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lunedì 30 settembre 2013

Frammenti



Mi chiedi, Tecnico, quali parole?
Quali parole si possono usare di fronte al buio?
Eppure, seduti sul divano, pochi giorni fa abbiamo parlato proprio di questo, ricordi?
E giocando con le parole, come facciamo da sempre tu ed io, abbiamo discusso di anime, di ritorni, di sogni, di luce e di Dio.
Ci siamo fatti promesse reciproche di dimore definitive e con la tua logica ferrea, non corrotta dagli anni e dalla paura, mi hai raccontato la tua profonda filosofia postuma.
E adesso mi chiedi, quali parole?
Il dolore immenso di una perdita ha la capacità di risvegliare in noi la parte profonda e atavica legata alla morte, scatena il lato primordiale e semplice del nostro cervello che cerca, ancora e ancora, una risposta.
La morte fa esplodere  in mille pezzi l'immagine di chi è partito, come un colpo di mazza in uno specchio, e a tutti quelli che hanno condiviso il cammino con quella persona, ne consegna un frammento, come un immenso puzzle disperso nel mondo.
Allunga le mani Tecnico, lascia che i frammenti si depositino nelle tue mani e nel tuo cuore e poi scegli il più vero, quello che più racconta il tuo amico e portalo in giro con te, sempre. Lui sarà per sempre il tuo amico perchè, per voi, il tempo si è fermato a ieri.
Sono le uniche parole che posso dirti.
E che forse anche tu potrai dire a chi dovrà imparare a vivere nel buio.
Io intanto ho già scelto il mio microscopico frammento di Adrian e l'ho messo in tasca.
Tintinna con tanti altri.

Ti voglio bene.
Mìgola

12 commenti:

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    1. Dico solo: ingiusto, straziante e profondamente ingiusto!

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  2. Sabato sera è morta schiantandosi con l'auto contro un albero. Aveva 21 anni ed era l'amica della ragazza di mio figlio. Io le parole non ce le avevo per togliere quell'ombra che i miei ragazzi avevano, quell'aria silenziosa e pesante che c'era nell'auto mentre tornavamo a Bologna. Hai scritto belle parole, ma io sono rabbiosa e arrabbiata con il mondo quando succedono queste cose e mi dimentico che dovrei avere la saggezza data dai miei anni. Non mi rassegno davanti alle lacerazioni che lascia la morte, ma ancor di più urlo di rabbia per quella piccola ragazza che nel buio di una notte ha frantumato i suoi sogni nel tronco di un albero.

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    1. La rabbia è il primissimo sentimento che provo quando succedono queste cose...anche per il Tecnico è stato così. Ma poi arriva il dolore, la tristezza, il ricordo e l'amore. Mi dispiace per questa ragazza, mi dispiace per tutte quelle anime giovani che non possono fare il loro percorso...o forse lo hanno fatto ma non ci è dato di capire...ti abbraccio forte!

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  3. E' tutta la vita ad essere così. Non è meritocratica. Non è giusta. Non come la intendiamo noi. La vita e la Natura non guardano in faccia a nessuno dei singoli, pensano solo ai grandi numeri. Anche se è tutt'altro che facile, e sono il primo a non farcela, sarebbe meglio per noi adeguarci. Non sappiamo quanto abbiamo davanti, ma lo vivremmo più serenamente.
    Un abbraccio!

    www.wolfghost.com

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  4. Non riesco a dire altro se non che per me hai scelto le parole giuste.

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    1. Grazie Pyp...ma come ci si sente inutili di fronte a queste cose...

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  5. E' il fato,non serve l'umana e giustificata rabbia,viviamo spensierati,anche se potrebbero essere le nostre ultime ore o forse i minuti.
    Un abbraccio,fulvio

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  6. dopo i momenti del dolore, della nostalgia, subentra il ricordo sereno che ti farà avere la persona perduta vicina per sempre; il tempo congela i ricordi e ogni volta che si penserà alla persona perduta se ne condivideranno ancora quei momenti di vita che sono la nostra e la sua vita. Nel nostro ricordo così la persona perduta potrà in certo modo vivere ancora..

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  7. nella mia città ultimamente sono morti parecchi giovani per incidenti stradali o suicidi per i motivi che potete immaginare... ogni volta mi fermo e non riesco a farmene una ragione

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