Ho preso treni svizzeri pulitissimi, dentro e fuori, poichè da quelle parti pare abbiano inventato un materiale anti graffiti autopulente, altrimenti non si spiega.
Ho aspettato aerei rumorosissimi, pieni di gente allegra e bambini dittatori.
Ho conquistato taxi stranamente silenziosi nonostante fossero guidati da omoni ispanici.
Ho camminato per strade sconosciute che mi hanno incantato ad ogni passo.
Tutto questo per conoscere il nuovo mondo.
No, non equivocate, non sono ancora andata dallo Scettico oltreoceano ma da Cucciolo, nella caliente terra di Spagna.
Avevo un gran bisogno di conoscere il nuovo mondo di Cucciolo, di condividere per qualche giorno i suoi riti quotidiani, di respirare l'aria calda di cui si era tanto lamentato e soprattutto sentirmi meno lontana.
Atterrare a Siviglia è come cambiare, in un attimo, tutti i propri codice colore.
Dimenticati subito i grigetti, l'azzurro pallido, il bianco topo perchè qui i gialli ocra ti colpiscono a tradimento e in pochi minuti ti sembra di non poterne più fare a meno, l'azzurro si carica vicino ai bianchi e al verde, al punto che ti sembra faccia un alone intorno alle cose.
Anche nella più scontata periferia, le brutture architettoniche, che uniscono tristemente tutte le grandi città europee, sono stemperate da eleganti palme cariche di datteri gialli e pettegolissimi pappagallini verdi squillanti.
Dopo aver fotografato quintali di scarpe, ventagli e vestiti da flamenco ti viene voglia di battere il tacco nelle viuzze strette e deserte e ti scappa un lamento che inevitabilmente finisce con corazon.
Mi direte che vi sto facendo una descrizione scontata e da cartolina di Siviglia, probabile, ma nel cuore di questa città va in scena proprio la Spagna da manuale durante tutta la settimana e poi, il fine settimana, arrivano "gli spagnoli" e va in scena "la Spagna".
Quella che ti schiaccia, senza darti scelta, in una processione, che ti riempie le narici di incenso che non lo hanno nemmeno in Vaticano così intenso e potente, che ti trascina in cattedrale e ti ritrovi davanti all'immagine enorme della Vergine con mantello e corona e candele e argenti, portata a spalla da uomini sudati e con strani turbanti.
Le donne sono vestite di nero, gli uomini importanti sono vestiti di nero e tu, con il tuo jeans e la tua macchina fotografica, dai un po' fastidio, turista. Avevi tutta la settimana per guardare la Spagna! Va a guardare la tomba di Colombo, dai! Va sulla Giralda, dai! Qui si prega e poi, adesso, ci sono le Confraternite, poi ci sono i ragazzi che si preparano per le comunioni, poi ci sono le Vedove della Addolorata e ...vai!
Io mi sono goduta tutto: lo spettacolo fatto per me turista e la Spagna vera.
A differenza di Cucciolo mi sono pure goduta la fila, condivisa con tanti sudamericani e qualche asiatico, per ubbidire alla burocrazia spagnola e conquistare un numerino che ti permette di restare e lavorare e pagare qualche tassa che:" Caballero, se no te gusta..."
Gli impiegati della grande macchina burocratica sono tutti uguali, in Spagna, in Francia, in Italia ma questo Cucciolo non lo sapeva ancora ed è stato bello essere con lui in una piccola tappa della sua vita.
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Pappagallo di periferia |