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martedì 22 gennaio 2013

Una partita a dadi

Questa notte mi giocavo a dadi la possibilità di entrare a visitare un castello.
 A parte il fatto che si giocava con  un solo dado enorme che dava realmente i numeri, andando da uno a undici, la parte strana del sogno stava nel fatto che nel gruppo di giocatori c'erano persone che non vedo da anni e con alcune di queste avevo un rapporto praticamente inesistente già al tempo delle superiori. Tra parentesi la tizia che mi era odiosa alle superiori barava anche nel sogno e aveva mantenuto la stessa aria di supponenza che aveva allora.
Mi sono svegliata però con una strana sensazione di nostalgia perchè avevo ancora fresche nella mente le immagini e i volti di persone del passato.
 Quanti volti ci perdiamo per strada, quante belle persone ci passano accanto e non riusciamo a trettenere vicine. Le perdiamo, si allontanano, vengono triturate dal tempo e dalla nostra vita che procede come un panzer e ogni tanto tornano come fantasmi, come sogni, come flash.
Quante belle persone ho incrociato fino a questo punto del sentiero: con alcune ho fatto un tratto di strada, con altre ci siamo salutati ad un piccolo incrocio, con qualcuno ho condiviso i doni preziosi dello zaino, un bicchiere di vino e grasse risate. Qualcuno è restato solo una promessa, una possibilità piena di speranze, altri sono stati esplorati quasi completamente e appoggiati sulla mensola del tempo con la pienezza della conoscenza.
Conoscenze, amicizie, incontri, scontri, mani strette, sorrisi, occhi, profumi, abbracci...
Ci sono tutti, infilati in un grosso scatolone apparentemente disordinato, apparentemente dimenticati.
Basta sfilare dal mucchio, delicatamente, un'immagine e tutto ritorna, fresco come fosse stato ieri.
Inoltre mi chiedo quante cose non fatte, parole non dette, gesti repressi hanno fatto cambiare strada alla mia vita? Se quel giorno mi fossi attardata, se non fossi uscita da quella stanza, se non avessi ascoltato, se avessi alzato la cornetta, se ti avessi guardato negli occhi un po' più a lungo, se...
La vita come una partita a dadi, proprio come nel mio sogno.
Quindi nel sonno filosofeggio? Estrapolo? Riassumo?

A chi si ponesse domande e a chi è stato attento fin qui vorrei dire che la partita a dadi si è interrotta improvvisamente non per l'irruzione della polizia, scena che mi sarebbe di molto piaciuta ma causa sveglia dello Scettico, che suona sempre prima, quindi non so se entrerò mai nel castello.



2 commenti:

  1. Mi piacerebbe ricordare i sogni....potrei rifletterci su come tu fai. Ma al mattino la mente è vuota, inesorabilmente.

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  2. se è una partita a dadi, fondamentale è non essere il dado

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