Il vestito, con l'ampia scollatura, produce un piacevole fruscio ad ogni mio movimento. Quanto mi costa suonare oggi, eppure il concerto l'ho provato e riprovato.
Suono con fatica. Ho la febbre, credo.
Mi tocco il collo e sento un rigonfiamento sotto l'orecchio. Mi fa male.
Mi sento svenire, devo sdraiarmi.
Il prete, che assisteva alle prove, si avvicina, mi sussurra che ci sono in giro casi di peste e che, pare, io ne abbia già tutti i sintomi, dovrò abbandonare l'idea del concerto.
Sono arrabbiata. Faccio di no con la testa ma sento la febbre salire e so che dovrò lasciare il posto a quel viziato marmocchio di mio fratello.
Quanto sono arrabbiata.
Questa notte ero la sorella di Mozart.
Al risveglio rido del mio sogno con uno Scettico sempre più perplesso. Sai, questa notte ero la sorella di Mozart! Chissà se Mozart aveva una sorella veramente? Ero una pianista.
Lo Scettico scuote la testa e sorride. Ma non era figlio unico Mozart? Ho questo ricordo nella testa.
Il sogno è, come sempre, ancora vivo e reale nella mia testa e non riesco a staccarmi da lui.
La curiosità sale. Mi alzo e vado al computer. Cerco Mozart ed eccola... la sorella pianista che è passata in secondo piano rispetto al fratello per volontà della famiglia, pare.
Sono allibita. Come ho potuto fare un sogno simile?
Non avevo mai letto niente di questa donna, ne ignoravo completamente l'esistenza.
Come ho potuto inventarla, provare delle emozioni così reali?
Ho suonato il piano ( io che non so suonare alcun strumento!), ho cercato di resistere per non essere messa da parte, ho avuto paura per la malattia... ero Maria Anna Mozart.
Incomincio seriamente a preoccuparmi.