Prendere la patente in Michigan è una cosa seria e il fatto che tu l'abbia già da trent'anni non da diritto a nessun bonus o punti premio, anzi.
In Michigan solo la patente tedesca e quella della Corea del Sud sono riconosciute, per tutte le altre vige la legge del : e questo cos'è?!
Non più avvezzi alle patenti cartacee, quando gli allunghi il documentino rosa, nel mio caso con elegante F circondata da ben dodici stelline, lo prendono con sospetto, lo aprono e lo guardano con la stessa aria di meraviglia di un un filatelico che abbia la fortuna di avere tra le mani un Gronghi rosa.
Sorridono, si scusano, te la restituiscono.
Dopo cinque mesi di tentennamenti, scuse e "studio matto e disperatissimo", Mìgola ha dovuto fare l'esame per avere la "vera" patente, quella che quando la porgi, magicamente, ti assicura un bel: OK!
L'esame teorico consiste in cinquanta domande che descrivono, non sempre chiaramente, diverse situazioni in cui tu puoi, ma Diononvoglia, trovarti, on the road.
Una per tutte: Se, malauguratamente, mentre vai con la tua macchina in giro per strada ti si apre improvvisamente il cofano, cosa ti inventi? a) freni e ti sposti immediatamente a destra; b) rallenti delicatamente e ti sposti il prima possibile a destra; c) cerchi di guardare nello spazio tra il cofano e il motore e continui a guidare.
Pensateci con calma.
La parte pratica si deve passare con un esaminatore (il mio aveva il codino ma non aveva l'età per portarlo dignitosamente) e dura un'ora.
In un'ora tutto lo scibile stradale deve essere valiato: come si mettono le frecce, come si frena, come si parcheggia in tutte le varie e ipotetiche posizioni, peccato che poi qui in Michigan esista solo la variante con muso avanti e sette metri di spazio tutto intorno.
Per la parte: come si viaggia in autostrada, il mio istruttore si è trasformato in un fan sfegatato di Fast and furious visto che continuava ad incitarmi ad andare sempre più veloce, al punto che ho pensato stesse cercando di trarmi in inganno: Ehi, codino, io non have problem ad andare veloce poi però allo sceriffo lo spieghi tu! OK?
Poi, mentre l'esame volgeva al termine, in zona tranquilla regolamentata a 25 miglia orarie, mi incomincia a fare domandine teoriche. Ancora?! Vai, domanda.
-Se qualcuno che viene in senso di marcia contrario invade la tua carreggiata minacciando seriously di fare un frontale, cosa fai?
-Sterzo verso destra cercando di evitarlo.
-Mmmhhh. Se sulla tua destra ci sono degli ostacoli quali scegli di colpire?
- Possibilmente nessuno ma se proprio devo, quelli meno grossi?
-Tipo?
-Tipo segnale stradale?
-Mmmhhh.
-Con che parte della vettura lo colpisci?
- Quella dove sei seduto tu, ad esempio?
-Ahhhh vuoi che muoro??!! Scenda pure...
Risultati
La risposta corretta alla domandina del cofano è c.
Tutte le risposte date alle domandine durante la parte pratica erano giustissime. Lo Scettico invece, eroico, che aveva deciso di sacrificarsi gettandosi in frontale contro l'ostacolo per salvare il passeggero, ha avuto punti in meno.
Scettico hai guardato troppi film ammericani!
lunedì 23 giugno 2014
giovedì 19 giugno 2014
C'è un rumore nel buio...
Venti ore senza corrente elettrica e non è la prima volta.
Ad Aprile furono quasi ventiquattro le ore.
Basta un temporale di medie dimensioni e cari saluti a tutte le comodità.
Niente luce, gelato che inesorabilmente si squaglia nel freezer, telefonino che perde energia e che minaccia di staccarti dal mondo reale, internet che con un taglio netto ti stacca da quello virtuale, nessuna possibilità di cucinare, niente acqua calda, niente riscaldamento o aria fresca a seconda della stagione.
