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martedì 6 novembre 2012

"Nicht Knödel mit Spaghetti mischen"!

Ho finito di leggere Eva dorme di Francesca Melandri e come sempre quando mi appassiono ad un libro, poi soffro di profonda nostalgia per i personaggi della storia. Chiudo il libro e mi chiedo: adesso cosa farà Eva? E Gerda come affronterà il rapporto con sua figlia? E Vito cosa avrà pensato...
Questo libro è stato soprattutto un viaggio nel mio passato, i personaggi erano così veri che probabilmente li ho incontrati nella mia infanzia e se non proprio loro qualcuno che gli assomigliava moltissimo.
Eppure mi sono sentita anche profondamente ignorante perchè tante, troppe cose, non le sapevo, perchè tante sfumature non le avevo colte, perchè, nonostante l'amore che provo per questa terra, non mi ero mai presa la briga di scavare un po' più con le mani nel suo profondo e mi sono sempre accontentata di contemplarla, illudendomi di farne parte.
 Il paesino dove ho trascorso i primi anni della mia vita è esattamente come il paese di Gerda e il primo maschio adulto di cui mi sono innamorata, dopo mio padre, portava con eleganza e fierezza il  Bauernschurtz,profumava di bosco e aveva l'andatura legnosa dei nostri contadini.
Ho sempre pensato che mio padre, comandante di una caserma spropositata per la grandezza del paese, se la fosse cavata egregiamente nonostante le pressioni a cui era stato sottoposto, lo si capiva, senza ombra di dubbio, dal rapporto che era riuscito ad instaurare e a mantenere poi negli anni con le persone. Un rapporto di estremo rispetto che partiva dalla consapevolezza di essere "al servizio" della gente, sempre e ovunque.
Se si dice "essere in servizio" vorrà pur dire qualcosa, mi diceva, anni dopo.
I suoi mille aneddoti degli anni altoatesini sarebbero piaciuti, credo, a Francesca Melandri e avrei amato molto che alcune delle sue storie  e certi personaggi rivivessero in questo romanzo splendido.
Ad esempio il contadino mite e taciturno che il fine settimana andava nel bar del paese, poi,  quando finalmente il tasso alcolico gli dava il giusto coraggio, si avviava con passo incerto ma convinto verso la caserma, si piazzava a gambe larghe davanti al cancello e incominciava a gridare insulti in un italiano approssimativo all'indirizzo dell'Arma. Mio padre lo ascoltava seduto alla scrivania, terminava di fare le cose che aveva iniziato poi usciva nel cortile e lo invitava ad andare a casa. A volte riusciva a convincerlo, altre volte, quando si rendeva conto che il vino non gli avrebbe permesso di ritrovare la strada del  maso, lo accompagnava nella cella di sicurezza, annuendo seriamente ai vari insulti, lo metteva a dormire lasciando aperta la porta della quasi prigione e dando ordini al piantone di lasciarlo partire all'alba. Durante la settimana poi parlavano di caprioli, di campagna, di galli cedroni, come vecchi amici.
Eppure le bombe c'erano e la paura di incontrarne una in qualche piazzola era forte e tangibile. Mio padre non ha dormito per decenni, anche dopo il congedo, troppa l'abitudine al pattugliamento notturno, troppa l'ansia di riportare in caserma i suoi ragazzi.
Ogni tanto scattava l'allarme per un'esplosione e papà partiva salutando mamma con un'espressione tra il rassegnato e il divertito:" Hanno fatto saltare ancora il povero Tolomei! Andiamo a raccoglierlo!"
Ed io bambina fantasticavo sulla storia horror del povero Tolomei che ogni tanto si ritrovava scaraventato fuori dalla sua tomba dove, chiaramente, lo immaginavo sempre intatto!
Potrei raccontarvi decine di queste storie ma forse è meglio che leggiate Eva dorme perchè è sicuramente l'occasione di conoscere meglio, se ne avete voglia, la storia di un pezzetto di Italia che non è solo gerani, vigne, e montagne rosate ma un angolo della nostra storia poco illuminato per tanti, troppi anni.

17 commenti:

  1. Non conoscevo questo libro, lo segno.
    Bellissima la descrizione che fai del tuo papà.
    "La consapevolezza di essere al servizio della gente".. valori che si sono persi, che vorrei recuperassimo. Quanti sono i giovano nella posizione di tuo papà che oggi la pensano allo stesso modo?
    Ps io però ti invidio soprattutto perché .. sai il tedesco!! ahaha

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    1. Maude...magari sapessi il tedesco!! ;-) In questo momento verrebbe proprio utile!
      Grazie per i complimenti...il mio papi è stato un uomo "non facile" sotto tanti aspetti ma di un'integrità morale che, adesso, ha veramente il sapore di altri tempi!Bacio

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  2. L'ho letto qualche anno fa e mi era molto piaciuto. Anche per me era stata l'occasione di approfondire particolari della nostra storia che conoscevo solo a grandi linee.
    Un periodo non certo facile né per gli 'italiani', né per la gente di lingua tedesca.
    Un bel ritratto, quello del tuo papà...

