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martedì 5 novembre 2024

Apnea

 Gli anni scorrono via, lo dico sempre, lo dicono tutti. Ti viene in mente che devi prendere l'appuntamento. Dai che chiamo dopo, dai che chiamo domani, poi fai due conti e ti rendi conto che sono passati tre anni. Certo sono stati tre anni intensi, pieni di cose, pieni di gente, gente che è arrivata portando folate di aria fresca ed altri solo tempesta. Gente che se ne è andata, chi bene, chi male e chi molto male. 

Intanto i tre anni sono lì, nero su bianco, una data incisa sull'ultima mammografia che non ammette scuse. Mentre entro nello studio, nonostante l'ansia che mi stritola lo stomaco, utilizzo la tecnica base, quella infallibile che ho imparato dalla sola ed unica maestra: spalle indietro, postura elegante, occhi negli occhi, sorriso ammaliatore e un sonoro buongiorno. A volte funziona a volte meno e poichè il monitor spia ha già rivelato il ritardo enorme accumulato, c'è poco spazio per le piacionerie. 

Mi spoglio, mi sdraio e metto le mani dietro la nuca come da manuale e respiro che probabilmente sono in apnea da un quarto d'ora. Mentre la sonda fa il suo lavoro guardo il soffitto e sovrapposte al compensato bianco trascorrono tutte le immagini per cui io sono già  grata e soddisfatta: sorrisi, occhi, mani, capelli, sbava, cacca e pipì e mare e neve e luci del mio mondo colorato e meraviglioso che mi circonda e immeritatamente mi ama. Un film a colori ma muto per la tensione.

Poi scorrono immagini di flebo, mani bianche, camomille, corridoi lunghissimi e notti eterne. Rumore di barelle nel corridoio. Sono due film diversi ma che proiettati in alternanza si completano e l'uno da senso all'altro, il bianco e nero bilancia il colore e ne viene fuori un effetto vintage da albori del cinema. 

Mi ritrovo con una palla di scottex in mano per togliere il gel e non sorrido più ma mi sorride lui e lo prendo per un buon segno.

Esco con il mio prezioso dischetto pieno di buone notizie e finalmente respiro. 

Fuori, in sala d'attesa, visi tirati e apnee ma questa è l'unica arma che abbiamo per continuare ad aggiungere scene al film da proiettare sul soffitto degli ambulatori. Forza ragazze.


giovedì 20 luglio 2023

Superpoteri

 Sogno bambini. Bambini di tutte le età, da neonati a età indefinite ma pur sempre piccoli da esigere attenzioni. A volte sono incinta, come la scorsa notte e la piccola si chiamava Aisha ma anche quando non so di chi siano c'è sempre una grande tenerezza e un bisogno di stringerli e di prendermene cura. 

Sicuramente il mio fallimento come nonna darebbe da scrivere delle belle pagine ad uno psicoterapeuta e facili letture dei miei sogni ma io credo che alla base ci sia piuttosto il rimpianto.

Dare l'addio all'età fertile ti costringe a fare i conti con la fine: fine di un lungo periodo della vita in cui tutto è possibile, basta volerlo. Adesso, invece, anche volendo niente può succedere e quindi il tuo potere è finito.

La menopausa è la tomba dei supereroi, la scadenza della pozione magica, la mezzanotte di Cenerentola.

Però la menopausa ti regala un superpotere, propone uno scambio: tu mi ridai indietro la capacità creativa, quella potente, il dono della Dea Madre ed io ti regalo il potere dell'invisibilità. E anche se dici no grazie te la regala lo stesso, come un gadget scadente: su prendi che ne ho un cassetto pieno! Così tu la metti in borsetta e te ne dimentichi.

L'invisibilità è subdola, tu continui a vivere come prima poi un giorno, pof! , ti rendi conto che il tizio con cui parli tiene lo sguardo alto esattamente sopra la tua spalla destra, ti rendi conto che se ti tengono la porta aperta non è per galanteria ma per educazione e che nei negozi incominciano a consigliarti vestiti a fiori e scarpe comode. 

Allora vai a cercare la borsa che avevi il giorno che hai incontrato quella simpaticona della menopausa e cerchi il gadget dell'invisibilità che ti aveva rifilato, ravani tra gel disinfettante e fazzolettini, penne e monetine, dicendo parolacce buffe tipo: accipicchia, mannaggia, porcamiseria ( 'chè la menopausa si è portata via anche il potere di tirare giù tutti i santi del paradiso, dono del papà toscano) e alla fine ti rendi conto che il coso  si è sciolto, come un cioccolatino al sole e ti ha macchiato tutta la fodera della borsa e che non verrà più via nemmeno se la porti dal chirurgo plastico. 

