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mercoledì 17 dicembre 2014

Ghostwriter in erba



Su tutto regnava la pace
la notte era solo riposo
la neve era solo biancore.
Al figlio del cielo urlo’ pace
il respiro di un essere alato
risuono’ la capanna selvaggia.
Tonfi tuonano nelle foreste
tempo, tempo, battono il tempo.
Al figlio di Giano solo rimbombi
al figlio del cielo scandiscono pace.
Vicino al suo gregge che mormora piano
riposa il pastore. Riempie il silenzio
di un suono cupo, soffia nel corno:
é ora di andare. Camminano lente le pecore tristi
negli occhi vivi ricordi d’estate,
nelle zampe gelate la voglia di stare.
Il canto allegro del corno alpino
rimbalza sui pini svegliati dal sole
con unica nota ti mormora pace.
Alla stirpe di Enea che tiene la torcia
ricordi di guerre, di schiavi, di morte
agghiaccian la notte e colmano il buio
di neri fantasmi. Ma il fuoco scintilla
lungo la costa di guardia in guardia
di cima in cima. Il centurione guardando la luce
ora dorme sognando un bimbo che nasce.
Suona una tromba nella vallata
limpida corre di torre in torre
ed al villano che suda nei campi
ricorda i giorni, le semine, gli anni.
Lo chiama alla guerra, lo porta alla festa
il suono stridulo gli scende nel cuore
gli grida: Come tuo figlio é nato il Signore.
Come timidi tarli chioccian parole
dentro un filo sottile si stringono i sogni
in un punto, una linea mascherati messaggi.
La mia voce ora puo’ volare lontano
e tu sembri piu’ antico segmentato linguaggio.
La mia voce ora puo’ raggiungere il mondo
ho marchiato ogni uomo con un grumo di cifre.
Con la voce ho vicino tutti quelli che amo
sussurrando io posso gridargli che é nato.
Grossi ombrelli girati e puntati nel buio
sono il nostro futuro, il nostro domani.
Rumori sinistri che viaggian lo spazio
sibili, cigoli, grida di stelle.
E come agli albori da questa capanna
cerchiamo qualcuno per sentir pace.
Mìgola 1988

Con questa poesia ho vinto un concorso, nelle vesti di ghostwriter,  per una serie di fortunate coincidenze ho però potuto godere in pieno del premio assegnatole. 
Come ogni concorso che si rispetti aveva un tema da sviluppare e penso che, leggendola, vi sia sembrato abbastanza chiaro: le comunicazioni e il Natale.
L'ambito del concorso era particolare e soprattutto molto maschile. Ogni volta che la tiro fuori dal cassetto e la rileggo mi chiedo come la giuria abbia potuto scegliere  proprio questa poesia e pensarla scritta da un omone. L'omone in questione sorrise sotto i baffi ritirando la pergamena e la piccolissima medaglia e poi mi portò con lui in licenza premio.




1 commento:

  1. Complimenti alla brava poetessa 23enne (le sorprese non finiscono mai) e grazie per questo simpatico augurio di Natale che ricambio di cuore.
    Guido

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