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    1. Grazie Cautelosa! È bello riaverti qui! Ti abbraccio.

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  3. io ho organizzato in collaborazione ocn il direttore della biblioteca del paesello un incontro con la scrittrice, molto ben riuscito. Ha "rimproverato sia gli italiani che i tedeschi" dicendoci quanto siamo uguali e di smetterla di accusare l'uno e l'altro. La signora tedesca accanto a me, mi ha preso la mano e ci siamo commosse ascoltando la Melandri. Lei ha definito l'angolo polveroso della storia italiana, quella dell'Alto Adige. Solo chi ha vissuto quelle storie in prima persona sa cosa significa. a me stupisce e ferisce, tutt'oggi, vedere, soprattutto nella parte giovane della popolazione, di quanti pregiudizi stupidi e dannosi è fatta la quotidianità. Lo vivo anche direttamente sulla mia pelle. e Garantisco che fino ad un certo punto riesco a giustificare, poi mi incazzo come una iena. E chiudo ogni ponte...purtroppo....
    l'ho anche scritto in un post....
    Io il libro ce l'ho autografato con dedica dalla scrittrice. e lo dico con un "filo" di orgoglio!
    Ora è uscito il libro dell Gruber, sulla storia vera della sua famiglia, dalla bisnonna fino a oggi.
    Le foto testimoniano questo raccontano.
    speriamo di poter organizzare un bel incontro anche con lei...

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    1. I pregiudizi sono duri a morire soprattutto quando sono alimentati da ignoranza e malafede!
      Leggerò anche il libro della Gruber che non era tanto lontana da me in quegli anni! :-)
      Ciao amica mia!

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  4. l'ho visto l'altro giorno in biblioteca, stavo per prenderlo, poi non l'ho fatto.. la prossima volta, magari, andrà diversamente

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    1. Molto piacevole e scritto in leggerezza...quando ripassi in biblio afferralo! Ciao

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  5. ciao passo per caso...
    un dolce saluto da isa e family
    hai un bel blog, tornerò a curiosare....

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    1. Grazie Isa...la porta qui è sempre aperta...benvenuta!

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  6. Ci sono diversi tratti in comune fra la mia e la storia di tuo padre. Mi procurerò senz'altro Eva dorme: mi hai incuriosito.
    Simpatico il titolo del post.

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    1. Grazie Guido! Spero veramente che leggerai questo libro e aspetto di sapere le tue impressioni! Un abbraccio!
      Mìgola

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  7. Ho già segnalato il libro all'elfa (che è una grande lettrice notturna) e, appena lo troviamo, lo leggeremo con molto piacere. Bellissimo il ritratto che ci offri della vita del tuo piccolo paese trentino, ma soprattutto mi ha emozionato quello di tuo padre, che avevo già visto in divisa in una delle tue foto. Io, come forse sai, sono a mia volta figlio di un ufficiale di marina, purtroppo caduto durante una missione, e, a parte la vita tra caserme e circoli marina che a quanto immagino ci accomuna, in quel mix intenso di umanità, rispetto per il prossimo e senso del proprio dovere che hai raccontato di tuo papà, mi è parso di rivedere il mio. Un abbraccio.

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    1. Spero che l'Elfa non resti delusa della dritta...ma non credo! Quando ripenso a papà nel suo lavoro, nell'Arma prima e nelle assicurazioni poi, la sola parola che mi viene in mente è integralità...un senso dell'onestà totale che mi chiedo da dove veniva e dove si è persa poi nelle generazioni che hanno seguito. Sembra un discorso da Matusalemme ma purtroppo è solo una triste considerazione. Mi hai fatto venire in mente la foto e quindi la aggiungo subito al post...grazie!
      Mìgola scollegata

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  8. Mio figlio è tornato da una breve vacanze nei dintorni di Bolzano e della val di Non. E' andato a trovare un amico che si è trasferito ed ha parte dei parenti nel Sudtirolo. Quando è tornato mi ha detto stupito : ma lo sai che i Sudtirolesi più irredentisti di noi?? A Trieste gira un partito il T.L.T. Territorio Libero di Trieste, che però non ha personalità politiche ed è una mera protesta da operetta verso l'Italia che così malamente ha trattato Trieste, che con la guerra anelava a restare Italiana con tutto il suo retroterra Istriano-Carsico. Ma le promesse non sono state mantenute anzi, disattese in modo vergognoso.
    Ho raccontato a mio figlio di come negli anni '60 perfino l'olimpionico Monti, se la memoria non mi inganna, fu coinvolto in un attentato dinamitardo.
    Grazie della segnalazione, prenderò anch'io il libro... la storia vera degli Italiani è sempre un'ottima lettura.

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