Nella vecchia Europa mi è successo di restare senza corrente, certo, ma si è sempre risolto tutto in poche ore. Cercando di ricordare i momenti bui, mi sembra che in Italia, ci siano stati blackout di qualche ora, in Francia sono stati rarissimi e velocissimi.
Qui, in due mesi, due giorni di preistoria, perché ?
Ad Aprile furono quasi ventiquattro le ore.
Basta un temporale di medie dimensioni e cari saluti a tutte le comodità.
Niente luce, gelato che inesorabilmente si squaglia nel freezer, telefonino che perde energia e che minaccia di staccarti dal mondo reale, internet che con un taglio netto ti stacca da quello virtuale, nessuna possibilità di cucinare, niente acqua calda, niente riscaldamento o aria fresca a seconda della stagione.
Nella vecchia Europa mi è successo di restare senza corrente, certo, ma si è sempre risolto tutto in poche ore. Cercando di ricordare i momenti bui, mi sembra che in Italia, ci siano stati blackout di qualche ora, in Francia sono stati rarissimi e velocissimi.
Qui, in due mesi, due giorni di preistoria, perché ?
Perché tutto è volante, spenzolante.
Intrichi incredibili di fili attaccati a pali di legno che si litigano lo spazio vitale con la vegetazione esuberante del Michigan.
Perfino i semafori pendono felici, dondolandosi alla brezza, che poi tanto brezza non è.
E così, basta un ramo che si appoggia, un albero che decide di giocare a braccio di ferro, una folata vivace e interi quartieri si spengono.
La prima volta, da buoni europei quali siamo, dopo un paio d'ore, che già ci sembravano tante, abbiamo incominciato a chiedere ai vicini se fosse cosa normale e con voce allegra e tono sostenuto, per superare il forte ronzio del SUO generatore, che allegramente teneva in vita il SUO gelato, il vicino più vicino ci ha detto che in effetti succede, you know, ma non spesso e che la corrente torna nel giro di qualche ora, you know, non ti preoccupare.
Io, all'inizio, non mi sono preoccupata anche se ci si chiede: come mai tu, vicino con la faccia da John Wayne, se non succede spesso mi investi un bel po' di dollari in un enorme generatore che potrebbe illuminare quattro ospedali da campo?
Però che bello, la società che distribuisce l'energia ci suggerisce, questa volta, di usare una meravigliosa app che ti dice in tempo reale quanti poveri disgraziati sono nella tua stessa situazione (mal comune, mezzo gaudio?) e ti fornisce una deliziosa mappa della tua zona che ti permette di verificare, in tempo reale, se sei all'interno della sfigarea, che equivale, in termini semplici e chiari ad avvisarti che sei senza luce. Grazie tecnologia.
Peccato che l'indispensabile app, che tu devi caricare dopo aver già utilizzato una preziosissima tacca del telefonino per chiamare la solita voce registrata, si magni un'altra tacca di energia in un attimo e non ti dia assolutamente indicazioni, nemmeno vaghe, su quanto tempo ci voglia per trovare e riparare il danno.
Intanto, scopri quanto siano utili le vecchie tecnologie come le candele e torni a guardare con interesse il libro che sonnecchiava polveroso sul comodino già da qualche tempo.
Finisci la serata mangiando, per dovere, you know, tutto il gelato, che altrimenti finirebbe nell'immondizia il giorno dopo e ti addormenti, un po' invidioso, cullato dal suono del generatore di John Wayne, che sarà sicuramente il regalo che chiederai a Babbo Natale.
Piccola scenetta familiare
Immersi nel buio, Mìgola sussurra allo Scettico: meno male che abbiamo il nostro cagnone, se dovesse entrare qualcuno, è sempre una sicurezza. Con convinzione lo Scettico risponde: Almeno inciampano!
giovedì 12 giugno 2014
Certe notti...
Era qualche tempo che non vi tenevo aggiornati con l'evergreen: Angolo dei sogni.
Non fate quella faccia, che tanto ci ha già pensato lo Scettico questa mattina.
Questa notte ho sbaciucchiato, con una certa insistenza e lascivia, Ligabue ma non il Liga visto qui, con il taglio di capelli da commercialista (niente contro i commercialisti, ma non sono ai primi posti di una eventuale mia classifica dei tipi da infilare nei sogni notturni, ecco).