Così la notte, per finta, ti riprendi quello che era tuo e ti regali momenti di felicità, sognando bambini.


lunedì 17 aprile 2023

Cucù

 Questa notte il cielo era grigio, un grigio fosco e minaccioso. Ad un certo momento le nubi, cariche di pioggia, si sono messe in cammino e come un branco di sardine si sono accodate una all'altra fino a formare un vortice. Lo Scettico ha detto: sarà meglio rientrare. Ma stava fermo con il naso puntato verso il centro del vortice che lentamente schiariva e lasciava presagire un cielo azzurrino. 

Non avevo paura della pioggia e poi lo sanno tutti che adoro il temporale. 

Così, come due setter inglesi, ci siamo fermati con il naso in punta verso il vortice.

E in maniera del tutto naturale, dal buco nelle nuvole, è spuntato Dio. 

Così, con l'aria un po' stupita, senza effetti speciali, come guardasse dentro una cisterna e il volto aveva l'aspetto delle nuvole del Mantegna. Lo Scettico sorrideva.

Questa mattina sorrideva ancora mentre gli raccontavo il sogno. E dai Scettico, sono capaci tutti di sognare le pecore.


venerdì 3 febbraio 2023

Di anarchia e regole mobili.

 Ve lo dico? Ve lo dico.

Ho l'apparecchio come i ragazzini. Ho aspettato, ho rimandato, ho tergiversato ma alla fine mi sono decisa. Le cose peggioravano, come sempre quando il tempo non è la cura e il dentino malefico inesorabilmente, spallata dopo spallata, stava spostando tutti i suoi vicini anche quelli del piano di sopra. Le rassicurazioni del: Dai non si nota... non bastavano più, anche perchè si notava eccome.

 La mattina, lavandomi i denti, le cure verso il ribelle aumentavano per farlo più bianco, per renderlo meno visibile ma ogni giorno di più invece mi ricordava il personaggio centrale del quadro di Pellizza da Volpedo: Il Quarto Stato. Dritto, fiero, sicuro che niente avrebbe potuto fermarlo, talmente sicuro della sua direzione che senza nemmeno guardarli, si trascinava tutti gli altri dietro. Quello a destra sembrava quasi dirgli: ma sei sicuro? Dopo tutto siamo abituati a stare qui, bene o male ci lavano due volte al giorno, filo interdentale quando si ricorda è vero ma poi quando è di buon umore ci innonda di collutorio...

Ma niente, il ribelle non si fermava e così abbiamo dovuto eliminarlo e come sempre quando elimini la testa matta gli altri si spaventano e rientrano nei ranghi. Veramente mi sono spaventata anch'io perchè, presa dai problemi estetici, si vedrà, non si vedrà, avevo completamente sottovalutato il dolore.

Ecco lo sapevo, oddio ma sono matti, ma non potrò mai farcela. Domani chiamo. Avranno tenuto il dente? Si potrà rimettere? Oddio li perderò tutti. Lo Scettico ha cenato la prima settimana con Fantine praticamente, senza i lunghi capelli d'oro però. 

Vagavo dalla cucina al bagno facendo finti sorrisi e parlando come Jovanotti, zeppolona. Lo sguardo divertito dello Scettico non aiutava ma rassicurava. 

A distanza di due mesi esatti e dopo la visita di controllo posso dire di essermela cavata bene: zeppolo meno, sbavo poco e sorrido di più. 

I denti che spalleggiavano l'anarchico ne hanno già usurpato il posto e lui è come non fosse mai esistito. Questo fa pensare.

PS 

Mi dispiace per chi è atterrato qui attratto solo dal titolo del post ma mica potevo intitolarlo di sbava e colluttori  'chè i dieci visitatori coraggiosi che ancora girano da queste parti mi si eclissavano di botto.

martedì 31 gennaio 2023

Poeticando

 Se ero te mi sarei guardata strana

perchè c'era solo vento nei miei occhi.

Se ero te mi sarei parlata urlando

perchè c'era il rimbombo delle slavine intorno.

Se ero te forse mi sarei girata le spalle.

Che sorpresa, invece, ritrovarti ancora lì.

