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venerdì 18 ottobre 2013

"Houston, we have a problem"



Mattoncino su mattoncino il ponte verso gli USA si costruisce.
Insomma pare proprio che io debba partire.
Certo che tutto è più concreto per lo Scettico che ormai, da pendolare transoceanico qual è, ha una visione del mondo che assomiglia, vagamente, a quella che ha Luca Parmitano dal suo oblò.
Tutto è vicino, tutto è facile, tutto è fattibile.
Io, che  ancora respiro la tersa e rassicurante aria alsaziana, sono in piena fase di negazione.
Tra qualche settimana andrò a cercare una casa in una zona e in un quartiere che farò fatica a pronunciare per un po' e sicuramente questo equivale ad un atterraggio stile Baumgartner nella mia nuova destinazione.

Si apre lo sportellone, io mi affaccio e guardo terrorizzata lo spazio infinito e buio, i dati di bordo rassicurano su tutti gli aspetti tecnici ma l'ansia mi serra la gola e l'unica voglia è quella di rientrare al caldo e al sicuro nella mia capsula.
 Poi dalla base ti chiamano e ti chiedono: tutto bene?
Ma certo, base, tutto ok. Prendevo un po' d'aria, adesso mi butto.

So che mi butterò, so che sarà un atterraggio senza grossi problemi, forse qualche rotolone ma niente di grave, so che farò ciao ciao con la manina quando riprenderò fiato, lo so...
Ma per il momento ho aperto lo sportellone e vedo tutto lontano, troppo lontano.





venerdì 11 ottobre 2013

Quantità e qualità

Le porte dell'ascensore si aprono piano, ne esce un omone enorme, il camice, che pure deve essere di una taglia con tante X prima della L, fatica a restare chiuso sulla schiena e le maniche sono troppo corte. Si toglie con un gesto di stizza la cuffietta liberando i capelli tagliati a spazzola e si passa una mano sugli occhi. Un coppia di coniugi, seduti di fronte a me in sala d'aspetto, si alza in piedi. Il linguaggio del corpo è chiaro, non ascolteranno nessuna buona notizia dall'omone vestito di verde.
La sala è piccola e aperta ed è impossibile non ascoltare.
Mi dispiace. Non c'è stato niente da fare. Ma credo che la qualità della vita sia più importante della quantità e voi le avete offerto una vita meravigliosa.

Già, caro omone, la qualità è più importante della quantità, di questo  ne sono certa e questo vale per la cagnetta Shirley che non sei riuscito a salvare oggi ma vale anche per noi umani.
 Solo che, nel mondo degli umani, è tutto più difficile da gestire.
 Così costringiamo esseri umani ad agonie eterne per non lasciarli andare, per poter godere di una  parvenza di vita che, a volte, ci chiede solo di chiudere il suo viaggio.
 E non ci sembra mai giusta questa quantità, ne vogliamo sempre ancora un po'.

Qualità e quantità.

È da questa mattina che rifletto sulle parole del chirurgo.
 Purtroppo  il destino, in certi casi, è avaro proprio in quantità e così ci si aggrappa alla speranza che almeno quei pochi anni siano stati intensi e felici.
E a volte capita.
Questo pomeriggio ho letto un discorso funebre, in piedi immobile, nella corsia dei prodotti biologici. E ho pianto.
In mezzo alla rumorosa sfilata della vita ho pianto  per una vita breve ma intensa, colorata, piena di velocità e relazioni umane.
Ho pianto perchè a quella vita era stata negata proprio solo la quantità.
Ma qualcosa mi dice che la quantità della vita è un dato che noi umani non siamo capaci di analizzare correttamente perchè, probabilmente, partiamo da una capacità di misurazione errata, perchè ci basiamo su una scala di grandezza sbagliata o ci manca semplicemente un tassello importante per vedere il quadro in tutta la sua composizione.

Così Tecnico, tra un barattolo di marmellata e le melanzane bio, ho cercato di squarciare il famoso velo che ci separa dal mondo dove ormai Adrian è entrato in tutto il suo splendore. E domani pensa solo che probabilmente lui avrà già in tasca il biglietto per il prossimo viaggio e vi sta sorridendo.





lunedì 7 ottobre 2013

Ma un carro?

Lo Scettico, oltreoceano, visita villaggi, subdivision, quartieri, cittadine con nomi presi in prestito dal vecchio continente.
 Nei nostri precedenti spostamenti c'era sempre una sola priorità: la scuola.
 La scuola del  Tecnico e di Cucciolo era  il centro da dove partivano, concentriche,  le nostre ricerche per la casa. La comodità dei ragazzi, le loro relazioni sociali, le attività extrascolastiche influivano sulle nostre scelte e davano un ordine a tutte le altre esigenze.
 Costantemente la distanza dal lavoro dello Scettico finiva in fondo alla lista ed è così che, anche in questa ultima avventura in terra alsaziana, per conciliare lavoro e scuola le ore di trasferimento giornaliero accumulate  erano salite a due.
Adesso, invece, la ricerca di una casa americana si baserà su equilibri diversi.
 Per la prima volta saremo  in due, una coppia con cagnone claudicante e una grandissima voglia di socializzare.
 Il luogo di lavoro dello Scettico sale ai primi posti della fatidica lista di priorità ed è così che, sorridendo sornione, mi ha raccontato di una casa vista in una "gran bella zona" a cinque, dico cinque minuti dall'ufficio...
 Non ci giurerei ma mi sembra di aver notato una leggera nota di emozione nella voce.
 Sarà stata la connessione Skype disturbata.





venerdì 4 ottobre 2013

C´est le temps de l´amour..Le temps des copains...Et de l´aventure....





On se dit qu´à vingt ans
On est le roi du monde
Et qu´éternellement
Il y aura dans nos yeux
Tout le ciel bleu...