Nel mio sogno c'era il Liga di certe notti.
Quindi, ne devo dedurre che: ho un'anima rock nascosta ben bene sotto un leggerissimo strato culturale che, di giorno, mi costringe ad ascoltare Ludovico Einaudi in casa mentre stiro.
Sigmund, avresti avuto vita facile con me.
Sigmund, avresti avuto vita facile con me.
mercoledì 11 giugno 2014
We...noio...
Quando sono arrivata in Francia mi sentivo persa, incapace di comunicare. Mi vergognavo ad entrare nei negozi ed avevo il terrore del telefono.
Quando sono arrivata in Spagna mi sentivo persa, incapace di comunicare. Mi vergognavo però un pochino meno ad interagire con gli altri e usavo molto di più le mani, senza arrossire. Rispondevo anche al telefono utilizzando tante esse alla fine.
Quando sono arrivata in Merica mi sentivo persa, incapace di comunicare. Ma, adesso, non mi vergogno quasi per niente ad andare in ogni dove, anzi a volte mi diverto proprio a fare le sciarade e ad osservare le facce allibite di commessi e camerieri.
Ho scoperto che esiste una lingua universale che non ha niente a che fare con l'esperanto ed è fatta di sorrisi, segni e suoni inventati.
Questo non toglie che se qualcuno, pur timidamente, utilizza una delle lingue che adesso conosco mi devo trattenere perché, di mio, scatterebbe l'abbraccio felice.
Per il momento mi è stato molto più utile il francese dello spagnolo, nonostante sia un detto comune che lo spagnolo è l'idioma più parlato negli Stati Uniti.
Non in Michigan, ve lo assicuro.
Quando sono arrivata in Spagna mi sentivo persa, incapace di comunicare. Mi vergognavo però un pochino meno ad interagire con gli altri e usavo molto di più le mani, senza arrossire. Rispondevo anche al telefono utilizzando tante esse alla fine.
Quando sono arrivata in Merica mi sentivo persa, incapace di comunicare. Ma, adesso, non mi vergogno quasi per niente ad andare in ogni dove, anzi a volte mi diverto proprio a fare le sciarade e ad osservare le facce allibite di commessi e camerieri.
Ho scoperto che esiste una lingua universale che non ha niente a che fare con l'esperanto ed è fatta di sorrisi, segni e suoni inventati.
Questo non toglie che se qualcuno, pur timidamente, utilizza una delle lingue che adesso conosco mi devo trattenere perché, di mio, scatterebbe l'abbraccio felice.
Per il momento mi è stato molto più utile il francese dello spagnolo, nonostante sia un detto comune che lo spagnolo è l'idioma più parlato negli Stati Uniti.
Non in Michigan, ve lo assicuro.
martedì 10 giugno 2014
Cahier de doléances
Come ogni bravo cancerino sono legata al passato.
Mi ci rotolo spesso e mi impregno degli odori del passato come fanno i cani quando trovano qualcosa di marcio e molto puzzolente. Non che il mio passato sia marcio o puzzolente, chiariamo, è solo una similitudine.
Penso spesso al passato, lo sfoglio come un libro già letto ma che non riesci a togliere dal comodino e a rimettere sui ripiani della libreria e continuo a rileggerne dei passaggi e a volte rido, a volte piango.
Il mio passato è popolato di fantasmi e di esseri viventi.
I fantasmi tornano a trovarmi spesso, mi chiamano la notte e incredibilmente manteniamo una relazione intensa fatta di storie, litigi, abbracci e amore.
Con gli esseri viventi invece, ultimamente, faccio fatica a mantenere integro e seguire questo filo che dovrebbe tenermi legata al passato.
Anche perché ho la sensazione, sempre più forte, che sia a senso unico.
Sono andata lontano, certo, ma questo lontano è solo fisico, per quanto mi riguarda e non dovrebbe trasformarsi in una assenza di affetto, di fiducia, di amore.
Oggi va così, lasciatemi fare ogni tanto la parte della migrante triste.
