. Perchè non  impariamo mai che gli altri siamo noi solo al rovescio, come immagini allo specchio, difficili da riconoscere, storti.

  Invischiati in rapporti traballanti che cerchiamo di tenere in piedi come si fa con le case pericolanti: metti un palo qui, una putrella là. Senza tenere conto che sei in zona sismica, mica arriverà il terremoto, no?

Quando arriva, invece, il terremoto non hai nemmeno il tempo di metterti al riparo, resti in piedi in mezzo alla stanza e prendi l'onda e guardi il mondo che ti crolla intorno. E quando passa non sai cosa fare, ti siedi e pensi alle cose più assurde perchè sai che sarà troppo doloroso il futuro. Pensi a riempire la lavastoviglie, pensi alla polvere sulla mensola, pensi a stirare.

Smonti, pulisci, nascondi. Le macerie sono ancora tutte lì. Le ruspe sono il tempo. 

Dove ho sbagliato? Probabilmente già quando si costruivano le fondamenta? Eppure qulche umarell c'era stato nel corso degli anni che aveva insinuato il dubbio: io starei attento mi sembra deboluccio là, io farei una gettata di cemento in più, fra qualche anno viene giù tutto. Ma chi li ascolta i dubbi? Chi ascolta i pensieri sussurrati negli angoli bui della mente? Sei talmente fiero di quello che costruisci. Siamo tutti così fieri. Ci hai messo così tanto impegno, energie, buona volontà, risorse che non saranno dei dettagli a rovinarti il sogno, no? 

Poi arriva il terremoto e ti riporta al piano zero.