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venerdì 20 febbraio 2015

Po' speta che te conto...

Ieri ho sfidato il tempo.
 Navigando, quasi per caso ma attraverso una serie di magiche coincidenze,  ho modernamente scavalcato le ormai improbabili serate in famiglia, riuniti attorno ad un tavolo, dove si ricordavano, in uno zibaldone allegro, i vari nonni, bisnonni, zii, cugini lontani.
Devo dire che non ho proprio una famiglia stile Kunta Kinte, almeno da parte materna e le zie interrogate al volo non ricordavano nemmeno i nomi del nonno materno.
 Vi adoro ma con voi Radici sarebbe stato un opuscolo poco dettagliato.
Grazie a mamma Provincia, invece, che ha un sito strabiliante dedicato ai migranti, con una mezza giornata di lavoro intenso, ho potuto farmi un albero genealogico da invidia risalendo fino al 1815. Chi storce il naso sulla data, si rivolga ai miei due aedi trentini e poi farà meno lo schifiltoso.
Ho scelto di risalire in linea materna alla ricerca della parte femminile e nonna dopo nonna mi sono avventurata in un piccolo paese sconosciuto che si chiama Prade, nella valle del Vannoi, da dove arrivava la mia trisavola con un nome meraviglioso: Bortolammea.
Bortolammea era nata nel 1863, cento anni prima di me.
Era una donna forte con gli occhi chiari e i capelli color del larice in autunno. Adorava guardare le albe nella sua valle e adorava la neve, fin da bambina. Faceva sogni incredibili che avrebbe voluto raccontare nelle lunghe serate d'inverno. Cecilia, brusca e malinconica, la interrompeva sempre, quasi avesse paura di quei sogni sgangherati e premonitori della sua bambina...
Ieri ho sfidato il tempo, ho scoperto da dove vengo e ho incontrato Bortolammea.
Ciao nonna.





mercoledì 11 febbraio 2015

In anticipo

L'amore si coniuga in vari tempi e modi,
l'amore si ricarica per contatto,
l'amore non invecchia e si trasforma,
l'amore si nasconde negli angoli più strani
e ti assale, ridendo, mentre sei  triste.
L'amore è multiforme
e ogni forma si trasforma, distorcendo l'immagine precedente.
L'amore è suono, pelle, odore.
L'amore è attesa,
paziente ascolto vestito di desiderio.
L'amore è distanza dolorosa.
L'amore sono occhi stanchi e capelli dimenticati nel pettine, il mattino,
sono ciabatte vicino al comodino e pigiami aggrovigliati sotto il letto.
L'amore sono le tue braccia che mi aspettano sempre.
L'amore è anche qui, silenzioso e paziente, seduto accanto al dolore.

venerdì 6 febbraio 2015

Ci siamo e stiamo anche abbastanza bene.

Vorrei rispondere a chi, nel motore di ricerca, ha inserito la inquietante domanda: ci sono italiani a Detroit?
Sì, ci siamo, tranquillo e stiamo anche abbastanza bene. Sarebbe simpatico avere anche un effetto eco in questo caso, darebbe un tono leggermente epico al post.
Noi italiani abbiamo una buona resistenza alle avversità e quindi sopravviviamo ai meno diciotto mattutini, alla neve in buona quantità e che viene spalata approssimativamente, ai coyote che girano affamati, ai cervi che ti tagliano la strada, agli autisti che telefonano, mangiano, leggono, agli sceriffi appostati ovunque, ai biscotti degli scout.
Caro navigatore del web, ti vorrei rassicurare.
Siamo una comunità bella allegrotta, numerosa e in salute.
Certo, quando alcuni di noi si ritrovano in gruppo, la sera intorno al fuoco,  si sviluppa il classico effetto nostalgico del migrante e si parla inevitabilmente delle famose tre C: cucina, caffè, clima.
 Ma stiamo benino e conviviamo pacificamente con i locali anche quando fatichiamo, come nel mio caso, a capirne l'idioma.
Ci abituiamo presto a certe comodità, ormai scomparse sul vecchio continente, come: trovare subito parcheggio, dimenticarsi quasi di chiudere la porta di casa, essere salutati cordialmente da commesse ed impiegati, qualcuno che ti mette la spesa nei sacchetti, tanti sacchetti, avere dei vicini cordiali e attenti e il dentista che la sera, dopo una pulizia, ti telefona a casa per sapere come stai.
Caro internauta, la tua domanda mi ha fatto sentire un po' come una pioniera, non vorrei che certe statistiche, messe in rete forse dal Tecnico in un estremo tentativo di bloccare la migrazione dei genitori,  ti avessero spaventato. Il Tecnico sostiene, dati alla mano,  che sia più pericoloso passeggiare di notte per Detroit che per Baghdad e forse in certi quartieri non è proprio consigliato aggirarsi alle tre di mattina ma normalmente, noi pionieri, giriamo tranquilli, andiamo a teatro, allo stadio, in ristorante, nei musei e torniamo sani e salvi a casa.
Detroit non è certamente una delle più belle città degli USA ma ha un fascino unico che ti intriga, un mix perfetto di decadenza e forza.
Se hai ricevuto una proposta di lavoro e sei terrorizzato, caro lettore con dubbi amletici, lascia un commento la prossima volta, noi pionieri siamo pronti a fare quadrato e a fugare molti dei tuoi dubbi.
Ci siamo e stiamo anche abbastanza bene.