Però mi piacerebbe sentire una reciprocità di interesse nelle relazioni.
Intanto qui passano le cerve lente e sospettose e il cielo si prepara alla pioggia.
Oggi va così.
Mi ci rotolo spesso e mi impregno degli odori del passato come fanno i cani quando trovano qualcosa di marcio e molto puzzolente. Non che il mio passato sia marcio o puzzolente, chiariamo, è solo una similitudine.
Penso spesso al passato, lo sfoglio come un libro già letto ma che non riesci a togliere dal comodino e a rimettere sui ripiani della libreria e continuo a rileggerne dei passaggi e a volte rido, a volte piango.
Il mio passato è popolato di fantasmi e di esseri viventi.
I fantasmi tornano a trovarmi spesso, mi chiamano la notte e incredibilmente manteniamo una relazione intensa fatta di storie, litigi, abbracci e amore.
Con gli esseri viventi invece, ultimamente, faccio fatica a mantenere integro e seguire questo filo che dovrebbe tenermi legata al passato.
Anche perché ho la sensazione, sempre più forte, che sia a senso unico.
Sono andata lontano, certo, ma questo lontano è solo fisico, per quanto mi riguarda e non dovrebbe trasformarsi in una assenza di affetto, di fiducia, di amore.
Oggi va così, lasciatemi fare ogni tanto la parte della migrante triste.
Però mi piacerebbe sentire una reciprocità di interesse nelle relazioni.
Intanto qui passano le cerve lente e sospettose e il cielo si prepara alla pioggia.
Oggi va così.
giovedì 29 maggio 2014
Polvere di stelle...ma anche di strisce!
Ritorno a casa, nel mio blogghino, dopo l'emozione della trasferta.
Casa. Questa nuova casa qui in Merica mi assorbe in maniera totale e i lavori assomigliano vagamente a quelli della Sagrada Familia, quantomeno nella tempistica.
Ho scoperto che gli artigiani ammericani sono super specializzati e questa non è cosa buona.
Chi mette i tubicini dell'acqua non osa toccare i fili elettrici, chi monta i mobili in legno ha orrore dell'acciaio, chi è addetto ai pavimenti odia profondamente quelli dei mobili e non sopporta quelli dei muri, quelli dei muri hanno un'allergia grave per quelli dei fili elettrici e cercano di sabotarne il lavoro nottetempo ... ma tutti hanno in comune un amore smodato per la polvere 'che, se non riescono a produrla in buona quantità in loco, se la portano in comodi sacchetti monodose direttamente nel camioncino per spargerla, con classe, come fosse la polverina magica di Trilli.
Ma la figura che apprezzo maggiormente in questi giorni è quella dell'architetto: femmina, sempre elegantissima, dinerovestita, capelli lunghi, lucidissimi e mani curate alla perfezione, entra in casa come un'apparizione, sorride felice anche quando qui regna il caos più totale (tanto lei la cucina l'ha pulita e perfetta), mi dice cose incomprensibili ma sicuramente tecniche e precise, guarda con sospetto i miei jeans e le mie t-shirts impolverate e se ne esce sfarfallando.
L'altro giorno però ho lasciato, involontariamente certo, che Pelosone le facesse tante coccole...e chi ha cani sa che siamo in piena stagione del cambio pelo.
Aggiornamento in tempo reale:
quelli che hanno installato il piano di lavoro in marmo hanno sbagliato misure e hanno fatto un buco troppo piccolo che non permette l'installazione della piastra di cottura al super specializzato installatore che se ne è andato offesissimo...
"Mister, ehi mister sorry, si è dimenticato di spargere la solita quintalata di polvere..."
È andato...
Peccato. Comunque per allargare il buco nel marmo con la mola diamantata ne faranno sicuramente anche per lui...
Casa. Questa nuova casa qui in Merica mi assorbe in maniera totale e i lavori assomigliano vagamente a quelli della Sagrada Familia, quantomeno nella tempistica.
Ho scoperto che gli artigiani ammericani sono super specializzati e questa non è cosa buona.
