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giovedì 17 maggio 2012

Riciclo di post con dubbio finale


Si era finalmente sistemata. La giornata era stata più faticosa del solito.
Proprio tutto sembrava complottare contro di lei. La neve aveva imbiancato le strade,la mattina, cadendo a faldoni enormi, esagerati. In dieci minuti tutto era zuccherato, infarinato e lei aveva dovuto imballare in fretta tutta la casa nella plastica. Le coperte si erano bagnate già durante la notte quando i due gendarmi, scortesi, si erano fermati per farla traslocare. Mentre arrotolava, piegava, infilava nel carrello loro parlavano, parlavano, chiedevano, ordinavano. Pensavano che lei non capisse la loro lingua piena di esse e di effe, piena di madame ma tagliente come la carta dorata dei finti pacchi che decoravano la piazza.
Vado! Vado! Quando finalmente si era ricreata la sua camera da letto nella viuzza parallela, che però era più umida e fredda, la vocina nuova, quella che sentiva da due o tre giorni soltanto, le aveva detto che adesso poteva fare la pipì, tranquillamente, che nessuno se ne sarebbe accorto. In effetti nessuno se ne era accorto ma la mattina il freddo umido le aveva gelato le gambe e camminare era stato veramente sgradevole. Vocina impertinente.
La mattina era stata fredda, rumorosa, sgarbata, come tutta quella gente indaffarata. La pioggia del pomeriggio aveva trasformato le strade in un pantano vischioso e il carrello si incastrava in ogni buco, orma, dislivello.
Aveva mangiato una minestra nel solito ritrovo di brave signore mielose, che sorridevano e parlavano sottovoce ma che non la sfioravano mai, oggi poi, dopo lo scherzo della vocina notturna, nessuno le si avvicinava molto. Le avevano distribuito tanti sorrisi e cioccolatini e  mandarini perchè era la vigilia di Natale. Natale... Capisce? Natale!

Certo che capiva ma non aveva nessuna voglia di rispondere e le piaceva restare immobile, con gli occhi negli occhi del suo interlocutore ad aspettare le reazioni che questo provocava. Buon Natale! Capisce? Tanti auguri!
Adesso le strade erano vuote e silenziose. La camera era pronta, i cioccolatini sul comodino. Se alzava un po' la testa, poteva anche intravedere il grande albero della piazza con le luci dorate e le piccole navi blu che traghettavano elfi e bambini verso la felicità.
La vocina impertinente continuava a dirle di dormire. Aspetta mangio un ultimo cioccolatino.

 Dormi vecchietta.
 Aspetta guardo ancora una volta l'albero.
Dormi nonnina.
 Adesso dormo.
 Buon Natale.

Avevo incominciato ad affezionarmi alla mia clochard. La incontravo in punti fissi della città, agli stessi orari, intenta ai medesimi riti. Avevo pensato a lei mentre mi inventavo questo post natalizio sul blog splinderiano...è circa un mese che non c'è più. Ho pensato di chiedere notizie...ma a chi?

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