Con gli stessi occhi di quarant'anni indietro

con tutte le molecole intorno cambiate 

e riassemblate in un altro tu

ancora più mio.

venerdì 20 gennaio 2023

Cambiare l'acqua al lichene.

 Le persone scompaiono così, all'improvviso. In silenzio se ne vanno e tutto resta uguale a prima. 

Per alcuni si fanno sproloqui di eterna memoria, per altri nessuno ha niente da dire.

Eppure è proprio la memoria il famoso al di là, solo che per alcuni è brevissimo.

Una vita oltre la morte che dura solo qualche anno, il tempo che si spengano i ricordi nella mente degli altri.

Ben lo sapevano gli antichi che cercavano di allungarsela, questa vita, lanciando il corpo e il suo involucro come navette spaziali verso il futuro. 

E noi, che invece viviamo nella brevità e nella velocità, ci facciamo spargere nell'aria per accorciarla ancora di più questa memoria. 

Spero solo che mi respiri un lichene.


venerdì 13 gennaio 2023

Ma in mezzo al mare ci sono gli uccelli?

 Ed eccoci nel nuovo anno con  quello vecchio già messo nella differenziata: i momenti fragili nel vetro, i progetti finiti ma riciclabili nella plastica, i giorni marci nell'umido e tutto quello da dimenticare nell'indifferenziata per bruciarlo senza rimpianti. 

È stato un anno difficile, in salita ma con momenti di bellezza estrema che resteranno nella memoria per sempre. Un anno di cambiamenti fisici e mentali e che ha portato progetti tutti nuovi ed inaspettati.

A volte, quando si tocca il fondo, è proprio quello il momento in cui si riesce a darsi la spinta per risalire e per scoprire, poi, che si riesce pure a nuotare, magari. 

Chissà se i nostri sogni si realizzeranno, Scettico?

 Comunque è già meraviglioso sussurrarceli la sera a luce spenta e chiudere gli occhi vedendo delfini e mostri marini che ci vengono a trovare e chiederti : ma in mezzo al mare ci sono gli uccelli? Ma che rumore fa il mare di notte? Ma...

Buon anno a tutti quelli che passano da qui. E attenti ai mostri marini.

venerdì 2 dicembre 2022

Sono pronta, Capitano.

 Cerco di prendermi cura di me in questo momento, faccio tagliandi rimandati da tanto, troppo tempo.

Mi curo facendomi male e nel dolore c'è una specie di catarsi. Sicuramente la scelta dei tempi è sintomatica di quanto ho bisogno di pensare ad altro, focalizzarmi su cose diverse e che mi riempiano la testa e il corpo. 

Ne uscirò migliore, mi dico. Sarò diversa fuori e magari anche dentro, come se cambiare il guscio avesse il potere di cambiare anche il contenuto. Mi illudo. Ma ci provo. 

Lo Scettico supporta come sempre, rassicura, accompagna, cura e cerca di sorridere, sorridere per due. È una montagna lo Scettico, un porto, un bivacco in mezzo alla bufera, un eremo durante una catastrofe.

 Lo Scettico è nel buio, come me,  forse più di me ma accende cerini, uno dopo l'altro e si brucia la punta delle dita senza dire niente per farci luce e trovare una strada nuova che ci permetta di ritrovare la serenità.

Crea sogni lo Scettico, con la stessa costanza e forza di un generale che progetti uno sbarco. Ed io ci credo ai suoi sogni anche se sembravano così difficili. Lo ascolto e mi proietto in un mondo sconosciuto e anche un po' pauroso.

 Sono pronta Capitano, quale sarà la rotta? 

Ovunque andremo ci saranno i suoi occhi, in cui mi rifletto, da quasi quarant'anni, che mi aiuteranno a guardare lontano, perchè da sola riesco solo a guardare la punta dei miei piedi. 

Devo imparare a rialzare la testa.

venerdì 25 novembre 2022

Il est où le bonheur?

 È tutto il giorno che mi gira in testa una canzone che ritornella in francese : il est où le bonheur? 

Dov'è la felicità? 

È qui ma non fa rumore e spesso ci accorgiamo che era vicinissima ma non ci siamo accorti di lei.

Quando ci rendiamo conto di essere felici è già troppo tardi. 

Cercarla è un errore perchè mentre rovisti non ti accorgi che è alle spalle.

Facciamo di tutto per essere felici ma alla fine vediamo solo la tristezza.

Dov'è la felicità? 

Il est où le bonheur?

È una stronza la felicità, perchè non fa rumore e quando ti rendi conto che era qui, se ne è già andata.