Chi mette i tubicini dell'acqua non osa toccare i fili elettrici, chi monta i mobili in legno ha orrore dell'acciaio, chi è addetto ai pavimenti odia profondamente quelli dei mobili e non sopporta quelli dei muri, quelli dei muri hanno un'allergia grave per quelli dei fili elettrici e cercano di sabotarne il lavoro nottetempo ... ma tutti hanno in comune un amore smodato per la polvere 'che, se non riescono a produrla in buona quantità in loco, se la portano in comodi sacchetti monodose direttamente nel camioncino per spargerla, con classe, come fosse la polverina magica di Trilli.
Ma la figura che apprezzo maggiormente in questi giorni è quella dell'architetto: femmina, sempre elegantissima, dinerovestita, capelli lunghi, lucidissimi e mani curate alla perfezione, entra in casa come un'apparizione, sorride felice anche quando qui regna il caos più totale (tanto lei la cucina l'ha pulita e perfetta), mi dice cose incomprensibili ma sicuramente tecniche e precise, guarda con sospetto i miei jeans e le mie t-shirts impolverate e se ne esce sfarfallando.
L'altro giorno però ho lasciato, involontariamente certo, che Pelosone le facesse tante coccole...e chi ha cani sa che siamo in piena stagione del cambio pelo.
Aggiornamento in tempo reale:
quelli che hanno installato il piano di lavoro in marmo hanno sbagliato misure e hanno fatto un buco troppo piccolo che non permette l'installazione della piastra di cottura al super specializzato installatore che se ne è andato offesissimo...
"Mister, ehi mister sorry, si è dimenticato di spargere la solita quintalata di polvere..."
È andato...
Peccato. Comunque per allargare il buco nel marmo con la mola diamantata ne faranno sicuramente anche per lui...
venerdì 9 maggio 2014
Tutti da Lucy!
Sono per la prima volta in trasferta.
Emozionata ospite di Lucy, posso perfino invitarvi direttamente da lei.
Ero Lucy van Pelt...Mìgola girovaga
Vi aspetto.
Emozionata ospite di Lucy, posso perfino invitarvi direttamente da lei.
Ero Lucy van Pelt...Mìgola girovaga
Vi aspetto.
sabato 3 maggio 2014
A Fistful of Dollars
Ho il caminetto acceso, fuori pioviggina e gli alberi stanno facendo una gran fatica a mettere fuori qualche fogliolina. Insomma non sembra proprio maggio o almeno il maggio a cui sono abituata, il maggio dove è tutto già verde, i fiori sono ovunque e gli alberi hanno praticamente finito la fioritura con i petali che si scolorano sui marciapiedi.
Qui è ancora tutto in divenire, piano piano.
È la mia prima primavera su questo continente e sono curiosa di scoprire le piante che ho intorno, cosa si nasconde nella pancia del mio giardino.
Il vicinato è già scatenato con il giardinaggio, anche se mi pare si focalizzi molto sullo stato di salute dell'erba, vengono dispersi sacchi enormi di concime e i tagliaerba si sgranchiscono alla grande.
Credo che i vicini ci tengano d'occhio, con discrezione ma con una certa apprensione.
Noi non abbiamo ancora avuto il tempo e il coraggio di affrontare il lato esterno della casa, presi da cartoni, lavori, ricerca di materiali...
La nostra erba è tendente al giallino e si indovina un futuro deserto di erbacce nelle aiuole, i vasi sono in versione invernale ma questo particolare vedo che è condiviso da tutto il vicinato... e se loro non piantano niente, ancora, vuol dire che sanno qualcosa chi io non so.
C'è un opossum che gironzola in giardino e a differenza della vicina che si produce in suoni di disgusto al nominarlo, io lo trovo simpaticissimo.
Si alternano artigiani in casa per la ristrutturazione della cucina: smantellano, smontano, spostano, lavorano ed io ascolto e mi sembra di avere Clint Eastwood nell'altra stanza che recita in Per un pugno di dollari.
Sarà un brutto giorno quando capirò l'inglese perché perderò il fascino di una lingua che ha accompagnato tutta la mia vita con la musica, nei film, restando, per me, tuttavia, misteriosa e ricca di fascino.
