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venerdì 6 maggio 2022

Il museo della vita.

 Lo so, lo so è un posto triste questo, da qualche mese.

 Ma è la vita fatta così,  è un mosaico di sensazioni. Attimi splendidi e momenti merdosi, tutti mescolati, che mi direte voi: viene fuori un color cacchina inguardabile. Eh no, invece, da vicino forse, ma se ti allontani c'è l'effetto impressionista e una macchia diventa un fiore, una virgola la faccina di un bimbo in un campo di papaveri e via così. E la distanza giusta per guardarla, questa vita, si calcola in base al: tempo necessario fratto pazienza al quadrato tutto dentro parentesi e grande radice quadrata di diplomazia alla decima. Più o meno.

Solo che io, adesso, ho la faccia attaccata al quadro e vedo solo il color cacchina in pennellate spesse, anzi in spatolato. E sottovoce dico al mio vicino, quello che guarda il quadro con me, quello con cui ho fatto l'abbonamento di entrata in questo strano museo, trentanove anni fa: ma chi l'ha fatta 'sta boiata?!

Il mio vicino, che è uomo saggio, dice che, appunto, dobbiamo allontanarci e guardarlo da lontano, il tutto, secondo l'equazione di cui sopra. 

Okei.

Allora ci riposizioniamo rispetto alla schifezza color cacchina e attualmente, lui è nella sala ottocentesca, quindi da lontano intravede le opere impressioniste e dice che gli pare di capire di cosa tratta la boiata, io sono nella sala degli assiro babilonesi e ne avrò per qualche tempo prima di avvicinarmi alla comprensione della cosa.

Stay tuned. 


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