Probabilmente stanno solo parlando di mogli noiose e di troppe tasse...che delusione.
Qui è ancora tutto in divenire, piano piano.
È la mia prima primavera su questo continente e sono curiosa di scoprire le piante che ho intorno, cosa si nasconde nella pancia del mio giardino.
Il vicinato è già scatenato con il giardinaggio, anche se mi pare si focalizzi molto sullo stato di salute dell'erba, vengono dispersi sacchi enormi di concime e i tagliaerba si sgranchiscono alla grande.
Credo che i vicini ci tengano d'occhio, con discrezione ma con una certa apprensione.
Noi non abbiamo ancora avuto il tempo e il coraggio di affrontare il lato esterno della casa, presi da cartoni, lavori, ricerca di materiali...
La nostra erba è tendente al giallino e si indovina un futuro deserto di erbacce nelle aiuole, i vasi sono in versione invernale ma questo particolare vedo che è condiviso da tutto il vicinato... e se loro non piantano niente, ancora, vuol dire che sanno qualcosa chi io non so.
C'è un opossum che gironzola in giardino e a differenza della vicina che si produce in suoni di disgusto al nominarlo, io lo trovo simpaticissimo.
Si alternano artigiani in casa per la ristrutturazione della cucina: smantellano, smontano, spostano, lavorano ed io ascolto e mi sembra di avere Clint Eastwood nell'altra stanza che recita in Per un pugno di dollari.
Sarà un brutto giorno quando capirò l'inglese perché perderò il fascino di una lingua che ha accompagnato tutta la mia vita con la musica, nei film, restando, per me, tuttavia, misteriosa e ricca di fascino.
Probabilmente stanno solo parlando di mogli noiose e di troppe tasse...che delusione.
giovedì 10 aprile 2014
Good Friday
Questa notte mi chiamavi. Ti ricordi? Come il giorno che ho fatto l'appendicite, avevo dieci anni e non riuscivo a svegliarmi dall'anestesia. Cercavo di aprire gli occhi ma le palpebre erano troppo pesanti e tu mi chiamavi seduto vicino al letto. Più passavano i minuti più la tua voce era forte e decisa. Pensavo fossi arrabbiato con me, invece eri spaventato.
E questa notte mi chiamavi e la tua voce era così reale che ho aperto gli occhi, subito, pronta.
Eccomi, ti ho detto.
Sono giorni difficili, giorni del ricordo. Ogni minima cosa mi riporta a quei momenti. E tu vieni a chiamarmi, ogni anno.
Strano mese questo Aprile dove la casualità, il destino ha mescolato giorni felici e giorni tristissimi, tutto in una manciata di pochi numeri.
Qui il 18 sarà il Good Friday, il buon venerdì. Strano modo di chiamare il giorno della Passione.
La sola e importante cosa buona di venerdì 18 sarà che ci ritroveremo tutti insieme, noi quattro, da angoli diversi del mondo e parleremo di voi e sorrideremo con i soliti aneddoti e fioriremo questa giornata con tutto l'amore che abbiamo e sarà come portarvi rose rosa e rami di pino.
Tranquillo, papà, sono sveglia.
E questa notte mi chiamavi e la tua voce era così reale che ho aperto gli occhi, subito, pronta.
Eccomi, ti ho detto.
Sono giorni difficili, giorni del ricordo. Ogni minima cosa mi riporta a quei momenti. E tu vieni a chiamarmi, ogni anno.
Strano mese questo Aprile dove la casualità, il destino ha mescolato giorni felici e giorni tristissimi, tutto in una manciata di pochi numeri.
Qui il 18 sarà il Good Friday, il buon venerdì. Strano modo di chiamare il giorno della Passione.
La sola e importante cosa buona di venerdì 18 sarà che ci ritroveremo tutti insieme, noi quattro, da angoli diversi del mondo e parleremo di voi e sorrideremo con i soliti aneddoti e fioriremo questa giornata con tutto l'amore che abbiamo e sarà come portarvi rose rosa e rami di pino.
Tranquillo, papà, sono sveglia.
mercoledì 2 aprile 2014
Fondamentalmente aspetto...
Passeggio tra case con imperterrite decorazioni di Natale, anche se Pasqua, dicono, è alle porte. Ma sento la Primavera.
Le bandiere strisciostellate, sbattendo allegre, sotto l'impulso di questo vento stranamente tiepido e che sembra voler scacciare via tutti i residui tristi di un inverno veramente interminabile, mi aiutano ad alzare il viso ed annusarla questa Primavera.
Oggi ho spalato (spalare è un verbo forte visto che ho utilizzato una paletta per raccogliere la polvere) l'ultima neve che invadeva ancora la terrazza ma che incominciava ad innervosirmi.
Aspetto, con ansia crescente, le mie cose che sono in viaggio da quasi tre mesi ormai e che, secondo le ultime notizie, dovrebbero essere su un lunghissimo treno merci da qualche parte tra qui e New York. Si avvicinano, lentamente, ma si avvicinano.
Intanto studio il codice stradale del Michigan, i segnali in parte diversi dai nostri, le velocità in miglia, come girare a sinistra senza sfiorare una strage e grazie allo Scettico ho anche già provato il brivido di essere fermata dalla Police e ho appreso, con metodo montessoriano, tutta la procedura codificata di cosa fare e cosa assolutamente non fare quando un poliziotto si affaccia al tuo finestrino con la mano sulla pistola. Riassumendo: mani ben in vista e sul volante ( nessun smanettamento all'italiana, please!) gran utilizzo di Sir, aria umile, immediata ammissione di colpa, patente straniera e gran entusiasmo di essere sul continente americano. Vi assicuro che per lo Scettico ha funzionato.
Osservo, senza stancarmi, il passaggio delle "mie" quattro cerve che, ogni giorno, passeggiano davanti alla cucina facendomi sorridere e pensare immediatamente al mio papà.
Me lo sono immaginato, più volte ormai, qui al tavolo a cena con me, guardare le cerve passare e scuotere la testa incredulo e sorridere sornione pensando alle sue levatacce mattutine e alle lunghe marce silenziose per scorgere, con il binocolo, lontano, un timido capriolo.
Intanto aspetto il treno.
Le bandiere strisciostellate, sbattendo allegre, sotto l'impulso di questo vento stranamente tiepido e che sembra voler scacciare via tutti i residui tristi di un inverno veramente interminabile, mi aiutano ad alzare il viso ed annusarla questa Primavera.
Oggi ho spalato (spalare è un verbo forte visto che ho utilizzato una paletta per raccogliere la polvere) l'ultima neve che invadeva ancora la terrazza ma che incominciava ad innervosirmi.
Aspetto, con ansia crescente, le mie cose che sono in viaggio da quasi tre mesi ormai e che, secondo le ultime notizie, dovrebbero essere su un lunghissimo treno merci da qualche parte tra qui e New York. Si avvicinano, lentamente, ma si avvicinano.
Intanto studio il codice stradale del Michigan, i segnali in parte diversi dai nostri, le velocità in miglia, come girare a sinistra senza sfiorare una strage e grazie allo Scettico ho anche già provato il brivido di essere fermata dalla Police e ho appreso, con metodo montessoriano, tutta la procedura codificata di cosa fare e cosa assolutamente non fare quando un poliziotto si affaccia al tuo finestrino con la mano sulla pistola. Riassumendo: mani ben in vista e sul volante ( nessun smanettamento all'italiana, please!) gran utilizzo di Sir, aria umile, immediata ammissione di colpa, patente straniera e gran entusiasmo di essere sul continente americano. Vi assicuro che per lo Scettico ha funzionato.
Osservo, senza stancarmi, il passaggio delle "mie" quattro cerve che, ogni giorno, passeggiano davanti alla cucina facendomi sorridere e pensare immediatamente al mio papà.
Me lo sono immaginato, più volte ormai, qui al tavolo a cena con me, guardare le cerve passare e scuotere la testa incredulo e sorridere sornione pensando alle sue levatacce mattutine e alle lunghe marce silenziose per scorgere, con il binocolo, lontano, un timido capriolo.
Intanto aspetto il treno.
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